Caro Grillo, cari portavoce
Fugate il sospetto che dietro al sì a Grasso ci sia in realtà una manovra sottotraccia per entrare nella stanza dei bottoni in coabitazione col Pd
Caro Beppe Grillo e cari parlamentari (o “portavoce”, come preferite esser chiamati) del Movimento 5 Stelle.
Un italiano su quattro vi ha votato. È stato un voto pulito e ragionato, non clientelare: bisognava far arrivare in Parlamento, a tutti i partiti, un segnale forte e chiaro di indignazione e volontà di cambiamento. A qualcuno è addirittura piaciuto il programma che avete postato online, soprattutto riguardo alle misure di etica pubblica, equità sociale e tutela dell’ambiente. Altri dissentono profondamente dalle vostre proposte economiche e dal colore troppo “rosso” di molte di quelle proposte (e delle storie personali di parecchi di voi). Ma vi hanno votato, credendo in voi, per scuotere il Palazzo. Forse non per aprirlo come una scatoletta di sardine, come dice Beppe (per quello ci vuole ben altro che un paio di apriscatole), ma almeno per avviare le pulizie stagionali.
Attenzione, però. Come alcuni di voi sono così diffidenti e malpensanti da ritenere che in America il Grande Fratello inserisca chip sottopelle o che l’11 Settembre sia un trucco sionista, così anch’io ho i miei sospetti. Le mie visioni e dietrologie. Va bene quel che dice Grillo sul suo blog, che in fondo “so’ ragazzi”, vanno compresi (e forse perdonati) quei giovanotti neoeletti che sarebbero caduti nella trappola del Pd votando Grasso e la Boldrini. Che hanno sbagliato in buonafede. E sarà pur vero che c’è tutta la volontà nel M5S di non concedere la fiducia ad alcun governo del Pd o Pdl.
Ma ho comunque il sospetto (e nessuno me lo toglie) che la situazione non vi sia sfuggita completamente di mano, che quella manciata di voti a Grasso non fosse inattesa, che sottotraccia nel MoVimento vi sia desiderio di governare, in coalizione se necessario, occupando poltrone e giocando alla politica degli adulti; il sospetto che tra i “portavoce” vi siano molti che hanno preso gusto a esser deputati e senatori (tanto da bussare a braccetto delle mogli al ristorante del Senato, poi alla mensa del Senato, quindi alla mensa della Camera, senza neanche considerare che ci sono tante tavole calda là fuori), il sospetto che dietro la confusione un po’ bambinesca delle prime riunioni di gruppo, a metà tra i segreti di Montecitorio e i meetup in rete, vi sia il tentativo di esercitare appieno la libertà di mandato che la Costituzione vi garantisce.
Voi, però, cari “portavoce” del MoVimento, rappresentate in realtà non soltanto gli elettori della Rete, ma anche gli altri, forse più numerosi, che votando Grillo non si sono neppure chiesti che faccia aveste voi, i suoi candidati.
Voi state in Parlamento, certo, anche per “rendicontare le caramelle” come ha bloggato la vostra capogruppo a termine, Roberta Lombardi. Ma ci state con l’obbligo morale di non entrare appena possibile in una maggioranza con quelli che Beppe voleva “morti”, i sepolcri imbiancati del Pdmenoelle che occupano le istituzioni e si riparano oggi, per sopravvivere con tutto il loro clan, dietro i volti “presentabili” dei neopresidenti di Camera e Senato (a loro volta probabilmente non così lontani dalla politica in passato…). E la prossima volta che vi capiterà di dare un voto che permetta di formare un governo Bersani o del Pdmenoelle, sappiate che quegli elettori non si accontenteranno di credere alla favola degli “ingenui caduti nella trappola” o dei ragazzi appena arrivati dalla provincia (siciliana, nel caso del voto a Grasso) o della scelta necessaria tra male e peggio.
Sarebbe triste se i 9 milioni di elettori del M5S si sentissero traditi da un voto ideologico, di partito, vecchio stile, per di più beffardo, o peggio ipocrita, invece di continuare a contare su una “vigilanza rivoluzionaria” in Parlamento, allergica, come promesso in campagna elettorale, a qualsiasi intelligenza o compromesso col nemico. Perché se invece tradirete la parola, nessuno ci toglierà dalla testa che siete uguali a tutti gli altri. E che il vostro obiettivo non sarà stato la vigilanza democratica, ma la poltrona assicurata per un arco intero di legislatura.