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Banca Mondiale, l’Italia peggio dello Zimbabwe per la giustizia civile

Conviene fare impresa in Italia? Dal rapporto Doing Business 2013 pubblicato dalla Banca Mondiale si direbbe che forse è meglio dirottare gli spiriti animali verso Paesi come Rwanda, Botswana e Ghana. L’Italia si colloca infatti al 73° posto della classifica …Leggi tutto

Conviene fare impresa in Italia? Dal rapporto Doing Business 2013 pubblicato dalla Banca Mondiale si direbbe che forse è meglio dirottare gli spiriti animali verso Paesi come Rwanda, Botswana e Ghana. L’Italia si colloca infatti al 73° posto della classifica internazionale, una posizione in più rispetto allo scorso anno. L’indice misurato per 185 economie considera dieci indicatori, che vanno dalla facilità di avviare un’impresa alla protezione degli investimenti. Sul podio campeggiano Singapore, Hong Kong, Nuova Zelanda e Stati Uniti. Nella top 20 ci sono anche Paesi europei come Danimarca, Norvegia, Regno Unito e Germania. Il campo in cui l’Italia fa registrare la performance peggiore è la giustizia. Dai dati emerge infatti che procedure, tempi e costi per far rispettare un contratto collocano il Belpaese  al 160° posto, surclassato, per intenderci, da Zimbabwe, Uganda e Gabon. C’è poco sorprendersi se consideriamo la durata media di un processo civile (7 anni) e gli enormi costi non solo economici connessi alle lungaggini giudiziarie. Secondo il rapporto della Banca Mondiale in Italia occorrono 1210 giorni per risolvere una controversia commerciale contro una media  OCSE di 510. In Zimbabwe ne bastano 410. Che la giustizia lumaca freni gli investimenti lo ha ribadito anche  la Banca d’Italia, che ha misurato in un punto di Pil il costo dell’inefficienza della giustizia civile. Il fisco è l’altra materia per cui l’Italia si colloca più in basso nella classifica (131° posto): il total tax rate segna quota 68,3%. Se poi in Nuova Zelanda, dove si può avviare un’impresa in un solo giorno, ne bastano 89 per ottenere un permesso di costruzione, in Italia ne servono 234. Agli spiriti animali imperterriti non si può che augurare buona fortuna.

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Annalisa Chirico

Annalisa Chirico è nata nel 1986. Scrive per Panorama e cura il blog Politicamente scorretta. Ha scritto per le pagine politiche de "Il Giornale". Ha pubblicato "Segreto di Stato – Il caso Nicolò Pollari" (Mondadori, pref. Edward Luttwak, 2013) e "Condannati Preventivi" (Rubbettino, pref. Vittorio Feltri, 2012), pamphlet denuncia contro l’abuso della carcerazione preventiva in Italia. E' dottoranda in Political Theory a alla Luiss Guido Carli di Roma, dove ha conseguito un master in European Studies. Negli ultimi anni si è dedicata, anche per mezzo della scrittura, alla battaglia per una giustizia giusta, contro gli eccessi del sistema carcerario, a favore di un femminismo libertario e moderno.

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