Attento Bersani: mezza Sel non ti voterà
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Attento Bersani: mezza Sel non ti voterà

Colloquio via chat con un militante: "Io lo farò, ma che sofferenza!"

A chi mi accusa di aver tradito, di aver preso in giro tante persone, di aver deluso, di aver compromesso la mia integrità, non posso far altro che rispondere che la mia decisione è frutto di un'urgenza, di responsabilità, della speranza che "domani" si ricompongano le forze, che "dopo" ci si metta tutti intorno ad un tavolo, senza discutere su chi ha vinto, su chi ha perso, ma piuttosto di politica, di Italia, di futuro”.

E' tutto concentrato in queste poche righe il “dramma” che in queste ore sta vivendo la base del partito di Nichi Vendola, il terzo classificato alle primarie di centrosinistra di domenica scorsa e che con i suoi 485 mila voti rischia adesso di essere determinante nel ballottaggio tra Pier Luigi Bersani e Matteo Renzi. Finora il governatore della Puglia ha solo detto no al sindaco di Firenze, ma non ha ancora chiamato ufficialmente i suoi – lo farà probabilmente giovedì prossimo - a votare per il segretario del Pd limitandosi a inviargli un messaggio molto chiaro: “facci sentire profumo di sinistra”.

Ma che ne pensa la base? Dal dibattito sui social forum ciò che emerge è una profonda spaccatura tra chi andrà comunque ai seggi per scegliere “il male minore” e chi invece, per non sporcarsi le mani con il segretario di un partito che ha sostenuto l'odiato governo Monti, se ne resterà a casa.

Panorama.it ha intercettato questo dibattito e ha proposto a uno dei militanti di Sel che voterà per Bersani un'inedita intervista via chat. Dopo aver ricevuto insulti talvolta molto pesanti dai suoi stessi compagni, lui ha accettato di spiegare pubblicamente perché il 2 dicembre si “tapperà il naso” e farà questo “sacrificio”. Perché? “Anche se Nichi dovesse fare appello al voto (cosa che fino ad ora non ha fatto) sicuramente più della metà di noi non andrà a votare. 
Ne sono più che sicuro. E così vincerà Renzi". Possibilità che non vorrebbe mai si realizzasse.

Sono ben 485 mila le preferenze date a Nichi Vendola – la nostra chat-intervista inizia così - su Roma, ad esempio, raccogliamo un buon 23.30% che ci riempie di grande soddisfazione per il lavoro svolto in un mese di campagna primarie.
La domanda che mi pongo ora è: cosa fare di questo considerevole "potenziale" di voti?

E la risposta qual è?

Sinceramente, senza troppi giri di parole, ti rispondo dicendoti che andrò a votare per Bersani. Anche se sono pienamente consapevole che il Partito Democratico ha sostenuto e sostiene ancora questo governo e ne ha votato la maggior parte delle leggi, inclusa la riforma delle pensioni e la riforma del lavoro, 
lo faccio perché voglio salvare quello che è rimasto di un centrosinistra sano e non compromesso e/o viziato dalle logiche di potere e di apparato. Sostengo Bersani al ballottaggio con grande sacrificio; ci vado con il cuore in "mano", forzando me stesso e le mie profonde convinzioni; ci vado con il coraggio e la speranza di sempre, ci vado, mi attappo il naso ma ci vado.

Quando tu scrivi di un centrosinistra sano e non compromesso da logiche di potere e di apparato, sembra di sentire uno degli slogan di Matteo Renzi che, appunto, ha sempre "accusato" il segretario di essere rappresentante di un centrosinistra compromesso e del suo apparato. Allora perché non Renzi?

Nella giornata delle primarie ho ascoltato fuori dal mio seggio i commenti di molte persone che dichiaravano apertamente la loro antipatia nei confronti del sindaco di Firenze. Dimenticando che la politica non è questa e che forse, di fronte ad un amministratore locale, serio, onesto e competente, dovrebbe passare in secondo piano la sfumatura caratteriale.
 Sicuramente il sindaco Renzi riesce ad essere molto irritante; del resto è un giovane rampante, ambizioso, sa quello che vuole e ci vuole arrivare a tutti i costi.
 Ma a me non importa, la considerazione che faccio è più politica.

E politicamente cosa non ti piace di Renzi?

