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Ansa
Calcio

Inter, passivo record. In due anni le big hanno bruciato un miliardo

Il club in mano agli Zhang chiude a -245,6 milioni di euro: mai nessuno così in rosso nella storia della Serie A. Con Milan e Juventus i numeri da spavento del calcio italiano nell'era Covid - SENZA NUOVO SAN SIRO FUTURO DA COMPRIMARI

Meno 245,6 milioni di euro, nessuno mai così in rosso. La stagione dello scudetto e delle preoccupazione per la tenuta e l'impegno del Gruppo Suning si è chiusa con un passivo record per l'Inter, di molto superiore anche rispetto alle attese. Colpa del Covid, così come per le altre società alle prese con la gestione dello tsunami pandemico, ma anche di costi esplosi negli ultimi anni all'inseguimento del successo poi arrivato sotto la guida di Antonio Conte prima della necessità di cominciare a ridurre, tagliare e razionalizzare.

Impossibile per l'Inter ammortizzare il colpo del crollo dei ricavi, scesi a 364,7 milioni di euro a causa della chiusura degli stadi, che si è prolungata per tutta la stagione mentre in quella precedente aveva impattato solo da marzo in poi, oltre ai minori incassi da sponsorizzazioni perché molti partner hanno chiuso i rubinetti anche a fronte dell'impossibilità di ricevere i benefit concordati da parte del club. Un bagno di sangue che rappresenta il punto più basso toccato dalla gestione Zhang ma, allo stesso tempo, anche il punto di ripartenza.

Le cessioni importanti in estate (Lukaku e Hakimi), la riduzione del monte ingaggi e l'arrivo di nuove partnership a partire dagli sponsor sulla maglia prospettano, infatti, un anno di ricavi in crescita e diminuzione dei costi. Azioni che "consentiranno di ridurre significativamente le perdite del Gruppo nella stagione 2021-2022". Il futuro poi dipenderà dagli sviluppi del rapporto con Suning e dalla sua possibilità, al momento remota, di poter sostenere con nuovi investimenti la vita dell'Inter le cui azioni sono finite in pegno al fondo Oaktree per garantire il prestito da 275 milioni di euro che ha consentito di superare la crisi di liquidità dello scorso inverno.

LA CLASSIFICA DEI PASSIVI RECORD DEL CALCIO ITALIANO

Il passivo dell'Inter è il record nella storia del calcio italiano. Ritocca il primato appena stabilito, in questa classifica poco onorevole, dalla Juventus di Andrea Agnelli con il -209,9 dell'ultimo anno dell'era Ronaldo, quello che ha costretto la proprietà a un aumento di capitale da 400 milioni per mettere una pezza agli squilibri e alle conseguenze della pandemia. Sul podio rimane il -207 dell'Inter di Moratti stagione 2006/2007, quella post Calciopoli in cui il petroliere nerazzurro aumentò gli investimenti per gettare le basi della squadra del ciclo culminato con il Triplete del 2010.

Non è un caso che altri tre bilanci di quella era siano nelle prime 7 posizioni, subito alle spalle del -204 della Roma 2019/2020 poi passata di mano da Pallotta a Friedkin: in ordine decrescente il -181 del 2005/2006, il -154 del 2008/2009 e il -148 del 2007/2008. Quindi il Milan della difficile transizione da Yonghong Li a Elliott (-146 nel giugno 2019, primo bilancio interamente a carico del fondo), l'Inter di Thohir in procinto di essere ceduta a Suning (-140 nel 2016) e, appena fuori dalla Top10 le due romane nell'anno di grazia 2003: Lazio (-122) e Roma (-115).

JUVENTUS, MILAN E INTER: UN MILIARDO BRUCIATO IN DUE ANNI

C'è però un altro dato che rende visibile l'impatto della pandemia sui conti del calcio italiano. Negli ultimi due anni, di cui uno e mezzo alle prese col Covid e con le restrizioni e la sparizione di intere linee di ricavo a partire dagli incassi da stadio, le tre big storiche della Serie A hanno accumulato passivi per complessivi 938,6 milioni di euro. Un miliardo bruciato e suddiviso quasi in parti uguali tra Juventus (-299), Inter (-348) e Milan (-291), anche se i rossoneri sono decisamente più avanti rispetto agli altri nella politica di contenimento e razionalizzazione dei costi.

L'effetto Covid si farà sentire anche in questa stagione. La riapertura progressiva degli impianti limiterà un po' i danni così come il ritorno degli sponsor e la progressiva normalizzazione del mercato che ha perso, con i cartellini, oltre la metà del suo valore togliendo così alle società una leva fondamentale (quella delle plusvalenze e del player trading) per cercare di rimettere in equilibrio i conti. Meccanismo usato a volte con eccessiva disinvoltura e sui cui le autorità calcistiche e non solo - la Consob ha aperto un fascicolo sul bilancio della Juventus - hanno deciso di accendere un faro.

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Giovanni Capuano