Ibra (e altri giocatori) contestano Gazidis. Milan nella bufera
Calcio

Ibra (e altri giocatori) contestano Gazidis. Milan nella bufera

Duro faccia a faccia a Milanello con Ibra che contesta l'assenza di un progetto vero. Cose che milioni di tifosi rossoneri pensano da mesi, se non da anni

Prima di tutto la notizia. L'amministratore delegato e plenipotenziario del Milan, Ivan Gazidis, atterrato a Milanello per la prima volta dopo la pandemia a sole 48 ore dal ritorno in campo della squadra in Coppa Italia è stato duramente contestato dai giocatori. Il gruppo gli ha comunicato di non aver gradito l'assenza e il silenzio prolungati e gli ha notificato di ritenere un problema di non poco conto il continuo inseguirsi di voci destabilizzanti sull'allenatore Pioli e sul futuro di molti protagonisti dello spogliatoio.

Si narra che Ibrahimovic, leader silenzioso (ma non troppo) lo abbia apostrofato direttamente per spiegargli la distanza abissale che c'è tra questo Milan e quello del passato. Una distanza fatta non solo di investimenti e risultati, nel pensiero dello svedese, ma anche e soprattutto di spessore umano e dirigenziale. Insomma non un trionfo per Gazidis che pure si era presentato portando in dote il via libera all'intesa sul taglio degli stipendi causa Coronavirus considerato non punitivo per lo spogliatoio.

Quanto accaduto però è uno spaccato delle difficoltà che il Milan attraversa in questo momento e che non si misurano solo in campo.

Ibrahimovic e gli altri hanno semplicemente detto in faccia al potente e trasparente manager sudafricano quello che milioni di tifosi vorrebbero dire da mesi. La gestione della stagione è stata ondivaga e piena di errori e omissioni. Il licenziamento di Boban e la prossima defenestrazione di Maldini ne sono sono stati l'apice ma il vero dramma è la mancanza di un'idea chiara e riconoscibile di cosa sarà il Milan del futuro, si spera meglio di quello del presente.

Il progetto dei giovani al risparmio da valorizzare non è rispettoso della storia del club. La proprietà sembra interessata solo alla questione stadio che è fondamentale ma deve essere accompagnata da un poderoso piano di rilancio sportivo. Che non può essere trasformare il Milan in una società di passaggio per buoni giocatori e ottime plusvalenze. Gazidis si è preso tutti i poteri e non può far finta di non averne gli oneri. Ad esempio, continuare a ignorare che esiste un problema di comunicazione grande come una casa, amplificato dalle gaffes del presidente Scaroni (sui ruoli societari e sul delicato tema delle positività al Covid le ultime).

Per fare sintesi, Ibrahimovic e gli altri hanno suonato l'ultima sirena d'allarme. Il rischio è che suoni nel nulla, come accaduto con le parole di Boban e Maldini. Ma a perderci sarebbero i tifosi e lo sport italiano che non può permettersi un lento ma costante impoverimento di quella che ne è stata una società guida nel corso della storia.

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Giovanni Capuano