È caccia ai sei complici di Amedy Coulibay
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È caccia ai sei complici di Amedy Coulibay

I servizi francesi hanno una certezza: l'attentatore della drogheria kosher non ha agito da solo. Il gelo tra Netanyahu e Hollande

Chi ha postato il video-testamento di Amedy Coulibay, l'attentatore della drogheria kosher, se la sua fidanzata, Hayat Boumedienne, come hanno confermato i servizi segreti turchi, aveva già varcato la francese il 2 gennaio scorso e  l'8 gennaio era già in Siria? Quanti complici aveva quest'uomo trasformatosi in pochi mesi da criminale comune a terrorista grazie, a quanto pare, agli insegnamenti che gli avrebbe fornito in carcere il «fine teologo» Djamel Begal? Chi ha guidato la Mini Cooper intestata ad Hayat fino all'Hyper Kasher? E chi ha girato il video apparso online mentre Coulibay si trovava all'interno della drogheria da cui non sarebbe mai uscito vivo?

Tra i tasselli ancora fuori posto, a pochi giorni dal duplice attentato islamico nel cuore di Parigi, i servizi francesi hanno una certezza: Coulibay, nella sua folle impresa criminale, è stato aiutato da un certo numero di complici. Potrebbero essere sei, come ipotizzato da gran parte della stampa d'Oltralpe? Quello che si sa è che la cellula domestica che ha pianificato gli attacchi a Charlie Hebdo e alla drogheria ebraica è cresciuta all'ombra degli jihadisti parigini, la gran parte dei quali potrebbe essersi radicalizzata dietro le sbarre. Come lo stesso Coulibay, un ex delinquente comune. Per gli investigatori non è un dettaglio il fatto che sei dei dieci islamisti che nel 2010 furono condannati per il tentativo di evasione di Alì Belkacem, uno degli attentatori alla metropolitana del 1995, siano oggi a piede libero. Che si debba cercare in quell'ambiente? E dove? Non erano già sotto stretta sorveglianza?

Islamofobia
Nella Francia che si è risvegliata angosciata, il giorno dopo la grande marcia, emergono intanto numeri inquietanti, su cui i servizi francesi stanno indagando. Da mercoledì a oggi sono più di 50 le azioni anti-musulmani registrate nel Paese secondo il ministero degli Interni. Venti sono azioni belliche (come lanci di granate e spari) mentre 33 appartengono alla sfera delle minacce (lettere e insulti). Ma il numero pare destinato a crescere in questi giorni. Giorni che anche la comunità ebraica vive con particolare angoscia: la Francia ha rafforzato la vigilanza intorno alle scuole ebraiche del Paese, con il dispiegamento di cinquemila agenti. È stato lo stesso Coulibaly a confessare le sue intenzioni criminose controun asilo ebraico a uno degli ostaggi del negozio kosher nelle lunghe ore di assedio.

Lite Hollande-Netanyahu
Non si placano intanto le voci di un dissidio tra Netanyahu e Hollande secondo la stampa ebraica. Il presidente francese avrebbe caldeggiato Netanyahu a non partecipare alla manifestazione parigina. La richiesta è stata respinta, secondo Parigi, anche a causa della campagna elettorale in corso. Era troppo ghiotta l'occasione per sfilare a Parigi. Secondo Haaretz, la mossa di Netanyahu ha fatto infuriare così tanto Hollande che ieri sera, durante la cerimonia alla sinagoga di Parigi, si è platealmente alzato e se ne è andato quando Netanyahu ha iniziato a parlare. Rincara Maariv: mentre Hollande ha «accolto Abu Mazen con un caloroso abbraccio, ha riservato a Netanyahu una gelida stretta di mano»



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