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Le armi dei peshmerga contro l'Isis

Fucili di precisione, missili e granate anticarro ed elicotteri. Ecco le armi con cui i curdi stanno affrontando lo Stato Islamico in Iraq e Siria

Per Lookout news

I peshmerga curdi, i guerrieri di etnia iranica che “vanno un passo oltre la morte”, sono da sempre molto bene armati. Hanno un servizio di intelligence, l’“Asayish”, nonché il “Parastin u Zanyari” (“Curdi per la protezione e l’informazione”) che opera nell’area curda in Iraq ed è il risultato della fusione dei servizi del PUK (Unione Patriottica del Kurdistan) e del PDK (Partito Democratico del Kurdistan). I guerrieri curdi, è bene ricordarlo, hanno catturato nel 2004 Hassan Gul, uno dei capi di Al Qaeda che portò all’identificazione del messaggero di Osama Bin Laden e, quindi, alla programmazione dell’operazione dei Navy Seal americani “Neptune Spear” che permise l’eliminazione del capo storico di Al Qaeda ad Abbottabad.

Non si sa quanti siano davvero i guerrieri curdi, eredi del “feroce Saladino”, che per l’appunto era un curdo ed era nato a Tikrit, come Saddam Hussein. Si va da una valutazione pessimistica di 80mila uomini fino a un massimo di 250mila elementi. Cifra quest’ultima che, probabilmente, mette nel conto dei peshmerga le tante reti di copertura, protezione, infiltrazione e intelligence.

Le brigate
Le brigate sono in tutto 36, controllate dai partiti storici dell’area curda e dal Ministero per gli Affari dei Peshmerga dell’area autonoma curda. Sul piano della struttura interna, vi sono 15 brigate per la Guardia alla Regione Autonoma, comandate dal Ministero dei Peshmerga. Poi ci sono le brigate Gulan, che difendono il presidente Barzani e la sua residenza, le Brigate Barzani, provenienti dal clan del presidente, 10 brigate operative di base per un totale di 20mila combattenti, le Brigate Zeravani che operano come Servizio delle Informazioni. Senza intelligence i curdi, ancora privi di uno stato autonomo, sarebbero già finiti da un pezzo.

 Le strutture sotto il comando del PUK sono la Brigata Antiterrorismo. Il Partito comanda anche due brigate che si occupano della difesa del presidente della Regione Autonoma. Vi è inoltre una struttura che difende il vicepresidente e, infine, 15 brigate costituite da soli militanti del PUK. In questo contesto, va segnalata anche la presenza in tutta l’area curda dei servizi segreti iraniani.

 

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Le armi
Le brigate curde dispongono di ingenti quantitativi di armi: 8.000 Walther P1, la migliore pistola d’assalto oggi disponibile; i mitra MP5 con un calibro da 9 millimetri e forse migliori del Kalashnikov (fabbricazione tedesca); l’americano M4, che funziona a gas con proiettili NATO 5,56 mm; il fucile d’assalto G36 (sempre tedesco); il mitra d’assalto di produzione croata VHS (anch’esso con calibro NATO 5,56 mm); l’americano M16, la “base” del più recente M4; lo svizzero SIG SG 516, un fucile semiautomatico di particolare precisione; il G3 tedesco, fucile da battaglia NATO (7,62 x 51mm); la MG3 tedesca; il Beretta 42/59, un fucile adatto allo cecchinaggio; i fucili da cecchino americani M40, M24; il Barrett M8 (calibro 12,7 x 99 mm).

Per le armi anticarro, i peshmerga usano il RPG7, una granata terra-aria trasportata a mano. Dispongono anche della stessa arma in versione jugoslava, la RB-57. Tra le altre armi in loro dotazione: il vecchio Panzerfaust tedesco; l’anticarro svedese-USA AT4; il Carl Gustav (sempre un cannone anticarro); il missile cinese anticarro HJ-8; il missile anticarro MILAN (franco-tedesco); l’italiano Breda Folgore (proiettili da 80 mm).

 I mortai utilizzati dai guerriglieri curdi sono di tre tipologie: il Vasilek (82 mm); lo M29 Usa (81 mm); il mortaio sovietico M1938 (120 mm). L’arma aerea è limitata agli elicotteri: gli americani Chinook; i Bell; alcuni Sikorsky; i Mil Mi8 sovietici per il trasporto di truppe; gli Eurocopter franco-tedeschi (sempre da trasporto); gli MD 902 (anch’essi americani).

 

I limiti dell’arsenale dei curdi
Si tratta, dunque, di una forza da “contatto” con grandi capacità di tenuta sul campo. Aspetto rilevante per la guerra in corso in Iraq e Siria è la presenza di carri armati moderni. I curdi dispongono solo di T-62 sovietici (meno di 150 elementi) e di vecchi T-54 (circa 100). I carri leggeri sono pochi: i PT-76 (russi, presi alle forze di Saddam Hussein durante la guerra tra Iran e Iraq) e poche vetture corazzate piccole (di fabbricazione tedesca e americana).

Insomma, una rete militare con un ottimo addestramento, una fortissima motivazione al combattimento, un armamento leggero e individuale di alto livello, ma con una struttura operativa ancora scarsa, rispetto alle più numerose e moderne armi mobili in possesso dell’esercito dello Stato Islamico. A pesare a sfavore dei peshmerga curdi potrebbe essere inoltre la mancanza di linearità nella catena di comando politica che, con il protrarsi del conflitto, potrebbe provocare più di qualche problema.

Donne curde in lotta contro Isis

SAFIN HAMED/AFP/Getty Images
Dibis, Iraq, 15 settembre 2014.

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