juventus inter coronavirus porte chiuse cosa ha detto
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Calcio

Juventus-Inter: cosa ha detto la sfida scudetto

Sarri ha una squadra più forte, la resa di Conte. Il valore di Dybala, il mistero Eriksen e una vittoria che lancia i bianconeri al duello con la Lazio

Lo scontro scudetto dello Stadium, chiuso per emergenza Coronavirus, ha dato un verdetto netto: la Juventus è più forte dell'Inter, ha maggiore qualità, più scelte e in definitiva è più avanti nel suo percorso tecnico. Dunque prosegue nella corsa scudetto che si chiude virtualmente per i nerazzurri, precipitati a meno 9 (seppure con una partita da recuperare) e in frenata lenta ma costante dall'inizio del nuovo anno. Qualche pareggio di troppo e i ko nei duelli che contano, prima con la Lazio e poi con la Juventus: non è un caso ma una sentenza.

Sarri, invece, ha pescato nel momento della crisi la migliore prestazione nella ripresa della sua Juve, parsa molto più simile a quella che in ottobre aveva sbancato San Siro piuttosto che alla versione dimessa delle ultime settimane. Sorride perché alcuni giocatori stanno ritrovando la migliore condizione e, soprattutto, stanno imparando la gestione di una rosa lunga e ricca, in cui Dybala può venire utile e decisivo anche uscendo dalla panchina. In Europa serve di più, per il campionato italiano è ancora un lusso che fa la differenza.

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COSA HA DETTO LA SFIDA SCUDETTO ALLA JUVENTUS

I bianconeri continuano a essere in Italia la macchina che fatica quando il livello si abbassa, ma è capace di alzare i giri nelle serate che contano. Quella contro l'Inter era una partita fondamentale, perché doveva far dimenticare errori ed omissioni della doppia sfida con la Lazio e del passaggio a vuoto di Lione. E' possibile che la notte dello Stadium rappresenti il click nella testa dei calciatori di Sarri, quella svolta attesa in un gruppo parso spesso a corto di motivazioni in un campionato vinto per 8 anni consecutivi.

Ronaldo non ha segnato, ma ci ha pensato Dybala. Higuain ha fatto lavoro sporco. E l'esclusione di Pjanic dall'inizio ha dato un segnale potente a tutti: il tempo degli esperimenti a metà velocità è finito, gioca chi sta bene e garantisce quantità e qualità. Il bosniaco tornerà nuovamente a essere utile, ma oggi è più funzionale un centrocampo con Bentancur così come Douglas Costa può rappresentare la quadratura del cerchio in attacco.

COSA HA DETTO LA SFIDA SCUDETTO ALL'INTER

Conte ha ragione quando sottolinea come la differenza con Juventus e Lazio sia scavata dalle sconfitte negli scontri diretti. Ha preso zero punti ai bianconeri e solo 3 ai biancocelesti, conferma che il processo di crescita è tutt'altro che finito. L'Inter ha fatto una prima metà di stagione straordinaria e adesso sta flettendo, curiosamente accompagnata (o anticipata) dalla flessione numeri di Lukaku e Lautaro Martinez: 4 gol (solo 1 l'argentino) nelle prime 6 giornate del ritorno mentre erano stati il doppio nelle 6 precedenti. Non è necessariamente una critica a loro, anche se Lautaro è molto meno incisivo di prima, però in una squadra in cui i centrocampisti segnano poco è obbligatorio passare dalle reti degli attaccanti.

Poi c'è il tema Eriksen. Sbarcato come il grande colpo di gennaio e, in prospettiva, anche della prossima estate, il danese non ha un posto da titolare. L'alibi della necessità di integrarlo nel disegno tattico sta svanendo con il passare dei giorni, anche perché la pausa imposta dall'emergenza Coronavirus ha dato a Conte la possibilità di lavorare. Da top player si sta trasformando in equivoco tattico, una china che nessuno si può permettere. Verrà certamente il suo momento, ma il tecnico nerazzurro ha il dovere di accelerare il piano di valorizzazione del materiale messogli a disposizione da Suning.

Aver perso a Torino ed essere usciti dalla corsa scudetto non è un dramma o una bocciatura. E' la certificazione dell'inferiorità attuale nei confronti della Juventus, ben espressa da risultato e andamento del doppio confronto diretto. Ma la crescita deve proseguire e, se possibile, comprendere anche l'assalto deciso all'Europa League che pare alla portata. Sempre se il virus lascerà ai nerazzurri e a tutti gli altri la possibilità di andare in fondo.

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Giovanni Capuano