Grillo e i suoi hanno perso la verginità
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Grillo e i suoi hanno perso la verginità

Meno di due mesi in Parlamento ed il Movimento 5 Stelle ha già rinnegato se stesso ed il suo credo più di tre volte

Neanche due mesi dopo il voto, Beppe Grillo e la sua truppa di 5 Stelle catapultati in Parlamento si sono perfettamente ambientati a Montecitorio. Potranno occupare gli scranni di Camera e Senato per cinque anni, sempre che la legislatura riesca a sbloccarsi, ma non potranno più presentarsi come i puri e ingenui che avrebbero sventrato il Palazzo come una scatola di sardine, disarticolato Pdl e Pdmenoelle, trasformato l’aula sorda e grigia in un bivacco di internauti. Grillo ha perso la verginità, Casaleggio non l’ha mai avuta, i grillini sono attaccati a poltrone e indennità come tutti gli altri.

Sbagliato? Non è così? Be’, allora ci spieghi Grillo com’è possibile che in poche settimane sia arrivato a dire a Bersani, il segretario del Pdmenoelle: “Vota la Gabanelli, poi trattiamo sul governo. E se la Gabanelli rinuncia, c’è Rodotà”. Al sodo: scendiamo a patti. C’interessano le poltrone. Ci piace star qui, e restarci (anche se lui non è eletto). Alla faccia delle finte primarie e quirinarie. Contraddizioni. Vogliamo elencarne solo qualcuna?

- Le “quirinarie” sono state la negazione della democrazia diretta e indiretta. Il primo voto è stato annullato per l’intrusione – dicono - di fantomatici hacker. Buio sui dettagli. Trasparenza zero su che cosa è realmente successo. Il voto si ripete. Circa 48mila gli aventi diritto, su 8 milioni di elettori. Percentuale infima. E poi, con quali requisiti? Inviare la carta d’identità al gestore del voto: Casaleggio. Che è parte in causa! Una democrazia che più rappresentativa, cioè delegata, non si poteva immaginare. Fra l’altro con esclusione dei tanti che in Italia non vanno su Internet. Ipocrisia sovietica della partecipazione. Buio sul risultato. C’è una classifica, è vero. Ma nessuno sa quanti siano stati alla fine i votanti, e quanti voti ciascun nome abbia ottenuto. Non solo. Durante il voto era intervenuto Casaleggio a delineare l’identikit del vincitore. Ora è Grillo che lancia il candidato Rodotà, “se la Gabanelli rinuncia”. Una scelta politica, che risponde a una strategia personale non certificata dalla Rete. E finalizzata a una trattativa con quel Bersani che il comico voleva abbattere, spazzar via, distruggere, massacrare, squartare.

- La Gabanelli, poi, esponente di punta del giornalismo Rai. Binomio che è fumo negli occhi per i grillini. Rai e giornalismo. I meriti della persona non contano. La Gabanelli sarà pure un’ottima giornalista, ma è iscritta anche lei a quell’albo che Grillo vuole abolire? I due si conoscevano già (come Casaleggio conosce bene Prodi). Cioè: è una “giornalista amica?”. Farà la Gabanelli una bella inchiesta sui metodi di voto dei 5 Stelle online? E Rodotà? Non è forse colui che nell’ultimo libro ha additato i rischi della “dittatura dell’algoritmo”, cioè della Rete? Non sarà, alla fine, che questa tendenza crescente alla trattativa dei 5 Stelle e di Grillo-Casaleggio nasconda la consapevolezza che se mai si dovesse tornare presto, anzi prestissimo, al voto, la truppa dei finti rivoluzionari sarà decimata? Quindi, meglio sopravvivere…? Del resto, i 5 Stelle hanno già consentito di eleggere alla presidenza del Senato il candidato del Pdmenoelle, Piero Grasso. E i 10 papabili per il Quirinale sono marcatamente di sinistra. Vi dice qualcosa?

- La contraddizione vivente è stata ritratta in foto sul Frecciarossa in corsa ad alta velocità tra Roma e Milano: Vito Crimi, capogruppo del M5S alla Camera, addormentato in prima classe.

- A proposito, dopo tutte le sparate contro l’immoralità degli stipendi dei parlamentari nei quali vanno computati i tanti rimborsi, alla fine vien fuori che i grillini (grazie a un loro calcolo) percepiranno 11mila euro al mese. Ai rimborsi non si rinuncia. E vogliamo parlare dei grillini al ristorante della Camera, o di quello che si è presentato con la moglie alla porta del ristorante del Senato?

- La democrazia o è diretta sempre, o non è. Le riunioni 5 Stelle sono a porte barrate, con insulti ai giornalisti che cercano di fare il loro lavoro. E Grillo e Casaleggio determinano le scelte, orientano il pensiero dei cinquestellati oltre alle parole, ma non sono stati votati da nessuno. Né nelle urne, né online.

- Infine, ma la lista potrebbe continuare, i grillini spiccano per l’assenza o esiguità estrema delle proposte di legge già presentate. Lavorare no? Il Parlamento non doveva essere il perno dell’attività politica? I parlamentari non dovevano finire di scaldare gli scranni e rimboccarsi le maniche invece di blaterare e incassare?
(Un ultimo punto, direi estetico. Forse è troppo chiedere che Grillo eviti le battute macabre su “salme da riportare in vita”, avendo sulla coscienza una condanna per omicidio colposo? Questione di gusto…)

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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