Che fine hanno fatto gli attentati a Equitalia?
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Che fine hanno fatto gli attentati a Equitalia?

Dal maggio scorso la rabbia sembra essere svanita nel nulla. Che cosa è accaduto?

Bombe nelle sedi di Equitalia, quasi a cadenza giornaliera; proiettili, minacce, pacchi esplosivi ai suoi dirigenti. Poi, anche  l’attentato al manager genovese di Finmeccanica, Roberto Adinolfi, rivendicato dalla Federazione anarchica informale- cellula Olga.

Fino al 18 maggio scorso l’Italia sembrava essere "piombata" nuovamente negli anni del terrorismo. Una escalation di attentati, gambizzazioni, bombe che sembrava destinata a segnare un lungo periodo italiano. Ed invece in meno di 24 ore, il pericolo “terrorismo” e “terrorismo-anarchico” sembra essere svanito nel nulla.

Che cosa ha “salvato” l’Italia e gli italiani? L’attentato di Brindisi alla scuola Morvillo Falcone e il terremoto dell’Emilia.

E’ strano e alquanto curioso come questi due eventi drammatici, abbiano cancellato misteriosamente questo imminente pericolo che incombeva sul Paese. Dal 19 maggio giorno in cui la studentessa Melissa Bassi ha perso la vita nell’esplosione della bambola di gas davanti alla scuola che frequentava, gli attentati nei confronti delle sedi di Equitalia non si sono più verificati.

Il nome della scuola, il periodo in cui l’attentato di Brindisi è avvenuto ovvero in concomitanza con l’anniversario della morte di Falcone e Borsellino ha “distolto” immediatamente l’attenzione dell'opinione pubblica dalla questione terrorismo proiettandola violentemente su una eventuale “rinascita” dell'era stragista della mafia e delle organizzazioni criminali. Poi il giorno successivo all’esplosione di Brindisi, sul quale ancora vi sono tanti aspetti da chiarire, un evento che nessuno poteva prevedere: il terremoto.

La devastazione di interi paesi dell’Emilia Romagna ha contribuito evidentemente ad allontanare dagli animi degli attentatori e soprattutto dalle loro menti, quel malumore che di fatto li aveva spinti a compiere gli attentati.

Eppure il procuratore di Genova, Michele Di Lecce, subito dopo l’attentato al manager Adinolfi era stato chiarissimo:“Gli anarchici della Fai hanno alzato il tiro e deciso di abbracciare la lotta armata".   Infatti la rivendicazione del Fai è stata considerata "attendibile" da fonti della sicurezza e le stesse fonti hanno ritenuto "grave e preoccupante" questo "salto di qualità" dell'azione della Fai".  

Il neonato Nucleo Olga nella sua rivendicazione aggiunse: "Potevamo colpire alla ricerca del 'consenso', ma con questa azione non siamo alla ricerca del consenso". Ma nella lettera compariva anche una chiamata alle armi: "con il ferimento di Adinolfi proponiamo una campagna di lotta contro Finmeccanica piovra assassina. Oggi l'Ansaldo nucleare domani un altro dei suoi tentacoli, invitiamo tutti i gruppi e singoli Fai a colpire tale mostruosità con ogni mezzo necessario"

Silenzio. Per fortuna, non è più accaduto niente. Ma, come è possibile che il clima feroce di terrorismo che ha caratterizzato quelle settimane sia svanito così nel nulla? Com'è possibile che gli attentatori, coloro che volevano “colpire” Equitalia e le aziende come Finmeccanica, si siano fatti fermare da un benzinaio di 68 anni , Giovanni Vantaggiato e dal terremoto in Emilia?

Non è possibile non notare quanto questa concomitanza di eventi risulti misteriosamente curiosa.    

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Nadia Francalacci