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Courtesy Sportitalia
Calcio

«Porto il calcio, gratis, nelle case degli italiani»

La scelta di Sportitalia, di cui Michele Criscitiello è editore e direttore: le sfide del precampionato delle grandi della Serie A in chiaro sul digitale terrestre. Dove il calcio tira sempre e garantisce ascolti e ritorni pubblicitari

Sul calcio in chiaro, gratis e alla portata di tutti, ha fondato buona parte del suo progetto editoriale. Che si tratti di campionati lontani dal giro delle leghe top, ma non per questo meno accattivanti per gli appassionati, o delle immagini del campionato Primavera dove si formano i talenti del futuro. Oppure delle sfide estive delle big della Serie A, quella lunga teoria di test sempre meno amichevoli e sempre più internazionali, che accendono la fantasia dei tifosi sotto l’ombrellone. Michele Criscitiello è il signor Sportitalia: editore da qualche mese in totale controllo dell’emittente, amministratore delegato, direttore, anchor man e procacciatore di notizie di calciomercato, l’altro grande pilastro su cui si basa la programmazione di un marchio che negli ultimi anni è cresciuto e si è consolidato e che in questa estate 2022 ha fatto il pieno di appuntamenti delle grandi.

Tutti i test del Milan campione d’Italia, dal Colonia al Vicenza che precederà il debutto in campionato a San Siro con lo scudetto sul petto. Il primo ritorno della Lu-La che fa impazzire gli interisti, ma non solo perché in palinsesto l’Inter tornerà ancora. Il Monza dei sogni di Berlusconi e Galliani, il Lecce risbarcato in Serie A dopo lungo purgatorio. In chiaro e gratis sul canale 60 del digitale terrestre, con una scelta in controtendenza dentro un mondo che si è abituato con poche eccezioni a vendere il suo prodotto al di fuori delle piattaforme a pagamento.

“Perché? Perché continuiamo a pensare il calcio in chiaro e alla portata di tutti resti il contenuto televisivo che piace di più agli italiani” spiega Criscitiello in una chiacchierata con Panorama.it. I numeri lo confermano e non solo per Sportitalia. Il debutto di Lukaku e Lautaro Martinez in coppia contro il Lugano mezzo milione di telespettatori con picchi di share nel target maschile, quello commerciale di riferimento, superiori al 6%; un successo per un investimento mirato e alla portata anche di chi non si può permettere i budget che servono per aggredire il mercato dei diritti tv di Serie A e competizioni europee. Ma a chiarirlo sono anche i numeri delle sfide di Coppa Italia dell’ultima stagione su Mediaset e la classifica degli ascolti tv del 2021 dove ai primi 7 posti compaiono 7 partite di calcio (subito dietro c’è la serata finale del Festival di Sanremo) e nel ranking storico della tv italiana l’occupazione del pallone è quasi militare: 50 su 50.

“Nel 2019 abbiamo fatto un esperimento con l’International Champions Cup, con ottimi riscontri. Quest’anno abbiamo puntato su Inter, Milan e due realtà emergenti perché negli Stati Uniti e con orari notturni gioca solo la Juventus. In un certo senso facciamo servizio pubblico perché consentiamo agli italiani di vedere calcio ovunque si trovino, al mare e in montagna, dove magari non arrivano con piattaforme satellitari o altro” spiega Criscitiello.

Piace? “Funziona ma lo sapevamo. Nel primo vero sabato di test estivi abbiamo in palinsesto, una dopo l’altra, sia il Milan a Colonia che l’Inter contro il Monaco e diventiamo il centro del racconto calcistico italiano”. Eppure, il mondo del pallone, non solo in Italia, privilegia l’offerta a pagamento: “Ed è giusto così, perché è l’unica compatibile con i costi di gestione delle squadre – precisa -, ma resto convinto che il digitale terrestre sia destinato a rimanere e a crescere nell’offerta italiana complessiva e, dentro questo panorama, Sportitalia segue questo filone dal 2004. Chi ci ha guardato non ha mai pagato un euro. Noi facciamo della tv in chiaro il nostro core business, quello che aggiungiamo con App e streaming attraverso il sito è un servizio in più che forniamo: i numeri sono alti, abbiamo investito per potenziare la nostra rete, ma non siamo una Ott”.

Il calcio in chiaro quindi è destinato a non morire stritolato dalle piattaforme a pagamento? “No, ma dipende da cosa si cerca e da cosa si offre. Faccio l’esempio di Sportitalia: i test estivi hanno un grande valore e appeal in questo periodo dell’anno, dove si sogna con il calciomercato e c’è curiosità per i nuovi acquisti, ma è difficile che in molti vogliano pagare per vederlo. Lo stesso per il campionato Primavera: vuoi scoprire i talenti del futuro? Puoi farlo gratis, nessuno farebbe un abbonamento per seguirli. In Italia il calcio in chiaro funziona, non è un modello di business sostenibile per i nostri club ma è la cosa che tira di più ed è impensabile farne a meno”.

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Redazione