Comunione ai divorziati: il Papa fissa il programma
Prima di decidere, Bergoglio vuole ascoltare la Chiesa mondiale. E ci vorranno almeno due anni.
Papa Francesco lo aveva promesso e si è già messo al lavoro: trovare una soluzione per ammettere ai sacramenti i divorziati risposati. L’attesa è grande ma la road map fissata dal Papa per arrivare a questa decisione sarà lunga e durerà almeno due anni. Dal 5 al 19 ottobre 2014 è convocato in Vaticano il Sinodo dei vescovi per discutere del problema e, più in generale, delle sfide della famiglia oggi. Il pontefice ha voluto rivoluzionare l’organizzazione del Sinodo rispetto al passato: il numero dei partecipanti sarà drasticamente ridotto per rendere il confronto più concreto e approfondito. L’idea è quella di chiamare a Roma solo i presidenti delle Conferenze episcopali nazionali per ascoltare soprattutto l’orientamento delle Chiese locali.
Al termine del Sinodo non sarà presa alcuna decisione ma la discussione proseguirà a livello territoriale in collegamento con Roma per poi ritrovarsi un anno dopo, con la partecipazione anche di laici e di donne, e decidere quale orientamento prendere su un tema così cruciale per la vita della Chiesa. Bergoglio avrebbe in mente due soluzioni: quella della Chiesa ortodossa che offre a coloro che si sposano con il matrimonio canonico una «seconda opportunità» se si accorgono di aver scelto la persona sbagliata. E, parallelamente, una riforma dei tribunali diocesani che si occupano dei casi di nullità matrimoniale. Per ora sono ipotesi che il Papa vuole confrontare non solo con vescovi e cardinali, ma soprattutto con la base della Chiesa. Intanto una task force è già al lavoro: c’è la segreteria del Sinodo, guidata da monsignor Lorenzo Baldisseri, affiancata dal relatore generale, il cardinale ungherese Peter Erdo e il segretario speciale, monsignor Bruno Forte, arcivescovo di Chieti.