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De Ketelaere e il modello Milan

Rossoneri sul giovane talento del Bruges: le prime mosse dell'era RedBird confermano come la strategia dei rossoneri non sia cambiata. E fin qui si è rivelata vincente

Con i suoi ventuno anni compiuti di fresco e il palmares già arricchito di titoli nazionali con la maglia del Bruges, Charles De Ketelaere rappresenta il profilo ideale per raccontare cosa sarà il Milan del futuro. Non ci sarà nessuna rivoluzione e nessuna corsa avanti, troppo avanti, anche nell'era di Gerry Cardinale che si è preso il club rossonero convinto sia dalle potenzialità di un brand già conosciuto in tutto il mondo che dal modello di gestione di Elliott. Una ricetta grazie alla quale i rossoneri, freschi campioni d'Italia, hanno attirato le attenzioni non solo di RedBird ma anche di altri interessati.

La conferma di Paolo Maldini e Ricki Massara, la permanenza di Ivan Gazidis a capo dell'azienda almeno fino a novembre, quando scade il suo contratto, erano la premessa al concetto di continuità dichiarato dal nuovo proprietario nelle ore di insediamento. Quanto sta accadendo nelle fasi iniziali del calciomercato va nella stessa direzione e rafforza l'idea di un Milan destinato a presentarsi al via della prossima stagione più forte, lungo e competitivo rispetto a un anno fa ma senza fare follie. La suggestione del mercato degli sceicchi da 300 milioni di euro, peraltro nemmeno mai confermata dai diretti interessati prima di farsi da parte nella corsa alla proprietà, era destinata a rimanere tale: una suggestione.

De Ketelaere incarna alla perfezione il modello Milan: giovane, talentuoso, con già una traccia di esperienza a livello internazionale che lo rende spendibile per la squadra di Stefano Pioli ma, allo stesso tempo, plasmabile e valorizzabile. Un profilo che si può sovrapporre a quello di altri giocatori sbarcati a Milanello dal 2018: Tomori, per esempio, oppure l'altro belga arrivato quasi senza pubblicità e che risponde al nome di Saelemakers. Oppure Tonali, con le sue difficoltà nel primo campionato che non hanno fatto desistere il Milan dall'investire tempo e denaro nella crescita di un talento che promette di diventare centrale anche per la nazionale.

Ecco, De Ketelaere è come loro e, forse, qualcosa in più. Ha già fatto intravedere con il Bruges (tre titoli belgi consecutivi) e con la nazionale quali qualità abbia. Piace anche altrove in Europa, non solo al Milan, ma Maldini e Massara si sono mossi per tempo e adesso devono solo concretizzare senza che si inneschi l'asta che il club rossonero rifiuta per definizione: senza follie, ma anche dando il giusto valore ad ogni scelta. Tomori, ad esempio, non è costato poco quando si è trattato di riscattarlo dal Chelsea: 29 milioni di euro cash, senza sconti e dilazioni. Affare fatto e chiuso non indulgendo all'idea di potersi rivolgere ad altra bottega.

La continuità nel progetto è oggi la miglior garanzia possibile per i tifosi del Milan, ubriachi di gioia per la conquista di uno scudetto che sembrava impossibile un'estate fa. Rispetto ad allora Maldini e Massara hanno margini di investimento superiori, ma non perché RedBird abbia in testa spese extra che Elliott non garantiva; la realtà è che un anno fa i rossoneri dovevano spendere per confermare i prestiti già in rosa (Tomori e Tonali su tutti) e per sostituire il partente Donnarumma con Maignan. Ora si sono consolidati e possono espandersi. De Ketelaere è la prima scelta, in linea di continuità con il passato.

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Giovanni Capuano