Boston: terroristi stranieri fatti in casa
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Boston: terroristi stranieri fatti in casa

I due fratelli ceceni erano da anni negli Usa, ma non si sarebbero mai realmente integrati

Sembra la storia di due giovani terroristi stranieri fatti in casa. I fratelli Tsarnaev, secondo gli inquirenti, gli autori dell'attentato alla Maratona di Boston, erano negli Stati Uniti da un decennio, arrivati insieme ai genitori tra il 2000 e il 2001, provenienti dal Daghestan, una delle regioni della Russia, confinante con la Cecenia, luogo di origine dei due. Lo ha rivelato uno zio, che abita in città, raggiunto dai media americani. Incredulo rispetto alle accuse, l'uomo ha raccontato che Tamerlan, il più grande, 26 anni era un "loser", un perdente, mentre il secondo, Dzhokhar, 19 anni, era uno studente modello.

Ora, Dzhokhar A.Tsarnaev, è in fuga, forse verso New York, braccato da centinaia di agenti, in una delle più imponenti caccia all'uomo degli ultimi tempi negli Usa, mentre Tamerlan si trova su di un tavolo dell'obitorio di Boston, ucciso dai numerosi colpi di pistola sparati da i poliziotti che questa notte li hanno inseguiti per ore e ore per le strade di Watertown, un sobborgo di Boston. Quando gli agenti si sono avvicinati al corpo senza vita del 26enne hanno scoperto che indossava una cintura piena di esplosivo. e questo fa pensare che anche il fratello, Dzhokhar, ne indossi una.

Le biografie dei due giovani (presunti) terroristi sono ancora confuse, mentre invece gli inquirenti sono certi che siano stati proprio loro due a piazzare le bombe costruite con le pentole a pressione che hanno ucciso tre persone alla Maratona di Boston. Secondo le prime indiscrezioni, il maggiore, Tamerlan, era un pugile dilettante ed era stato il soggetto di un servizio fotografico scattato prima che il giovane gareggiasse alla National Golden Gloves a Salt Lake City. Per seguire la sua passione sportiva aveva preso anche un periodo di distacco dallo studio: voleva diventare ingegnere. Nonostante avesse studiato nelle scuole di Boston, sul suo profilo Facebook emerge che non avesse molti amici americani: "Non li capisco", c'è scritto sul suo profilo. Di fede islamica, Tamerlan sembrava essere rispettoso dei dettami della religione.

Dzhokhar, il più giovane, era invece un ottima scuola pubblica di Cambridge a pochi passi da Harvard Square e nel 2011 aveva vinto anche un borsa di studio. Il film preferito dai due sarebbe stato il 'Borat' , il bizzarro giornalista kazako inventato dal comico britannico Sacha Baron Cohen. I genitori, secondo lo zio, sarebbero tornati in Daghestan da tempo e loro, invece, avrebbero deciso di rimanere nel paese dove erano immigrati (Tamerlan aveva 13 anni e Dzhokhar nove anni quando sono sbarcati negli Stati Uniti). Non ci sarebbe stata alcuna vera integrazione. A leggerla così sembra essere una storia di drammatica frustrazione: due giovani stranieri cresciuti negli Usa, con un senso molto forte delle loro radici, nell'islamica Cecenia.

Solo la ricostruzione completa delle loro biografia potrà però spiegarci quale è la vera chiave di lettura di questa drammatica storia.

Sarebbero  loro i volti dei video e delle fotografie diffuse dall'Fbi dei presunti attentatori della Maratona di Boston. Dzhokhar, il  giovane in fuga e' il  'sospetto numero due', quello che appare nelle immagini : ''E' un  terrorista. È armato e pericoloso'', ha detto  un portavoce della  polizia.

La notte a Boston è stata caotica e violenta. Ed è iniziata con una sparatoria al Massachusetts Institute of Technology.   Un poliziotto che si trovava nel campus è stato ucciso da un colpo   d'arma da fuoco. Non è chiaro se sia intervenuto per bloccare un'azione   sospetta da parte di due persone, o sia stato preso di mira, a freddo,   dagli attentatori. Subito dopo, è scattato l'allarme, le forze   dell'ordine sono intervenute in massa, almeno 100 poliziotti,  e  sono entrate in contatto con i due uomini nel quartiere di Watertown,   che si trova a pochi minuti di macchina dal Mit. Prima dello scontro a   fuoco, i due attentatori avevano sparato e ferito un altro agente di   polizia, in una zona a metà strada tra il Mit e Watertown

Secondo   le prime ricostruzioni, i due sarebbero stati poi protagonisti di una lunga  sparatoria con gli agenti di polizia. Alcune testimonianze dicono  anche  che i due avessero con se degli zaini, contenenti ordigni simili  a  quelli usati per colpire e uccidere alla Maratona di Boston. Ma  questi particolari non sono stati ancora confermati. Quello che si  sa è che Tamerlan è stato ucciso nello scontro a fuoco, mentre l'altro è fuggito in macchina, con un Suv.  Gli abitanti  del sobborgo sono stati inviati a non uscire di casa. Gli  elicotteri  hanno illuminato a giorno la zona per scovare il fuggitivo.

La caccia all'uomo a Watertown è durate per ore. Ora, gli inquirenti pensano che il giovane possa essere riuscito a fuggire fuori dalla città, diretto verso New York. Sembra la stroai di due giovani terroristi stranieri fatti in casa.

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Michele Zurleni

Giornalista, ha una bandiera Usa sulla scrivania. Simbolo di chi vuole guardare avanti, come fa Obama. Come hanno fatto molti suoi predecessori

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