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Come sarà il nuovo governo Tsipras

Il premier ellenico giura e conferma gran parte del precedente esecutivo. Ora lo attendono due compiti: l'emergenza profughi e l'applicazione delle riforme

È nato il Tsipras bis. A differenza del gennaio di quest'anno, quando Syriza era ancora - come recita l'acronimo - una Coalizione della sinistra radicale e il suo gruppo parlamentare ne rifletteva le profonde spaccature politiche e organizzative interne, questa volta il premier greco può contare su un partito molto più compatto, cementato dalla fedeltà al leader e all'accordo da 85 miliardi siglato a luglio con i creditori internazionali.

I numeri della maggioranza tra Syriza e Anel, il partito ultranazionalista guidato dall'ex ministro della Difesa, sono leggermente inferiori a quelli della scorsa legislatira, con Syriza che passa da 149 a 144 seggi e Anel che passa da 13 a 10 seggi, ma la maggior compattezza politica della maggioranza (che può contare complessivamente su 154 parlamentari, quattro in più di quelli necessari per formare il governo) dovrebbe consentire a Tsipras di governare per quattro anni, allargando la maggioranza anche ad altri gruppi (come i laici di To Potami o i socialisti del Pasok, rispettivamente 10 e 17 seggi) su singoli provvedimenti.

Solo un leader di sinistra come Tsipras può avere l'autorevolezza e il consenso sufficienti per realizzare quelle dolorose riforme imposte dall'Europa senza provocare una devastante esplosione sociale

LE CONFERME, I CAMBIAMENTI
Il ministero chiave delle Finanze è stato assegnato ancora a Euclid Tsakalotos, l’economista marxista che - dopo le dimissioni imposte a Yanis Vaorufakis durante le trattative con la Troika - ha già firmato il pesante memorandum tra la Grecia ed i creditori internazionali.  Il vicepremier rimane l'economista Yannis Dragassakis, anche lui presente nei giorni delle convulse trattative con i creditori ed ex dirigente del Comitato centrale del Partito comunista greco fino al 1991, nonché parlamentare di lungo corso nelle formazioni della sinistra ecologista e radicale. Toccherà invece al ministro supplente delle Finanze Giorgos Choularakis, che già aveva l’interim a questo portafoglio nel governo pro-tempore di Vassiliki Thanou, occuparsi dell’applicazione delle riforme previste dal memorandum e dei rapporti con la troika. Il suo profilo tecnico e accademico, unitamente alla sua biografia internazionale,  dovrebbe metterlo al riparo da eccessive polemiche politiche.

L'indipendente Nikos Kotzias è stato confermato agli Esteri, così come Panos Kammenos (Anel) alla Difesa. Tra i ministeri chiave c'è anche la conferma di  Giorgos Stathakis, già professore di Economia politica all'Università di Creta e vicino a Syriza, all’Economia e alla Marina Mercantile. L'ex socialista Panagiotis Kouroumblis, che durante la precedente legislatura era il capo del Dicastero della Sanità e della Solidarietà sociale, è stato invece spostato agli Interni, dove dovrà occuparsi di due dossier caldi: la questione dell'apparentemente inarrestabile flusso dei profughi siriani diretti verso le isole greche e il rischio di un'esplosione sociale a seguito dell'applicazione del Memorandum siglato con la Troika. Il medico attivista Ioannis Mouzalas resta ministro dell’immigrazione.  

IL COMPITO CHE ATTENDE TSIPRAS
Per il premier c’è subito un impegno a Bruxelles dove lo attendono i capi di stato e di governo dell’Ue per il vertice straordinario sull’immigrazione. Ma la questione dei prossimi anni, unitamente alla gestione dell'emergenza migranti sulle coste greche, rimane quella dell'applicazione del Memorandum, dei dolorosi tagli previsti, da attuare senza provocare una devastante nuova crisi ed esplosione sociale. Solo un leader di sinistra - hanno scritto i più avvertiti analisti di cose greche - poteva avere l'autorevolezza e il consenso in Grecia per realizzare quelle sforbiciate ritenute necessarie per rimettere in piedi la barcollaente economia greca.

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Paolo Papi