Arresti in Veneto, Busato minaccia vendetta
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Arresti in Veneto, Busato minaccia vendetta

il leader degli indipendentisti: "Accuse ridicole. Una ritorsione contro il nostro referendum"

"E' un colpo di coda dello Stato italiano morente". Il leader degli indipendentisti, Gianluca Busato, bolla così gli arresti ordinati dalla Procura di Brescia contro 52 esponenti di un presunto gruppo secessionista sospettati di aver messo in atto "varie iniziative, anche violente", per ottenere l'indipendenza del Veneto. L'accusa è di associazione con finalità di terrorismo ed eversione dell'ordine democratico e fabbricazione e detenzione di armi da guerra. Nel mirino anche un ex  deputato leghista, Franco Rocchetta, e il capo dei Forconi veneti Lucio Chiavegato, persone vicine ai "Serenissimi" e il presidente e la segretaria della Life, l'associazione che avrebbe avuto un ruolo particolarmente attivo durante le contestazioni dello scorso dicembre.

Raggiunto al telefono da Panorama.it, Busato lancia a sua volta accuse e minaccia ritorsioni.

Che intenzioni avete?

Se fino ad ora eravamo disponibili a pagare una quota del debito pubblico, ora questa apertura verrà meno. Con questo tentativo di trattenere i soldi che ci deruba, lo Stato italiano ha solo fatto in modo di procurarsi un trattamento, da parte nostra, meno favorevole in vista delle trattative sulla secessione. 

Quindi, secondo lei, un'indagine  antiterrorismo del Ros, iniziata tre anni fa, avrebbe avuto, fin dall'inizio questo unico scopo?

Il fatto che l'indagine sia arrivata a conclusione proprio ora dimostra che era finalizzata a rallentare un percorso che, invece, riceverà un'accelerazione. Si tratta di una farsa e si rivelerà un boomerang.

Le accuse sono gravi, si parla anche di fabbricazione e detenzione di armi da guerra. Al grido di "arrestateci tutti" lei ha espresso solidarietà agli indagati. Ma cosa ha a che fare con loro?

Ho espresso solidarietà e lo rifaccio anche ora. Rocchetta è una delle persone più pacifiche che conosca. L'accusa di terrorismo è ridicola. Uno Stato che ha paura di venti persone con un trattore è uno Stato di cartone bagnato. La verità è che non temono queste venti persone ma i 2 milioni che pochi giorni fa hanno democraticamente votato per staccarsi dall'Italia.

Che manifestazione sarà quella convocata questa sera alle 19 in Piazza San Marco a Venezia? Cercate lo scontro?

Sarà una manifestazione pacifica e democratica di esercizio d'indipendenza della Repubblica veneta. Dimostreremo qual è la forza della rivoluzione digitale messa in atto e che si sta diffondendo anche in altre regioni. Quella di stasera  è una chiamata a un'assunzione di responsabilità. (Poco dopo la pubblicazione di questa intervista Gianluca  Busato annuncia sulla sua pagina Facebook che "la manifestazione di questa sera a Venezia è rimandata per evitare una repressione violenta da parte dello Stato italiano" ndr)

Quale responsabilità?

Quella di dover reagire a un'aggressione, a un tentativo disperato dello Stato di fermarci.

Quando parla di "accelerazione" del percorso avviato con il referendum, cosa intende esattamente?

Che il popolo ci sosterrà ancora di più. Anche quelli che fino a ieri erano più timidi, dopo questi arresti passeranno decisamente dalla nostra parte. Qui in Veneto si sta verificando una saldatura che sta travalicando anche i ruoli.

Quali, per esempio?

Non può immaginare quanti suoi colleghi mi stanno chiamando per incitarmi ad andare avanti.

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Claudia Daconto