Cameron chiude le porte all'immigrazione illegale. E noi?
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Cameron chiude le porte all'immigrazione illegale. E noi?

Siamo noi italiani fuori dal mondo e dall'Europa: come dimostra l'appello alla tolleranza zero del premier inglese

 

Sull’immigrazione illegale l’Italia è fuori dal mondo. È in piena infrazione. Calpesta le leggi della civile convivenza che vigono nel Nord Europa. A meno che non si voglia sostenere che la Gran Bretagna di David Cameron sia un paese incivile, illiberale, cinico, e non invece quel paese aperto ai migranti (legali e su vasta scala) che ha trasformato interi quartieri di Londra (e non solo) in colonie asiatiche. L’Italia è fuorilegge non tanto per il modo in cui tratta i clandestini nei centri d’accoglienza, lo è anzitutto perché li tollera. Perché non li cerca, non li individua, non li persegue, non li rimanda a casa. Per come chiude gli occhi sull’immigrazione illegale. Altro che Bossi-Fini. Altro che braccia aperte verso i clandestini. Altro che buoni sentimenti e mano tesa. Altro che “politicamente corretto”.

Basta ascoltare che cosa dice Cameron nei suoi diversi interventi sul tema, col tono fermo di chi annuncia misure rigorose contro il crimine. Attenti, la premessa è che “l’immigrazione ha portato significativi benefici alla Gran Bretagna” e la “comunità di immigrati è una parte essenziale di ciò che noi siamo”. Ma l’immigrazione va “controllata”. Frasi che pronunciate in Italia da qualsiasi politico (non da certi sindaci leghisti che passerebbero per mammole al confronto) verrebbero messi in croce come razzisti e/o xenofobi. Sostiene dunque Cameron che “dobbiamo fare molto di più per trovare queste persone e mandarle via dal paese”. Qualcosa è stato già fatto: “Abbiamo parlato con le banche perché gli immigrati illegali non abbiano facile accesso al credito. Dobbiamo tutti lavorare più strettamente tra noi e con la Border Agency, l’Agenzia delle frontiere”, per combattere l’immigrazione illegale e ciò che ne consegue: “lavoro illegale e evasione fiscale”. Ancora: lo Stato doterà gli immigrati legali di speciali permessi di residenza, “per fornire ai datori di lavoro una maggiore certezza su a chi stanno dando lavoro e su chi ha diritto di vivere qui”. O, meglio, su chi quel diritto non ce l’ha. Perché quel diritto non è automatico, non è “di fatto”.

La repressione? Perché no. Risultati da propagandare come modello di buona amministrazione e applicazione delle leggi sono per esempio le “campagne” (retate?). “Nella campagna di quest’estate abbiamo compiuto circa 600 operazioni che hanno portato a 550 arresti”. In Italia stiamo a lambiccarci sul reato di clandestinità, ben sapendo che è quasi impossibile anche solo espellere un clandestino colto addirittura in flagranza di reato.

L’appello di Cameron è verso tutti. La difesa dalla clandestinità riguarda “ciascuno, voglio che tutti nel paese ci aiutino, anche riferendo di sospetti immigrati illegali alla nostra Border Agency, o per telefono o andando sul sito Internet”. Viva la delazione. Così potremo “riappropriarci dei nostri confini e mandare a casa gli immigrati illegali”. Ve l’immaginate Enrico che fa appello agli italiani perché denuncino i clandestini?

In sostanza, gli obiettivi della politica britannica dell’immigrazione sono: “Limiti reali, adeguata applicazione delle leggi, controllo reale su quanti arrivano qui e su chi sono”. Si potrà così abbattere il numero di immigrati, e tornare “ai livelli degli anni ’80 e ‘90”. Obiettivo o effetto secondario?

Adesso qualcuno ci dovrà spiegare da che parte sta la demagogia. Da che parte sta il politicamente scorretto. Da che parte sta l’Europa. E da che parte l’Italia.   

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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