Michelle Obama
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I 50 anni di Michelle Obama

Il ritratto della donna più potente della Casa Bianca (forse anche più del marito Barack) - Fotostoria  - Gossip

Cinquantenne e favolosa, come lei stessa si è definita. Sempre più fiduciosa nei suoi mezzi e con una maggiore consapevolezza come donna. Molto più rilassata rispetto al passato, ma comunque ancora restia a interpretare in modo classico il ruolo di First Lady. Sempre meno Mrs Obama, inteso come (secondo) elemento della coppia presidenziale, e sempre di più donna autonoma, forte e indipendente; sempre più "Mom in Chief" (Mamma in capo) con due figlie adolescenti e un marito "distratto" dalla guida degli Stati Uniti. Sempre più proiettata in un futuro lontano da Washington, dai suoi riti, dai suoi compromessi, dalle tante bassezze che si alternano alle poche nobiltà

Più popolare del marito

Michelle Lavaughn Robinson Obama, nata a Chicago il 17 gennaio 1964 sotto il segno del Capricorno, taglia il traguardo dei 50 anni. Lo fa, trascorrendo il giorno dei compleanno da single in Hawaii, alimentando così le voci di una crisi matrimoniale con Barack, e festeggiando nel week end in pubblico con un party alla Casa Bianca a cui le centinaia di invitati sono pregati di andare dopo aver consumato la cena perché lì, in onore dell'austerity, non troveranno cibo. Comunicazione chiara e precisa, come nello stile di Michelle.

Nei sondaggi, la sua popolarità batte quella del marito di dieci punti. La prima First Lady afroamericana nella storia degli Stati Uniti rimane un personaggio amato, capace di fare tendenza, autorevole e stimato, seppur la sua lucente stella si sia lievemente appannata (meno, comunque, rispetto a quella di Obama) nei cinque anni trascorsi al numero 1600 di Pennsylvania Avenue. Questo dipende anche dal profilo piuttosto basso che Michelle ha deciso di adottare e che continuerà a seguire in futuro. Le sue campagna sociali saranno poche e ben mirate, per lo più quelle a cui si è dedicata fino ad ora, in particolare "Let's Move", la sua battaglia contro l'obesità, vero flagello sociale, soprattutto nei poveri sobborghi urbani, abitati per lo più da afroamericani.

Una riottosa First Lady

Chi attende suoi interventi su altri temi, rimarrà deluso. Non si tratta solo di strategia di comunicazione, ma anche di quel genuino desiderio di distacco dal ruolo di First Lady che l'ha contraddistinta per l'intera durata del primo mandato del marito. Dopo la vittoria contro Mitt Romney, Michelle si è sentita sollevata dal peso che era stata costretta a portare per la seconda volta: essere la moglie di un candidato alla Casa Bianca. "Ho iniziato finalmente a respirare un poco" - ha confidato in una intervista. Un cambiamento di prospettiva, ma anche forse qualche cosa di più sostanziale nel rapporto con il marito e con il suo ruolo, simboleggiato dal nuovo taglio di capelli, con una sbarazzina frangetta, sfoggiato poco dopo la vittoria alle urne.

Per raggiungere il traguardo della rielezione, Michelle Obama si è data da fare. E molto. E'stata tra le più energiche promotrici delle innumerevoli cene di raccolta fondi che hanno caratterizzato la campagna per la presidenza. Grazie al suo fascino e al suo glamour, è stata in grado di dare un forte contributo alla causa del marito. Per merito della sua riconosciuta autorevolezza ha svolto una sorta di ruolo di garante nei confronti dell'elettorato democratico, in parte deluso dalle promesse non mantenute di cambiamento fatte da Mr Obama quattro anni prima.

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Questo impegno è costato molto a Michelle (e forse agli Obama). Questo ruolo non l'ha mai amato. Non è certo un mistero che nel 2008 non avesse alcuna intenzione di lasciare Chicago con le bambine per trasferirsi a Washington. Questa figlia di una famiglia della piccola borghesia nera, con antenati schiavi ma anche schiavisti,  mandata a studiare giurisprudenza nelle prestigiose università dell'Ivy League, è sempre stata una donna forte, netta e radicale. Anche nelle sue idee politiche. Molto più del marito. Che fosse (sia) poco incline al compromesso, gli americani l'hanno capito bene quando dopo la vittoria del 2008, Michelle ha detto: "Per la prima volta sono orgoglioso del mio paese". Segno che l'elezione del primo afroamericano alla Casa Bianca aveva sanato una ferita che anche lei sentiva forte sulla sua pelle.

Una donna netta, quasi radicale

Sulla base di questo, molti si attendevano che Michelle avrebbe dato un'interpretazione politica al suo ruolo di First Lady; che sarebbe stata una nuova Hillary Clinton. E'stato invece il contrario. La mia priorità? La crescita delle mie figlie. Così, finché Malia e Sasha non si sono ambientate nella capitale, lei ha evitato di impegnarsi in pubbliche campagne. Contraria alla guerra in Iraq? Certo, ma uno delle sue prime iniziative è stata quella di incontrare le famiglie dei veterani delle guerre iniziate da George W. Bush. Poi è arrivato l'Orto della Casa Bianca, la campagna per l'alimentazione corretta e Let's Move.

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Dietro le quinte, nel rapporto con il Barack - presidente, si può intuire come Michelle non sia stata tanto un consigliere del marito - come è avvenuto in passato ad altre First Ladies - ma quanto una sorta di specchio in cui lui poteva/doveva guardarsi. Un libro di un paio di anni fa, scritto da una giornalista del New York Times che ha seguito la coppia Obama per molti mesi, rivelava come la preoccupazione maggiore di Michelle fosse di evitare che il potere potesse cambiare la personalità (politica e non solo) del marito, e, in fondo, di loro due. Piuttosto che perdere se stessi, scriveva Jodi Kantor, Michelle preferirebbe perdere la Casa Bianca. Da qui la sua tendenza a proteggerlo - anche dai suoi più stretti collaboratori - ma anche a strigliarlo - come dicono alcune cronache - per gli errori politici, le titubanze, i compromessi.

Le cadute di stile

la First Lady non ha avuto solo applausi in questi anni. Michelle ha fatto qualche passo falso. Come quando in piena crisi economica, lei, così amante dei vestiti e dell'abbigliamento, una donna che fa tendenza in questo campo, si è presentata in pubblico con una paio di scarpe da ginnastica da 500 dollari, o come quando si è concessa una lussuosissima vacanza in Spagna quando molti milioni di americani non avevano le risorse economiche per trascorrere le ferie lontano da casa. Cadute di stile. Perdonate da un'opinione pubblica che continua ad apprezzarla e a sentirla un personaggio vero, concreto, vicino. Che la vede, per lo più, come lei vede se stessa: una splendida cinquantenne.

   

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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