Sono sicuramente concorde con Renzi sull'aspetto della rottamazione. Molti miei compagni/e coetanei sono piuttosto insofferenti nel vedere che sugli scranni del Parlamento siedono gli stessi politici da 15/20 anni a questa parte deludendo le aspettative di rinnovamento che vengono dalla base.
 Ma so anche che per lui la rottamazione è solo un triste specchietto delle allodole. Renzi punterà a far passare all'interno del Pd e di tutto il centrosinistra la sua "apparente" linea riformatrice; e poi ci distruggerà dall'interno, imponendo a tutti un modello di sviluppo neoliberista che non ci appartiene.

Se dici che molti tuoi compagni sono comunque sensibili al tema della rottamazione, pensi anche che qualcuno di loro potrebbe decidere di votare per Renzi proprio in nome della sua battaglia generazionale?

No, posso dirti con sicurezza che nessuno di noi lo voterà. Piuttosto
 sono preoccupato che molti non andranno a votare
ne' per l'uno ne' per l'altro e ho paura che Bersani tracolli e vinca Renzi.

Ma agli occhi dei militanti di Sel il problema di Bersani è solo quello di aver sostenuto il governo Monti o c'è anche dell'altro? Lo stesso Vendola gli ha detto: “facci sentire profumo di sinistra”. Non è che molti tuoi compagni pensano che Bersani non è proprio di sinistra e per questo non lo votano?

Che Bersani non sia più di Sinistra questo lo sanno anche i bambini ahahah scherzo :-) La verità è che nel tempo la componente moderata/centrista del Pd è cresciuta e si è strutturata; ha lavorato di sponda anche con aree politiche più vicine alla destra, per esempio l'Udc; e in queste condizioni diventi decisivo a livello politico. E tieni sotto scacco tutto il partito. Bersani si trova in una brutta situazione a mio avviso; deve fare delle scelte. O ascoltare il centro o riprendersi il popolo della sinistra.

Tu dici che molti di voi non andranno a votare, hai idea se possiamo parlare della metà? Cioè, hai la sensazione che metà di quei 485mila potrebbe mancare all'appello anche qualora arrivasse direttamente da Vendola?

Anche se Nichi dovesse fare appello al voto (cosa che fino ad ora non ha fatto) sicuramente più della metà non andrà a votare. 
Ne sono più che sicuro.

Ma questa metà di compagni si rende conto che così Renzi rischia davvero di vincere? Allora che significa? Preferiscono non sporcarsi le mani con Bersani e poi allearsi con Renzi? Oppure pensano che Sel debba presentarsi da sola alle elezioni? Qual è il ragionamento?

Io credo che molti compagni pensino che sia meglio che vinca Renzi perché sperano che così il Pd si spacchi: la parte più a "sinistra" esce e solo in quel momento si può sperare di ricostruire un centrosinistra più forte, più solidale, più coeso.
Correre da soli ovviamente no. Tu capisci che vorrebbe dire suicidarsi :-)

 mi sento piuttosto disperato.

Alla luce di tutto quello che hai detto su un Pd così spostato al centro ecc ecc, ma a questo punto non è meglio Renzi che dice no all'alleanza con l'Udc? Tu sai che invece Bersani punta proprio a quella...

Dopo lungo travaglio credo che Bersani non voglia perdere la faccia riaffermando la necessità di un alleanza con l'Udc. Non credo ci sia questo problema,
quanto meno ha preso un impegno con SeL, ha sottoscritto la carta d'intenti, ha rinunciato a Monti, cosa che non ha fatto invece Casini.

In questo senso sono tranquillo

Senza censurarti da solo, puoi dire quali insulti hai ricevuto dai tuoi compagni e soprattutto quali ti hanno più ferito?

Mi ha ferito molto, devo dirti, la logica "macista" del duro e puro.
Io mi ritengo una persona piuttosto radicale; con delle idee, dei riferimenti, delle convinzioni molto molto forti.
Ho uniformato la mia esistenza su questi valori e a questi rispondo ogni giorno e in ogni situazione
senza
mai un cedimento, mai una tentazione,e chi mi conosce lo sa. Chi mi accusa di aver tradito tutto questo; chi mi accusa di aver preso in giro tante persone, di aver deluso, di aver compromesso la mia integrità
non posso far altro che rispondere che la mia decisione è frutto di un'urgenza, di responsabilità, della speranza che "domani" si ricompongano le forze, che "dopo" ci si metta tutti intorno ad un tavolo, senza discutere su chi ha vinto, su chi ha perso, ma piuttosto di politica, di Italia, di futuro”.

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Claudia Daconto