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Ansa
Calcio

Scudetto made in Lombardia

L'Atalanta contro Milan e Inter: il titolo promette di decidersi in un fazzoletto di chilometri tra Milano e Bergamo. Segnando nuove gerarchie nel calcio italiano - PERCHE' L'ATALANTA E' DA SCUDETTO

La premessa d'obbligo è che mancano ancora 33 ore di campionato (1.980 minuti di campo) e che è presto per immaginare qualsiasi verdetto definitivo. Però, goccia dopo goccia, la stagione sta cominciando a mettere in fila le sue risposte, alcune delineate e altre che si accennano appena ma che prendono consistenza col passare delle settimane. Nella prima categoria si possono inserire le defezioni eccellenti, a partire dalla Juventus che non correrà per lo scudetto ma per cercare qualcuno su cui immaginare una rimonta Champions. Nella seconda, invece, c'è il triangolo tra Milano e Bergamo su cui corre la volata per il titolo.

PANORAMA IL 31 AGOSTO - GRIGLIA SCUDETTO, IN PRIMA FILA INTER E ATALANTA

E' vero che il Napoli non ha alzato bandiera bianca e, anzi, solo cadendo contro l'Atalanta in una serata condizionata dalle troppe assenze per Spalletti ha abbandonato la testa della classifica. Lo ha fatto lottando con fierezza, ma allo stesso tempo mostrandosi inferiore all'avversaria così come già successo contro l'Inter di Inzaghi nello scontro diretto di San Siro. Due indizi cui manca il terzo in calendario il 19 dicembre con il Milan di Pioli: ai partenopei serve una risposta forte per non accreditare l'idea di essere subalterni rispetto alle squadre del Nord nella corsa allo scudetto.

In attesa del Napoli, dunque, tutto porta al 'Made in Lombardia': Milan, Inter e Atalanta in rigoroso ordine di apparizione nella classifica che corre veloce verso il titolo di campione d'inverno. Difficile indicare chi abbia più meriti fin qui. Strappa applausi il Milan di Pioli, traghettato oltre le continue emergenze e irriconoscibile solo nella settimana dei ko contro Fiorentina e Sassuolo. Suscita stupore l'Inter cui Inzaghi ha dato un'identità stilistica che non fa rimpiangere la solidità mentale di Conte. E merita ammirazione l'Atalanta che è già passata dal tunnel degli infortuni, gravi e ripetuti, e che corre molto più forte del passato con la prospettiva di un girone di ritorno in cui storicamente accelera.

La vittoria dei bergamaschi a Napoli vale un esame di maturità; ha ragione Gasperini quando dice che molti si sarebbero persi dopo essere andati sotto e i suoi, invece, sono stati prima di tutto mentalmente solidi. Ma ha ragione anche Inzaghi che rivendica la crescita tumultuosa di una squadra e di un ambiente usciti tramortiti dal triplo addio di Conte, Hakimi e Lukaku e dal dramma di Eriksen: merito prima di tutto di Marotta, che ha speso 12,5 milioni di euro per portare ad Appiano Dzeko, Calhanoglu e Dumfries, ma un grande lavoro lo sta facendo il tecnico che vive la grande chance della carriera.

E poi il Milan. Il ko di Kjaer è l'ennesimo pugno di sabbia gettato dentro un ingranaggio quasi perfetto per continuità. Maldini e Massara dovranno superarsi a gennaio per trovare un'alternativa al danese che non lo faccia rimpiangere almeno dal punto di vista tecnico, visto che come leadership la mancanza sarà difficilmente colmabile. Si può fare? Nel gennaio 2020 pescarono lo stesso Kjaer tra lo scetticismo generale e un anno fa si ripeterono con Tomori: meritano fiducia e un incoraggiamento.

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Giovanni Capuano