Burundi, chi è il presidente che rischia di scatenare un'altra guerra civile
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Burundi, chi è il presidente che rischia di scatenare un'altra guerra civile

Pierre Nkurunziza si candida per il suo terzo mandato e, dopo il tentativo fallito di golpe, sfida l'opposizione della società civile

Pierre Nkurunziza, il presidente del Burundi al centro delle contestazioni sfociate in un tentativo di colpo di stato nei giorni scorsi, è al potere dal 2005 e si candida il 26 giugno prossimo per il suo terzo mandato elettorale. La legge del Paese vieta la rielezione di un presidente per più di due mandati e i contestatori scendono in piazza forti di questo diritto.


Nkurunziza invece difende la sua posizione, sostenendo di non essere stato "tecnicamente" eletto due volte. La sua prima presidenza, infatti, risale al 2005 quando venne designato dal Parlamento, quindi senza un suffragio popolare. Il Paese era stato dilaniato per anni dagli scontri etnici tra Hutu e Tutsi. Lui, nato nel 1963 e di etnia hutu, era figlio di un politico ucciso negli scontri del 1972. Pierre Nkurunziza invece alla politica aveva preferito l'insegnamento e nel 1995 era un docente universitario quando una banda di tutsi fece irruzione nel campus e sterminò 200 studenti.

Lui sostiene di aver deciso in quel momento di arruolarsi come soldato nel Consiglio Nazionale per la Difesa della Democrazia, un gruppo di ribelli di etnia hutu.  Il gruppo armato ribelle si trasforma negli anni seguenti in un partito politico. Lo stesso partito che nel 2005 designa Nkurunziza come candidato presidente. Cinque anni dopo, nel 2010, Nkurunziza presenta la sua candidatura e ottiene un secondo mandato, nonostante le denunce di brogli elettorali, minacce e pressioni presentate contro di lui dagli oppositori.

Ora intende presentarsi per il terzo mandato, mentre le opposizioni scendono in piazza e continuano a denunciare la svolta autoritaria del paese e la volontà di cambiare la costituzione per favorire il partito del presidente. L'esercito e la polizia nel frattempo continuano a reprimere duramente qualsiasi tipo di protesta: nelle ultime settimane è di oltre 20 moti il bilancio degli scontri tra agenti e manifestanti. "Noi con il tentativo di colpo di stato non abbiamo niente da spartire", ha avvertito uno dei capi della protesta, Gordien Niyungeko, numero due di Focode, il Forum per la Consapevolezza e lo Sviluppo, uno dei circa trecento tra gruppi e movimenti della società civile. Tutti contestano la pretesa di Nkurunziza di partecipare alle presidenzial per essere ancora rieletto, malgrado abbia già ricoperto i due mandati consecutivi ammessi dalla Costituzione.

Burundi, le proteste contro il presidente

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Burundi, militari fermano un manifestante a Bujumbura, 10 maggio 2015

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