Armi chimiche: da Gioia Tauro a La Spezia
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Armi chimiche: da Gioia Tauro a La Spezia

Mentre è polemica sulle armi di Assad, nel silenzio totale in Liguria scoperte nel porto tonnellate di gas nervino

Mentre a Palazzo Chigi si discute della potenziale “pericolosità” di un trasbordo di armi chimiche “da nave a nave” ovvero in mare, senza che queste siano sbarcate a terra e stoccate negli hangar portuali, in Italia continuano a “circolare” tranquillamente tonnellate di gas nervino diretto nei Paesi del nord Africa. Algeria, in testa. Ma anche Libia e Marocco.

Nelle stesse ore in cui le istituzioni calabresi chiedevano rassicurazioni e “gridavano” di volere ampie e legittime rassicurazioni sul trasbordo delle armi siriane nell’area portuale di Gioia Tauro, a La Spezia l'Agenzia delle dogane sequestrava all'interno del porto mercantile un container contenente 2 quintali di bifluoruro di ammoniodestinato in Algeria e esportati da una società italiana che è stata denunciata.

La sostanza chimica, comunemente utilizzata in numerosi processi industriali, e' il precursore per la fabbricazione del Soman, un particolare gas asfissiante appartenente alla categoria dei nervini e potenzialmente letale in circa 15 minuti dalla sua inalazione. A far scattare il sequestro, l'assenza dell'autorizzazione ministeriale. I duecento chilogrammi di gas nervino avevano attraversato "illegalmente" il territorio italiano per essere imbarcate alla volta del continente africano.

Ma l’Italia, oggi scelta come “approdo” di scambio per le armi chimiche siriane dai cargo norvegese e danese alla nave Usa Cape Ray, in realtà è il “pontile” del Mediterraneo per il commercio clandestino di armi belliche,Iprite, Sarin,Tabun, gas nervino. Queste sostanze arrivano in piccolissima parte dal Nord Europa e dalla Francia ma sempre più spesso dai paesi dell’Est, transitando dalla Turchia e Serbia. Spesso vengono occultate all’interno di container carichi di merci oppure raggiungono il nostro territorio attraverso i porti turistici “minori” dell’Adriatico su imbarcazioni da diporto, molto piccole e quindi soggette a minori controlli.

Intanto, però, l'incontro avvenuto nelle scorse ore tra il premier Letta, i ministri Lupi e Orlando e i rappresentanti delle istituzioni calabresi non ha rassicurato i sindaci della Piana calabrese che ribadiscono di aver "subìto" la decisione e di non esser convinti delle "ampie rassicurazioni", come le definisce il governatore Scopelliti, fornite dal Governo.    

Effettivamente di certezze sulla complessa vicenda al momento ce ne sono comunque poche, eccetto che i cargo arriveranno agli inizi di febbraio per attraccare alle banchine del porto ed effettuare il trasbordo. Il trasferimento dei container tra le tre imbarcazioni, di cui si occuperanno i portuali, dovrebbe durare
dalle 8 alle 14, massimo 16 ore".  

Ma analoghe operazioni di trasbordo sono state fatte sia nel 2012 che nel 2013 proprio nel porto di Gioia Tauro. I sindaci della zona non si sono mai accorti di niente? Oppure nessuno li ha mai informati? E se sì, perché? Comunque nei due anni passati lo scalo ha movimentato "in via ordinaria" 3.048 container per un totale di 60.168 tonnellate di materiale classificato in maniera analoga a quello contenuto nei 60 container provenienti dalla Siria.

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Nadia Francalacci