Si Pioli, no Rangnick, la scelta di buon senso del Milan e di Gazidis
(Ansa)
Calcio

Si Pioli, no Rangnick, la scelta di buon senso del Milan e di Gazidis

I rossoneri abbandonano il progetto legato all'allenatore tedesco e confermano Pioli (Ibra e Maldini)

La svolta del Milan che ha confermato Pioli e chiuso dopo mesi di trattativa senza sbocco la pista Rangnick, è una scelta di buon senso da parte della proprietà Elliott e del capo del club Ivan Gazidis. Col passare delle settimane e con i buoni risultati in campo della squadra, risalita a ritmo vertiginoso in classifica sino a centrare l'obiettivo Europa, la sostituzione del tecnico è parsa sempre più una forzatura non funzionale al progetto. Aver compreso questo passaggio è un segno di forza, non di debolezza, anche se il quadro complessivo è di grande confusione da parte di un club arrivato a fine luglio prima di cancellare con un colpo di spugna mesi di progettazione.

Pioli si è calato nel Milan molto meglio di quanto avesse cominciato a farlo Rangnick, che tra esternazioni, diktat e richieste di carta bianca aveva creato non pochi imbarazzi costringendo una leggenda come Maldini a prendere posizione con forza per ricordargli le regole della buona educazione calcistica.

La svolta Pioli è un atto di buon senso perché in questa estate sincopata cambiare tutto con pochi giorni tra una stagione e l'altra avrebbe rappresentato un salto nel buio. Perché Pioli ha valorizzato la rosa compresi i giovani, filosofia preferita da Elliott, amalgamandoli alla perfezione con gli anziani. E' stato permeabile agli spifferi esterni, non ha polemizzato anche quando avrebbe potuto, ha lavorato e prodotto risultati.

Come segnalato nelle scorse settimane, l'addio al progetto Rangnick significa anche una rivalutazione del lavoro di Maldini. Suo e di Boban il mercato su cui si poggia l'ottimo comportamento del Milan post Covid; riconoscerlo significa ora dagli il credito giusto per andare avanti evitando di mettergli i paletti che un'estate fa hanno ritardato il completamento dell'attuale rosa. L'indicazione vale per i prossimi mesi: seppure a tempo scaduto, Gazidis si è accorto della bontà dell'opera dei suoi dirigenti. Cambiare idea è segnale di intelligenza, ma la conversione dovrà essere supportata in maniera concreta ascoltando le parole di chi da sempre chiede un Milan di nuovo grande in tempi ragionevoli e spesso non è stato ascoltato.--

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Giovanni Capuano