Egiziani pestati a Catania, l'aggressori in video: "Non tornate più"
ANSA/ CARABINIERI
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Egiziani pestati a Catania, l'aggressori in video: "Non tornate più"

Tre adulti hanno picchiato a sangue tre minorenni egiziani che facevano ritorno al centro di accoglienza. Alla base dell'aggressione, futili motivi

"M..., non venite più in paese" e state "lontano dalle femmine". Sono le minacce urlate dagli aggressori mentre colpiscono i quattro ragazzi egiziani che inermi li supplicano: "non lo fare ti prego...", prima di venire colpiti con delle mazze da baseball.

Uno di loro, 16 anni, è in condizioni gravissime per un vasto ematoma cerebrale. E' dal video girato da una delle vittime che si rivive la drammatica aggressione da Arancia meccanica avvenuta due giorni fa in una strada nell'entroterra del Catanese, tra San Cono e San Michele di Ganzaria.

A colpire violentemente, anche con un calcio di una pistola, sono tre adulti che hanno inseguito i tre ragazzi in auto per quello che il procuratore di Caltagirone, Giuseppe Verzera, che coordina le indagini dei carabinieri, definisce "un agguato premeditato con un'aggressione di inaudita violenza".

Nelle immagini si vedono due di loro impugnare le mazze, uno anche una pistola, poi rivelatasi giocattolo, minacciando di "sparare". Si accaniscono su uno di loro, un sedicenne, colpendolo ripetutamente alla testa. Potrebbe essere lui l'obiettivo dell'"agguato premeditato" citato dal Pm.

Il ragazzo è intubato in gravi condizioni nell'ospedale Garibaldi-Nesima di Catania. Gli altri tre suoi connazionali, un 16enne e due 17enni, hanno riportato contusioni giudicate guaribili in cinque giorni.

Il video ha permesso di identificare i tre presunti aggressori, Antonino Spitale, di 18 anni, e i fratelli Giacomo e Davide Severo, di 32 e 23 anni, che sono stati fermati.

Oggi si terrà l'udienza davanti al Gip per la convalida del provvedimento restrittivo. Indagini sono in corso da parte dei carabinieri per identificare anche gli autisti delle due vetture sulle quali sono arrivati i tre indagati, senza partecipare direttamente all'aggressione.

Se le indagini hanno fatto subito chiarezza sulla dinamica dell'accaduto resta ancora non definito il movente. "Al momento - spiega il procuratore Verzera - non emerge, potrebbe esserci, ma non c'è". Per questo, aggiunge il magistrato, "stiamo indagando a tutto campo, senza escludere alcuna ipotesi".

In paese si parla di un'"incidente" avvenuto a San Cono alcuni giorni precedenti al violento pestaggio. Una pallone avrebbe colpito un passeggino per strada. Sarebbe nata una lite, rinfocolata da un successivo incontro a San Cono dei quattro egiziani che sono ospiti di un centro di accoglienza per migranti minorenni non accompagnati di San Michele di Ganzaria.

In paese c'è dell'insofferenza per le presenze dei giovani extracomunitari, ma non ci sono registrati, finora, episodi di razzismo. Ma contrasti in strada sì. In pochi oggi vogliono parlare. San Cono si è chiuso a riccio a protezione della sua comunità. Ma c'e' anche chi, sotto sotto, manifesta della solidarietà agli aggressori, con il migrante visto come un "forestiero" che si aggira nel "tuo" territorio.

"Con i carabinieri stiamo sentendo molte persone per accertare la verità - fa il punto della situazione il procuratore Verzera - Dobbiamo capire con certezza cosa è successo e perché. La certezza è che ci sono stati dei maggiorenni che, per motivi ancora oscuri, hanno colpito selvaggiamente quattro minorenni profughi ospiti della nostra regione. E questo - chiosa il magistrato - non ci fa onore"


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