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Calcio

Conte e Inter: strappo e addio

Il tecnico pronto a lasciare dopo un anno senza vittorie. Allegri l'alternativa di Marotta, come già accaduto alla Juventus nel 2014 - INTER, LA DELUSIONE DELLA FINALE PERSA

L'ultima immagine di Antonio Conte in nerazzurro rischia di essere anche quella più iconica. A testa bassa, con al collo quella medaglia d'argento che per tutti significa aver comunque fatto un bel percorso (fino alla finale) e per lui è invece la certificazione di una sconfitta perché "il secondo è solo il primo dei perdenti". Non ha vinto, Conte. E le parole nella notte di Colonia alzano il velo sul suo futuro che sarà lontano dall'Inter sempre che sia disposto a lasciare sul tavolo di Suning un contratto da 12 milioni netti per il prossimo biennio senza pretendere molto. Divorzio voluto dal tecnico più che dalla società, incapace di comprendere fino in fondo "le tante cose" che non sono andate in una stagione complessivamente più che positiva se si pensa alla finale di Europa League che mancava da dieci anni e al secondo posto a quota 82 punti con sensibile avvicinamento alla Juventus dominatrice.

CONTE, LO STRAPPO FINALE

Conte ha strappato chiudendo il cerchio dopo lo sfogo di Bergamo. Quel j'accuse resta la bussola per comprendere il malessere di un allenatore che ha consumato in tredici mesi il suo rapporto con l'Inter. Parla di "opinioni diverse" e il riferimento non è solo al mercato, anche se la vicenda dell'arrivo di Eriksen in gennaio ha segnato un solco anche rispetto a Marotta, ovvero all'uomo che l'ha voluto con forza e col quale le cose non sono filate lisce. Non si è sentito protetto, Conte, e nemmeno avvolto dentro un'organizzazione 'juventina' nel senso positivo del termine: quell'insieme di codici di comportamento che rendono inaccessibile un club dall'esterno mettendo le fondamenta per la vittoria.

Quello che chiede per restare, in un confronto che dopo la finale di Europa League appare segnato, è troppo. Difficile, forse impossibile, che una società possa mettersi al servizio del suo tecnico in modo così assoluto come l'ex ct pretende. L'addio però dovrà passare da un passo indietro che liberi la proprietà cinese dal peso di un contratto da top delle panchine.

IL LUNGO INVERNO DI MALESSERE

Chi ha frequentato Antonio Conte in questi mesi non si sorprende del finale della storia. Già in inverno manifestava perplessità in privato, oltre che in pubblico (ricordarsi l'attacco al club a Dortmund), tanto da pensare di farsi aiutare da qualcuno nella gestione dei rapporti. Il lungo lockdown ha solo peggiorato le cose. Conte non voleva che si tornasse in campo e ha poi accusato i suoi dirigenti (Marotta) di non essere stati bravi nel creare le condizioni di calendario per poter davvero vincere uno scudetto che poteva essere agguantato in extremis. Autocritica non c'è mai stata, anche difronte all'evidenza di alcuni errori nella gestione delle partite chiave della stagione.

Nei mesi invernali è nata anche la difficoltà familiare cui Conte ha fatto riferimento. "Le stagioni all'Inter sono stressanti, ma c'è un limite a tutto" ha detto, mostrando di aver sofferto il fatto di dover recitare più ruoli nella stessa commedia come altrove in passato non era stato obbligato a fare.

L'OMBRA DI ALLEGRI

E adesso l'Inter è a un bivio. Ha bisogno di chiarezza e l'avrà in fretta. Come Panorama ha raccontato nelle scorse settimane, Massimiliano Allegri e il suo staff guardano da tempo con attenzione all'Inter e alle sue evoluzioni. Max sembra essere il profilo perfetto per salire in corsa sul treno nerazzurro: è un vincente ma con carattere molto più solare di quello di Conte, conosce Marotta, ha voglia di rivalsa e viene da un anno di stop rigenerante. Sa già cosa significa ereditare una squadra dal collega perché ci è passato in condizioni temporalmente compresse nell'estate del 2014.

Insomma, l'alternativa perfetta e anche un po' (ma non troppo) meno costosa di Conte. La corsa del Psg fino all'atto conclusivo della Champions League hanno raffreddato la pista Parigi rinforzando la posizione di Tuchel. Non conta nemmeno se Allegri sia già stato contattato o no: una volta liberato Conte potrà essere tutto rapido e relativamente semplice. Quasi naturale. Ogni altra scelta significherebbe per l'Inter dover ripartire da zero o quasi e sarebbe uno spreco di tempo e di denaro oltre che fonte di rimpianto. La Juventus di Pirlo sarà una scommessa e la prossima deve essere la stagione della sfida finale ai bianconeri.

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Giovanni Capuano