Coi vescovi di strada il Papa riuscirà a normalizzare la Cei?
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Coi vescovi di strada il Papa riuscirà a normalizzare la Cei?

Alla vigilia degli stati generali della Chiesa italiana a Firenze, Francesco rafforza la sua squadra con i presuli di Bologna e Palermo.

Dal 9 al 13 febbraio si terrà Firenze il quinto convegno ecclesiale nazionale sul tema “In Gesù Cristo il nuovo umanesimo”. Sono gli “Stati generali” della Chiesa italiana, convocati ogni dieci anni per fare il punto sul cammino percorso. Un appuntamento centrale nella vita della comunità ecclesiale italiana che convoca tutti i suoi esponenti a livello ecclesiastico, laicale, associativo.
Francesco interverrà il 10 dicembre, con una visita a Prato e a Firenze. Intanto però dispone le sue truppe. La nomina dei due nuovi arcivescovi di Bologna, Matteo Zuppi, e Palermo, Corrado Lorefice va in questa direzione. Spostare gli equilibri della Cei nella direzione di una Chiesa più attenta alle periferie e alle povertà che alla politica e ai poteri.
Restano però tante anime nella Chiesa italiana: accanto ai “bergogliani” vicini al segretario generale, Nunzio Galantino, ci sono i fedelissimi del presidente, Angelo Bagnasco che porta l’impronta del cardinale GiuseppeSiri, indimenticato arcivescovo di Genova, quindi i “ruiniani”, legati alla scuola dell’anziano ex presidente della Cei. Infine i sostenitori del cardinale Angelo Scola, l’arcivescovo di Milano che molti avrebbero voluto come successore di Benedetto XVI sul soglio pontificio.
Riuscirà Francesco con l’aiuto dei sui cardinali e vescovi “di strada” a far ritrovare unità e armonia nella Conferenza episcopale italiana? Ma soprattutto a mettere la Chiesa italiana in sintonia con la sua visione pastorale e dottrinale? Non sarà semplice, ma questa è una delle sfide principali del convegno di Firenze.

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Ignazio Ingrao

Giornalista e vaticanista di Panorama, sono stato caporedattore dell’agenzia stampa Sir e diretto il bimestrale Coscienza. Sono conduttore e autore della trasmissione A Sua Immagine su RaiUno

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