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Ansa
Calcio

Mino Raiola non è morto

La notizia smentita dallo stesso procuratore via social. Le voci sulle condizioni di salute circolano da mesi, lo choc e le condoglianze (inutili) del mondo del calcio. Zangrillo (San Raffaele): "Sta combattendo"

Mino Raiola non è morto e questa è la migliore delle notizie possibili, anche se le sue condizioni di salute destano grandissima preoccupazione e che non stia bene lo ha confermato, indirettamente, anche Alberto Zangrillo che è primario dell'ospedale San Raffaele di Milano: "Sono indignato dalle telefonate di pseudo giornalisti che speculano sulla vita di un uomo che sta combattendo". Non è morto è la notizia del suo decesso, che ha fatto rapidamente il giro del mondo a metà del 28 aprile, nata da una voce raccolta dal telegiornale di LA7, è stata smentita dallo stesso procuratore con un tweet: "Stato di salute attuale per chi se lo chiede: incazzato la seconda volta in 4 mesi mi uccidono. Sembro anche in grado di resuscitare".

Anche Panorama.it ha pubblicato la notizia della sua morte, salvo poi rettificare una volta arrivata la smentita a pochi mesi da altre precisazioni legate a un ricovero di Raiola al San Raffaele per un intervento chirurgico descritto dal suo entourage come "controlli programmati". Poi un periodo di silenzio fino all'irrompere sulla scena dell'indiscrezione legata all'addio.

Raiola è uno dei procuratori di calcio più potenti del mondo e ha 54 anni. Da tempo risulta malato e in cura proprio in Italia che è la sua terra di nascita e anche uno dei luoghi dove maggiormente ha operato nel corso della carriera. Originario di Nocera Inferiore e cresciuto in Olanda, è uno degli uomini più influenti del calcio internazionale, protagonista di trattative discusse e riferimento per campioni del calibro di Nedved, Ibrahimovic, Pogba, De Ligt, Donnarumma, Lozano e De Vrij fino ad arrivare al nuovo gioiello norvegese Haaland, in procinto di trasferirsi la prossima estate alla corte di Pep Guardiola al Manchester City.

Controverso per il suo modo di approcciare i club, ma anche riconosciuto per la sua bravura. Raiola si è fatto strada dal basso e non aveva mai rinnegato le sue origini. Criticato per la spregiudicatezza con cui conduce la carriera dei suoi assistiti, certamente non ha mai mancato nell'obiettivo di garantirgli il miglior trattamento economico possibile. Molti tifosi non lo vedono di buon occhio, proprio per il cinismo con cui gestisce le strade professionali dei beniamini. I dirigenti lo ritengono, invece, un manager di altissimo livello con cui confrontarsi e, se necessario, scontrarsi.

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Giovanni Capuano