Casa istituzionale solo per Grasso
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Casa istituzionale solo per Grasso

Tranne il presidente del Senato, nessuno vive più negli alloggi di rappresentanza parlamentari.

In pochi, anni fa, avrebbero scommesso che i preziosi appartamenti destinati ai vicepresidenti della Camera sarebbero andati, un giorno, alla polizia di Montecitorio. E che quelli dei questori avrebbero ospitato i sindacati interni. La rinuncia agli sfarzosi alloggi istituzionali rappresenta un elemento fondamentale del nuovo, sobrio, corso politico. Negli appartamenti di Palazzo Giustiniani è andato a vivere, recentemente, solo il presidente Pietro Grasso, per ragioni di sicurezza.

Laura Boldrini, come aveva annunciato in marzo a Ballarò, non ha mai dormito nelle stanze destinate al presidente della Camera: ora sono a disposizione delle occasioni di rappresentanza istituzionali di Boldrini stessa, dei vicepresidenti, dei questori e dei presidenti di commissione. La presidente è rimasta a vivere nella sua casa, per le cui misure di sicurezza sono stati spesi 10 mila euro. Grasso, che a Ballarò aveva annunciato anche lui la rinuncia all’appartamento istituzionale, come ha scritto Panorama due settimane fa ha invece cambiato idea e si è trasferito a Palazzo Giustiniani dopo essere stato informato dalla prefettura che erano partite le procedure per la blindatura del suo appartamento all’Eur.

Quando era procuratore nazionale antimafia era sufficiente una porta blindata, ma pare che la protezione da presidente sarebbe costata circa 250 mila euro (sono previsti standard di sicurezza minimi e massimi, evidentemente per lui serviva la seconda opzione). Una cifra che Grasso non si è sentito, sostiene, di far spendere.

Intanto, sempre sul fronte stanze, Grasso ne dovrebbe concedere 15 alle commissioni bicamerali sul controllo dei bilanci. Ma non arrivano: Grasso vuole scaricarle sulla Camera. Che però le ha già ospitate.

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