Benvenuti nel parlamento più pazzo del mondo
ANSA /Giuseppe Lami
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Benvenuti nel parlamento più pazzo del mondo

I commenti e le battute dei giornalisti durante la prima seduta di Montecitorio: "Grillini marziani? No, già non si distinguono più". Guarda le foto - Senato, il grillino tiene famiglia

"Bianca, bianca, Roberto Fico (M5S ndr), bianca, bianca, Fico Roberto...". Il primo scrutinio di Montecitorio, in apertura della legislatura più pazza, la diaciassettesima con la quale la Seconda Repubblica ancora non muore e la Terza non riesce a nascere, ha una lentezza esasperante. Barbara Palombelli, decana dei cronisti parlamentari, una delle firme vip presenti in Transatlantico guarda lo schermo dell'aula e commenta con Panorama.it: "Lo vedi, questo Palazzo ucciderebbe anche un cavallo selvaggio, il regolamento della Camera stroncherà anche i grillini entrati qui con tanto entusiasmo. Questo ritmo borbonico è capace di trasformare anche una colonna". Palombelli ne ha visti molti di inizi di legislatura ma qual è il colore di questo? "Grigio". Sì, infatti, neppure i grillini si distinguono più. Roberta Lombardi, capogruppo M5S, è una distinta signora con la sua bag marrone  sotto il braccio. Inaccessibile. Una parlamentare, pardon, "una cittadina", grillina, con un cappottino grigio bon ton, unica stravaganza un minuscolo orecchino su una narice. Qualcun altro porta un codino, per il resto ragazze minigonnate ma con moderazione e uomini in giacca o giacchetto e cravatta.

"Nel '94 qui i leghisti si distinguevano, invece ora i grillini non li vedi già più", nota Luca Telese, conduttore di "In onda" per la 7. Che però è "intrigato dalla scelta dei grillini di sedersi in alto nell'ultimo anello dell'emiciclo, per controllare così le forze politiche: sì mi piace questa geografia che ha scardinato l'asse verticale destra e sinistra e anche l'asse anagrafico". Osserva Telese: "Non so quanto questo sarà stabilizzante per le istituzioni, ma certamente noi giornalisti ne vedremo delle belle...". Camere senza vista.

Per la prima volta si votano i presidenti di Montecitorio e di Palazzo Madama senza nessun accordo tra i partiti. O meglio senza quell'accordo tra Pd e Grillo che Pier Luigi Bersani persegue a tutti i costi. Il segretario del Pd, scuro in volto, passeggia da solo in Transatlantico incollato al telefonino. Fabrizio Cicchitto (capogruppo uscente Pdl) scherza: "Alla fine faranno Franceschini? Sì, se il Pd risucirà  votarlo....".

Qualcuno fa la parodia della celebre canzone "Non è Francesca" dicendo : "Non è Franceschini...". Ma non c'è allegria. Almeno non quella del '94 quando qui entrano gli azzurri di Forza Italia e i verdi di Umberto Bossi.  C'è da registrare proprio una battuta rivelatrice del Senatur: "Grillo oggi come la Lega di allora? No... Noi avevamo un programma preciso, che era il federalismo, ma tanto 'sta roba durare non dura..."

"Atmosfera mesta", dice Alberto Giorgetti (Pdl). Fabrizio Esposito giormalista del Fatto quotidiano: "E' un caos cupo, vedo all'orizzonte una incerta agonia, perché io non sono mica così convinto che si andrà presto a votare.. una volta entrati nel Palazzo ai parlamentari piace restare...". E Gad Lerner propone una soluzione immediata: "Bersani dovrebbe subito dire sì a un presidente del M5S, così senza condizioni, anche senza accordo per il governo. È l'unica. Così contribuirebbe alla parlamentarizzazione dei grillini".

Intanto gira un restroscena che suona il più pazzo del mondo: un presidente leghista alla Camera e in cambio il voto Lega per Anna Finocchiaro al Senato. Altri vedono Dario Franceschini già sul più alto scranno di Montecitorio. E al Senato? Due deputati Pdl parlottano tra loro: "Chi? Monti? Ma come vuole anche fare il presidente del Senato? Vabbè, sai che ti dico almeno Monti al telefono ti risponde, la Finocchiaro no". Gian Antonio Stella del Corriere della sera confessa: "Non ci si capisce più niente, fuori da qui oggi non capiscono un'acca, se anche noi non ci capiamo...". E Aldo Cazzullo, altra firma del Corriere: "Una gigantesca manfrina". Federico Geremicca, firma politica della Stampa una soluzione la ha: "A Bersani converrebbe muoversi subito, una volta capito che l'accordo con Grillo non si fa dovrebbe muoversi subito e farlo con il Pdl..., ma subito dopo bisognerebbe ragionare del dopo Bersani". Giulia Cerasoli di Chi: "Bersani non dovrebbe perdere più tempo, accordo subito con il Pdl".

Intanto, i grillini si aggirano. Cerasoli chiede un commento a una deputata, pardon "cittadina", che la liquida con un "non vede, sto lavorando", Cerasoli l'azzitisce: "Signora, io pure".  Nota Cerasoli: "Gli uomini sono più gentili e disponibili, le donne no, sono quasi tutte così. Il colore? Mah anche tra loro poco. Ho visto giacche bon ton e soprattutto sono tutti con computer e Ipad, ma diversi anche con la telecamerina...". Attenzione. Siamo solo al primo giorno di scuola.

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Paola Sacchi

Sono giornalista politico parlamentare di Panorama. Ho lavorato fino al 2000 al quotidiano «L'Unità», con la mansione di inviato speciale di politica parlamentare. Ho intervistato per le due testate i principali leader politici del centrodestra e del centrosinistra. Sono autrice dell'unica intervista finora concessa da Silvio Berlusconi a «l'Unità» e per «Panorama» di una delle prime esclusive a Umberto Bossi dopo la malattia. Tra gli statisti esteri: interviste all'ex presidente della Repubblica del Portogallo: Mario Soares e all'afghano Hamid Karzai. Panorama.it ha pubblicato un mio lungo colloquio dal titolo «Hammamet, l'ultima intervista a Craxi», sul tema della mancata unità tra Psi e Pci.

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