Bambini sottratti ai genitori: precipita la situazione dei Barli
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Bambini sottratti ai genitori: precipita la situazione dei Barli

Anche lo sfratto esecutivo per i coniugi di Pistoia a cui sono stati tolti i figli per una vecchia relazione degli assistenti sociali

Stringe la mamma forte forte nello stanzone in penombra.

Per non farsi sentire dalla suora, le sussurra all’orecchio: “Mamma, voglio andare a casa, non voglio andare in un’altra casa”. Catiuscia, come ogni madre, sa essere forte. E minimizza rassicurando il bambino. Stefano invece ha imparato a fare il padre da poco e non riesce a trattenere le lacrime, che scendono coi singhiozzi.

È il dramma familiare che va in scena ormai da sette mesi, dal 2 aprile scorso, una volta a settimana. Quando Stefano e Catiuscia Barli vanno a trovare i figli, di sette e tre anni, all’istituto religioso di Firenze dove li ha destinati il Tribunale dei Minori. Oggi però è andata peggio. Perché gli assistenti sociali del comune di Pistoia hanno informato i bambini che è stata trovata, per loro, una famiglia affidataria. E che presto dovranno traslocare un’altra volta, ricambiare la scuola e gli amici, rimandare ancora il loro rientro a casa.

Ma oggi, se possibile, è andata peggio ancora. Perché la casa non c’è più. La porta divelta e murata, i poveri arredi portati via, insieme ai vestiti. Sull’uscio, come dicono da queste parti, un biglietto. Con gli estremi normativi e l’avviso: “Si avverte che ogni successiva occupazione dell’alloggio in oggetto sarà punito ai sensi dell’articolo 633 del Codice Penale” (“Invasione di terreni o edifici”, ndr).

Approfittando dell’assenza dei coniugi Barli, che erano coi figli, i vigili urbani hanno eseguito lo sfratto esecutivo. Un blitz programmato durante la loro assenza per evitare ulteriori problemi. Lo sfratto, infatti, era stato fissato per ieri mattina, lunedì. Ma ad attendere la forza pubblica c’erano, oltre ai Barli, anche i giornalisti. Con i taccuini, le macchine fotografiche e le telecamere pronte a riprendere la scena. Ma non è arrivato nessuno e i Barli hanno congedato la stampa con una zuppa di funghi (in zona  Stefano è conosciuto come un ottimo fungaiolo).

Bambini sottratti ai genitori: il dramma della famiglia Barli


Ma non è questa l’unica sventura capitata in queste ora alla famiglia Barli. Il Tribunale dei Minori, in estate, aveva ordinato ai servizi sociali di trovare una famiglia affidataria per i bambini. La ricerca non è stata facile e il comune ha impiegato mesi. Dal 2 aprile i bambini dei Barli sono nell’istituto. E, come ci ha confermato l’assessore alla Casa con delega ai Servizi Sociali, Tina Nuti, il costo, per le casse del comune, di questa permanenza in istituto ammonta ormai ad oltre trentamila euro.

Ma proprio la settimana scorsa è arrivata la svolta. La famiglia affidataria è stata trovata. Peccato che negli stessi giorni siano state depositate le perizie chieste dal Tribunale sui Barli, genitori e figli. Perizie che, secondo indiscrezioni, sarebbero del tutto positive e a favore di un ricongiungimento del nucleo familiare. Anche a fronte di un percorso formativo seguito – pare con impegno e successo – dai genitori.

Abbiamo chiesto all’assessore se il buon senso non avesse suggerito di attendere un’altra settimana prima di trasferire i bambini. Un' attesa di pochi giorni, a fronte dei sette mesi trascorsi in istituto, per conoscere il contenuto delle relazioni ed interpellare lo stesso Tribunale al fine di sapere se intenda disporre una soluzione diversa. “Abbiamo ricevuto una disposizione dal Tribunale dei Minori e non possiamo disattenderla”. Questa la risposta.

Nel frattempo gli assistenti sociali avevano comunicato ai piccoli Barli il loro imminente trasferimento. E oggi, quando hanno potuto riabbracciare la mamma, ecco quelle parole sussurrate all’orecchio: “Mamma, portami a casa”.

Ma la casa non c’è più.


 

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Giorgio Sturlese Tosi

Giornalista. Fiorentino trapiantato a Milano, studi in Giurisprudenza, ex  poliziotto, ex pugile dilettante. Ho collaborato con varie testate (Panorama,  Mediaset, L'Espresso, QN) e scritto due libri per la Rizzoli ("Una vita da  infiltrato" e "In difesa della giustizia", con Piero Luigi Vigna). Nel 2006 mi  hanno assegnato il Premio cronista dell'anno.

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