Consiglio nazionale Pdl: ultimo appuntamento per evitare il suicidio
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Consiglio nazionale Pdl: ultimo appuntamento per evitare il suicidio

Sabato 16 novembre il Pdl che vuol ripartire da Forza Italia non può che ricominciare da Berlusconi. Pensare di disertare l’appuntamento, questo sì che sarebbe un tradimento - I retroscena - L'opinione di M. Ventura -

Non è mai troppo tardi. E non è affatto tardi per credere che gli uomini responsabili del centrodestra possano, ancora e nonostante tutto, riacciuffare per i capelli il partito e salvare il bene politico principale: l’unità del fronte dei moderati, unica vera arma per tentare di tornare a governare l’Italia alle prossime elezioni politiche.

Certo, è difficile. Diciamolo fino in fondo, somiglia più a un’impresa impossibile. Perché i rapporti tra falchi e colombe si sono oltremodo deteriorati e perché al ragionamento e alla dialettica si è sostituita l’invettiva, se non addirittura l’offesa personale.

C’è stata nelle ultime settimane una corsa a una reciproca delegittimazione, una gara senza senso a macchiare e additare l’avversario di partito come vile ed egoista o, peggio, come traditore. Inutile cercare dove sta la ragione e il torto: la triste pièce andata in scena ha fatto emergere il peggio di alfaniani e lealisti.

E ciò soprattutto alla luce delle premesse e delle conclusioni che puntualmente hanno fatto da corona a ogni singola dichiarazione. Quando, cioè, frasi come «premesso che la lealtà a Silvio Berlusconi non può essere messa in discussione», o «la conclusione è comunque che tutto ciò lo faremo anteponendo la lealtà al nostro leader», avevano come conseguenza quella di indebolire la difesa compatta del Cavaliere nel momento più problematico e doloroso della sua persecuzione giudiziaria, quello che prelude al voto sulla decadenza.

Che cosa succederà quel giorno in Senato? Davvero c’è qualcuno disposto a credere che, all’esito della decisione di allontanare dal Parlamento l’uomo politico scelto da 9 milioni di elettori, Angelino Alfano possa scambiarsi il cinque in aula con il presidente del Consiglio Enrico Letta, come avvenne dopo aver incassato la fiducia del 2 ottobre? Sarebbe contro natura. Sarebbe insieme l’immagine scellerata di un delitto e di un suicidio.

Sabato 16 novembre il Pdl che vuol ripartire da Forza Italia non può che ricominciare da Berlusconi. Pensare di disertare l’appuntamento, ricondurlo a una piccineria politica con la conta di chi sta con chi, questo sì che sarebbe un tradimento imperdonabile dell’ideatore, fondatore e indiscusso leader del partito. Significherebbe, nei fatti, allearsi con i carnefici, contribuire al disegno di chi da vent’anni ricorre alle armi improprie della delegittimazione e dell’uso politico della giustizia, declinata anche attraverso un racconto fallace su giornali e televisioni, per togliere di mezzo il politico più votato nella storia della Repubblica.

I moderati di una parte e dell’altra compiano dunque un atto di umiltà e di maturità; abbiano un colpo d’ala e mettano finalmente da parte le dissennatezze e i dissidi di questi infausti giorni. L’appuntamento del consiglio nazionale è l’ultima, vera occasione per dimostrare l’orgoglio di un partito che non ci sta a farsi macinare da una sinistra ormai priva di identità e valori. Gli uomini e le donne di Forza Italia questo lo sanno. Sta a loro dimostrare l’onore della propria storia.

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Giorgio Mulè