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Calcio

Conte e l'Inter: pace fatta

Il tecnico resta e con lui anche i dirigenti contestati. La mediazione di Zhang, il peso del contratto e un futuro da costruire condividendo la strategia

Antonio Conte resta allenatore dell'Inter. Fine del tormentone dell'estate, una commedia in troppi atti nata dagli sfoghi del tecnico contro club e dirigenza, alimentata dalla delusione per la mancanza di vittorie nella prima stagione sulla panchina nerazzurra, deflagrata nella notte di Colonia e rientrata dopo un lungo vertice nel quale è stata decisiva l'opera di mediazione del presidente Steven Zhang.

Il comunicato con cui l'Inter ha ufficializzato la pace è stringato: "L'incontro di oggi tra il Club e Antonio Conte è stato costruttivo, nel segno della continuità e della condivisione della strategia. Con esso sono state stabilite le basi per proseguire insieme nel progetto". Poche parole chiave che significano un passo indietro da parte di tutti, per primo il tecnico salentino. Resta Conte e restano al loro posto, come non poteva che essere, anche gli obiettivi degli strali contiani: Beppe Marotta e Piero Ausilio. I due artefici del mercato interista che Zhang aveva pubblicamente elogiato al pari dell'allenatore e che lavoreranno al secondo anno di Conte con l'obiettivo di costruire una squadra da scudetto.

Una tregua travestita da pace, dopo che per giorni il vento ha soffiato forte verso la separazione con Massimiliano Allegri pronto a prendere il posto del collega come già accaduto alla Juventus nel 2014. Sul cambio di rotta ha pesato certamente la volontà della proprietà cinese di non sottoscrivere l'ennesimo ribaltone tecnico dopo quello da Spalletti a Conte e di non infilarsi in una difficile trattativa economica per calcolare buonuscita e transizione da un contratto da oltre 50 milioni di euro lordi, staff compreso. Zhang si è speso in prima persona per rimettere insieme le due anime e far rientrare la crisi. Resta Conte e restano tutti con una "condivisione della strategia" che è la base di partenza di tutto per evitare di ritrovarsi tra qualche settimana o mese nella stessa situazione.

Condivisione che significa, dal punto di vista della società, l'accettazione da parte di Conte che il processo di crescita sarà progressivo e continuo, supportato da investimenti ingenti senza però fare follie e guardando al futuro oltre che al presente. Dunque nessuna richiesta impossibile sul mercato, soprattutto in un periodo di difficoltà per tutti. E Conte ha incassato un cambio di strategia comunicativa: nessun obbligo di vincere subito, ma di proseguire il percorso di crescita. Anche se va ricordato che il primo a mettere pressione sull'Inter nella stagione appena terminata era stato proprio il tecnico, sin dal giorno della sua presentazione.

La conferma aiuta il club e la squadra a capitalizzare il lavoro fatto negli ultimi dodici mesi. Allegri non avrebbe riportato indietro nel tempo la lancetta ma certamente sarebbe stato uno choc, esattamente come capitato alla Juventus. Però, dopo aver vissuto gli ultimi mesi pericolosamente, ora l'Inter ha bisogno da Conte anche un pizzico di normalità. La commedia del 'vado o non vado' è durata anche troppo e ha terremotato dalle fondamenta la società. Ora che l'equivoco è stato spazzato via, è difficile immaginare che Suning e Marotta possano accettare ulteriormente uscite spericolate del tecnico.

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Giovanni Capuano