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Ansa
Calcio

Svolta Serie A: pronta a sperimentare il Var a chiamata

La lettera della Figc alla Fifa, la pressione dei club e l'invito agli arbitri ad aumentare il ricorso alla tecnologia. Tutto bene. L'unico problema? Avviene a stagione in corso

La Figc ha scritto alla Fifa per annunciare la disponibilità dell'Italia a farsi apripista per l'utilizzo del challenge nel Var delle partite del proprio campionato di Serie A. Una svolta che i vertici federali hanno voluto dopo aver ricevuto richieste specifiche da parte di molti club. Una disponibilità informale che arriva alla vigilia della riunione annuale dell'Ifab, l'organismo che modifica le regole del gioco del calcio, e che conferma una tradizione progressista del nostro calcio. Già la nascita del Var era stata accompagnata da una stagione di sperimentazione off line nel massimo campionato tricolore con risultati poi trasferiti negli altre paesi.

Dunque, niente di nuovo nella volontà di essere in prima linea per modernizzare il pallone e le sue tecnologie. Della possibilità di chiamata al Var da parte dei capitani o arbitri, un numero determinato di volte, così da togliere qualsiasi alibi e polemica si parla da tempo e una parte importante del movimento si è detta informalmente d'accordo. Il presidente Gabriele Gravina si è fatto carico di queste spinte e ha compiuto il passo formale verso la Fifa, mettendo a disposizione la Serie A nei tempi e nei modi che eventualmente l'Ifab stabilirà.

Non sfugge, però, la portata politica della discesa in campo del numero uno del calcio italiano. Arriva dopo settimana bollenti nelle quali c'è chi ha alzato i toni (ad esempio il presidente della Fiorentina Commisso) accusando in sostanza gli arbitri di condizionare i risultati delle partite. Agli atti risulta un colloquio tra Gravina e Commisso, che ad oggi non è stato deferito per le sue parole, e così la mossa della Figc sembra quasi un accodarsi al clima di veleni.

Anche perché, mentre l'eventuale sperimentazione del challenge avverrà in un futuro tutto da scrivere e non prima dell'anno prossimo, l'invito che lo stesso Gravina ha girato al designatore Rizzoli di intensificare il ricorso al Var e all'on field review nei casi controversi, produrrà l'effetto di una diversa velocità di utilizzo dello stesso strumento nel corso della medesima stagione. Se fin qui gli arbitri hanno utilizzato un metro, la speranza dei vertici federali è che lo cambino. Il motivo? La nota della Figc parla testualmente di «non alimentare polemiche strumentali che intacchino l'immagine del nostro campionato, che si appresta ad entrare nella fase decisiva». Insomma, non si mette a tacere chi alza i toni, non di rado in maniera strumentale, ma si chiede al sistema arbitrale di adeguarsi. Comunque la si giri, una scelta pericolosa.

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Giovanni Capuano