coronavirus serie a allenamenti divieto 18 maggio
Ansa
Calcio

Riparte lo sport (con beffa per il calcio)

Ecco cosa prescrive il decreto sulla 'Fase 2': Serie A che deve attendere ancora mentre possono tornare all'attività gli atleti delle discipline individuali

Il calcio tornerà alla sua attività dal 18 maggio, non prima. Niente via libera agli allenamenti dal 4 maggio, giorno di partenza della 'Fase 2' dalla quale il pallone è rimasto escluso dopo una lunga trattativa. Una carezza e un pugno per il mondo del pallone che spingeva per riprendere in fretta così da potersi garantire il termine della stagione, nel caso di ritorno in campo, allineandosi alle prescrizioni della Uefa che chiedono la chiusura dei campionati entro il 2 agosto.

Rispetto alla chiusura totale del passato è arrivata la promessa di riapertura dal 18 maggio con la garanzia del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, che "si lavorerà con le componenti del sistema calcio per trovare un percorso e poi si valuterà se ci saranno le condizioni per terminare i campionati garantendo le condizioni di massima sicurezza". Ottimismo spazzato via dalla doccia gelata con cui il ministro Vincenzo Spadafora ha precisato che il riavvio è legato a precise condizioni e che il protocollo medico della Figc non è stato valutato sufficiente dal Comitato tecnico scientifico che ha chiesto ulteriori approfondimenti nei prossimi giorni,

Insomma, un quasi nulla di fatto che spinge il calcio in una situazione di paradossale discriminazione. Dal 4 maggio c'è chi può (Federica Pellegrini e tanti altri) e chi invece non può se non come semplice cittadino. Chiellini, Ronaldo, Lukaku, Donnarumma e tutti i tesserati delle società di Serie A e minori potranno andare al parco per tenersi in forma, ma non accedere ai centri sportivi dei propri club per essere seguiti, anche in sedute individuali, dai propri preparatori e medici.

SPADAFORA CONTRO IL CALCIO

Che l'aria intorno al pallone non fosse quella buona lo si era capito già da qualche giorno e Panorama lo aveva anticipato dando conto mercoledì 22 aprile della video conferenza dei vertici del calcio con il ministro (LEGGI QUI L'ARTICOLO). Ma Spadafora è andato oltre scavalcando il proprio premier nel mettere paletti a ogni possibilità di ripartenza. Ha attaccato i club definendo "maldestri" i tentativi di bollarlo come nemico dell'azienda calcio, ha evocato le difficoltà di altri paesi preannunciando scenari foschi anche laddove si sta facendo di tutto per tornare in campo (in Germania le squadre si allenano da quasi un mese) ed evitato accuratamente di dare una qualsiasi risposta a punti nodali come il rischio di default per molte società che significherebbe, a cascata, un problema difficile da risolvere per l'intero sistema sportivo italiano. Anche quello compreso nel nuovo decreto e per il quale è prevista la ripartenza con linee guida che nemmeno sono state presentate al Coni ma che sono già state ritenute sufficienti.

RIPARTONO GLI ATLETI DI SPORT INDIVIDUALI

La novità, infatti, è che dal 4 maggio possono tornare alla pratica gli atleti professionisti o di interesse nazionale Coni delle discipline individuali, a patto di farlo a porte chiuse e seguendo protocolli di sicurezza. E' scritto nel Dpcm presentato da Conte, molto chiaro nel passaggio: "Allo scopo di consentire la graduale ripresa delle attività sportive, nel rispetto di prioritarie esigenze di tutela della salute connesse al rischio di diffusione da COVID-19, le sessioni di allenamento degli atleti, professionisti e non professionisti – riconosciuti di interesse nazionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato Italiano Paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni, in vista della loro partecipazione ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali ed internazionali – sono consentite, nel rispetto delle norme di distanziamento sociale e senza alcun assembramento, a porte chiuse, per gli atleti di discipline sportive individuali. A tali fini, sono emanate, previa validazione del comitato tecnico-scientifico istituito presso il Dipartimento della Protezione Civile, apposite Linee Guida, a cura dell'Ufficio per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, su proposta del CONI ovvero del CIP, sentita la Federazione Medico Sportiva Italiana, le Federazioni Sportive Nazionali, le Discipline Sportive Associate e gli Enti di Promozione Sportiva"

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Giovanni Capuano