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Ansa
Calcio

Zaniolo & Jorginho, giocatori e soprattutto tifosi differenti

Il romanista addirittura inseguito sotto casa mentre l'ex giocatore del Chelsea passato ai concittadini dell?Arsenal riceve solo incoraggiamenti e saluti dai suoi vecchi sostenitori

Nelle ore in cui Nicolò Zaniolo scappava a casa dei genitori a La Spezia per sfuggire, almeno per qualche giorno, alle pressioni della Roma giallorossa imbufalita per il suo strappo con il club del cuore, a 1.874 chilometri di distanza Jorge Luiz Frello Filho, meglio conosciuto come Jorginho, chiudeva la sua storia con il Chelsea senza nemmeno fare le valigie per trasferirsi ai vicini di casa e città dell'Arsenal. Salutato dai ringraziamenti di migliaia di tifosi, grati per quanto regalato in cinque anni non senza successi: una Champions League da protagonista assoluto, un Mondiale per Club, una Supercoppa Europea e un'Europa League. Qua la mano e a vederci presto, anche se da acerrimi avversari.

Beato lui e fortunati gli inglesi, che hanno mille contraddizioni e stanno gonfiando la bolla del calcio europeo ben oltre i limiti di guardia - senza che la Uefa senta l'esigenza di intervenire sui più preziosi alleati nell'affossamento della Superlega -, ma che in materia di cultura sportiva hanno poco da invidiare al resto del mondo. Sarà che loro sono più freddi di noi cuori caldi latini, o anche che il tifoso del Chelsea in questo mese di gennaio abbia avuto il suo daffare nel tenere conto dei nuovi arrivati così da non potersi concentrare troppo su chi partiva. O sarà semplicemente la conferma della difficoltà che ha il nostro sistema ad affrancarsi da vecchi vizi.

Nelle stesse ore, ad esempio, un po' più a nord di Roma si scriveva un'altra storia di divorzio annunciato e doloroso. Apparentemente con un finale diverso e meno cruento rispetto a quello dello strappo tra Zaniolo e la Roma (chi verso chi? lo scopriremo compiutamente solo quando tutto si sarà sistemato). Dopo mesi di tentennamenti e mezze verità, o bugie piene, Milan Skriniar ha sciolto le riserve e annunciato l'addio all'Inter a fine stagione. A parametro zero, senza lasciare in eredità nemmeno un euro ma andandosi a prendere un contratto ricco anche di bonus dal solito Psg.

A differenza di Zaniolo (e di tanti altri prima di lui a tutte le latitudini) pare che Skriniar sia stato perdonato subito dalla sua tifoseria o, almeno, da quella che ha avuto l'incredibile possibilità di incontrarlo per farsi spiegare le ragioni dell'addio oltre il comprensibile a prima vista e cioè la cifra scritta sul bonifico proveniente da Parigi. Il privilegio è stato concesso, non che ci si debba sorprendere, ai soliti ultras. Per gli altri dovrà bastare lo stringato riassunto pubblicato a breve sulla fanzine della curva. Interviste? Nulla al momento. Spiegazioni pubbliche? Nemmeno. Gli ultras. Le curve. Quelle dalle quali, ciclicamente, il nostro calcio annuncia di volersi staccare recidendo il cordone ombelicale. Anche per questa volta, sarà la prossima.

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Giovanni Capuano