Cremona dice addio ai self service
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Cremona dice addio ai self service

Non c'è più liquidità e i distributori della città lombarda spengono le luci. E gli erogatori.

“Non abbiamo più i soldi per tenere aperti i distributori oltre l’orario lavorativo e quello che guadagniamo con il self service non ci basta per pagare la luce per l’illuminazione dell’interna struttura e quella per il consumo delle macchine erogatrici di carburante”. E’ la laconica dichiarazione rilasciata a Panorama.it da Graziano Bossi, presidente della Figisc, la Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti della provincia di Cremona.

Dunque, addio al carburante nel week end e nelle ore notturne. Cremona è la prima città in Italia che spegne le luci dei distributori di benzina per colpa della crisi.

“Il comparto non riesce neppure a intravedere una via d'uscita per rialzare la testa- continua Graziano Bossi- ci sono gestori in provincia di Cremona che spengono i self service perché non incassano abbastanza ma ne sono altri che non riescono più a tenere aperto”.

In pochi mesi solamente nella provincia di Cremona hanno chiuso definitivamente 10 distributori e altri 12 hanno deciso di sospendere il servizio h24 ovvero il self service notturno e festivo. Non solo, nella provincia lombarda, considerata da sempre tra le più ricche d’Italia, ormai da alcuni anni neppure le compagnie petrolifere riescono a trovare qualcuno che subentri a chi ha lasciato.

“Nessun imprenditore vuole ipotecare la propria casa per 4 centesimi di euro lordi al litro di carburante che poi nelle ore diurne di apertura al pubblico diventano 2 centesimi – prosegue Bossi – non abbiamo più nessun margine di guadagno. Inoltre bisogna considerare che adesso ci sono automobilisti che si fermano al distributore per mettere 2 euro e 50 centesimi oppure 3 euro di benzina o gasolio. Non era mai successo prima”

L'ulteriore calo dell'erogato mette i brividi. Il raffronto tra i primi due mesi del 2013 e lo stesso bimestre del 2012, in alcune aree di servizio tocca il 40-45 per cento in meno. E  già all'inizio dello scorso anno si era registrato un calo del 5-6 per cento.

"Ma il calvario per noi come per il resto dei cittadini italiani, non è finito perché oltre ai costi aumenteranno Iva e tasse varie''

L’intera categoria è in ginocchio. La carenza di liquidità toglie margini di manovra a tutti i gestori. “Oggi ho dovuto dire di no ad una madre di famiglia che mi ha chiesto di mettere 20 euro di benzina per arrivare a fine mese e non è stata per me una scelta facile- prosegue Graziano Bossi-  purtroppo le banche hanno chiuso i rubinetti e le compagnie non concedono più i cinque giorni per il pagamento ma pretendono un assegno circolare. Noi siamo ingessati e non possiamo fare nulla. Neanche un piccolo credito”.

E l’unica cosa che è rimasta loro da fare è “chiudere”.

Poi Graziano Bossi conclude: “Spegnere le luci dei distributori significa spegnere le luci di mezza città e creare aree buie che incentiveranno la criminalità esistente. La delinquenza, in questo modo, avrà nuove piazze “non controllate” dove poter spostare i loro sporchi affari e dove commettere nuovi reati. La chiusura di un distributore non è solo un fatto economico ma anche il termometro di un disagio sociale che è destinato a crescere ancora”    


       

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Nadia Francalacci