Brindisi, l'esplosivista che aveva capito tutto
ANSA/ TGNORBA  24
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Brindisi, l'esplosivista che aveva capito tutto

Danilo Coppe, collaboratore permanente dei carabinieri del Ris, aveva azzeccato l'identikit del killer

Aveva detto: "Mi pare improbabile che in quelle bombole ci fosse gas. Tre bombole da 15 chilogrammi piene di gas avrebbero incenerito tutto con una palla di fuoco nel raggio di 60-70 metri. È più verosimile che l'attentatore le abbia usate per comprimere un esplosivo fatto in casa. Dalle immagini sul muretto e sulle foglie mi paiono evidenti residui chimici tipici di esplosioni maggiori secondarie che non sono deflagrate, come se l'ordigno non fosse stato realizzato in maniera adeguata. Un po' come era successo a Mohamed Game che, solitario, cercò di colpirela Caserma S. Barbara di Milano, ottenendo solo, per fortuna, di accecarsi e rimanere privo di entrambe le braccia".

Aveva azzeccato in pieno l’identikit dell’attentatore, Danilo Coppe. Quarantotto anni, considerato il più noto «esplosivista» italiano, il suo lavoro è fare esplodere palazzi e ponti da demolire. Collaboratore permanente dei carabinieri del Ris, perito in numerosi processi al cui centro c'è un'esplosione, si è occupato anche di alcune delle più terribili stragi italiane, da via D'Amelio a Piazza della Loggia.

Ecco che cosa aveva dichiarato subito doo l’attentato di Brindisi.

Davvero secondo lei non c'era gas?
"Ci sono diversi episodi in Italia, alcuni con processi in corso di cui mi occupo, con esplosioni fatte attraverso bombole del gas. I risultati sono decisamente più vasti, anche se in questo caso purtroppo sono stati sufficienti ad uccidere una ragazza. Diversi sono anche gli atti vandalici o intimidatori, ma fatti con bombolette del gas da campeggio o le cosiddette fiaccole usate nella copertura dei tetti. Se uno avesse voluto fare un atto vandalico o intimidatorio a Brindisi, avrebbe usato quelle. È chiaro che invece si tratta di un inesperto della materia che voleva fare davvero male".

Sta dicendo che l'attentatore potrebbe essere un dilettante, o uno squilibrato, anche ora che si tornano a battere tutte le piste?
"Mi pare l'ipotesi più plausibile. I terroristi non otterrebbero alcuna finalità dal colpire in una scuola delle ragazze innocenti. Mentre la criminalità organizzata ha a disposizione ben altri esplosivi e non ha certo bisogno di esplosivo fatto in casa come questo".

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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