attentato antisemita cimitero francia nazisti
EPA/FREDERICK FLORIN / POOL MAXPPP OUT
News

Antisemita chi?

In Italia si grida al razzismo, alla xenofobia, al ritorno della dittatura. Ma i veri rischi sono all'estero come dice la cronaca

In questi mesi ci è toccato spesso leggere o ascoltare critiche feroci contro il nostro Paese, accusato di fascismo, xenofobia e perfino di razzismo. L’Italia sarebbe piena di nostalgici, gente che vorrebbe imporre una dittatura, a cominciare da Matteo Salvini che, secondo alcuni, addirittura seguirebbe le orme di Hitler e vorrebbe conquistare con il voto popolare il potere per poi rinchiudere in galera gli oppositori. Di più: qualcuno si è spinto ad accostare i decreti sicurezza voluti dal ministro dell’Interno alle leggi razziali del 1938. Le lezioncine di democrazia ci sono arrivate da più parti, in gran numero dalla Francia, tramite il suo presidente, ma anche per bocca di un commissario europeo diretta espressione di Parigi.

Eppure, molti di coloro che lanciano l’allarme e denunciano il pericolo dovrebbero curarsi di ciò che accade a casa loro, a cominciare proprio da ciò che avviene Oltralpe. Qualche settimana fa avevamo descritto l’impressionante serie di attentati, incendi e minacce e addirittura omicidi registrati da Lione a Marsiglia, passando per la capitale francese, a danno degli ebrei. Tra il 2017 e il 2018 le aggressioni antisemite sono cresciute del 74 per cento. Nel mirino, una comunità di 450 mila persone, 40 mila delle quali in poco tempo hanno scelto di abbandonare la Francia per trasferirsi in Israele. Il caso transalpino è certo quello più allarmante tuttavia, a leggere l’inchiesta di Daniel Mosseri che pubblichiamo a pagina 26, si capisce che il fenomeno è assai più ramificato di quanto si creda. Dalla Germania alla Gran Bretagna, poi in Belgio e in Olanda, gli episodi di intolleranza nei confronti degli ebrei sono sempre più numerosi, al punto che il commissario governativo tedesco contro l’antisemitismo ha consigliato agli ebrei residenti in Germania di non uscire con la tradizionale kippah. Nel 2018, nella sola Berlino, l’istituto che tiene sotto controllo il fenomeno ha contato 1.646 atti di aggressione. Il clima è tale che c’è chi si permette di incidere una canzone in cui si parla senza problemi di Olocausto e si scherza sul corpo degli internati ad Auschwitz, paragonandolo a quello scolpito dal fitness. In Belgio, invece, c’è un bistrot sul cui ingresso è affisso un cartello che recita: «Qui possono entrare i cani, ma non i sionisti».

Eccezioni? Mica tanto, perché se questa è l’aria che tira a Liegi, in Gran Bretagna non va meglio. Anzi. Jeremy Corbin, il leader che guida i laburisti, è arrivato a paragonare Israele alla Germania nazista, rifiutando di riconoscere l’esistenza dell’antisemitismo. La situazione è tale che poco meno della metà degli ebrei britannici si sente insicura e valuta di abbandonare il Paese, mentre quasi tutti si sentono minacciati. A far paura, però, non sono i sovranisti, italiani o stranieri, come magari potrebbe pensare qualcuno. No, i populisti non sono gli autori degli insulti e delle minacce contro gli ebrei e nemmeno i responsabili degli attentati o, cosa accaduta in Francia, addirittura degli omicidi.

Come racconta Daniel Mosseri nel suo lungo viaggio nel nuovo antisemitismo europeo, la maggior parte di questi attacchi sono opera di musulmani, in Germania come in Belgio o in Gran Bretagna. A Berlino e dintorni esiste una forte comunità turca ed è da lì che provengono le peggiori minacce. Del resto, secondo un sondaggio, la metà o quasi degli islamici presenti in Europa ha pregiudizi nei confronti degli ebrei. E tuttavia, per i commentatori e i politici, l’antisemitismo continua a essere un fenomeno di destra. Dunque si parla di razzismo e fascismo, guardando con sospetto ogni movimento che rivendichi il diritto di difendere i propri confini e di chiuderli a un’immigrazione incontrollata. Il nuovo nazismo, secondo gli osservatori, arriva solo da destra, ma chi lo dice non si accorge che se esiste un pericolo per l’Europa è dato dall’integralismo religioso di matrice islamica. Del resto, nel mondo non esistono dittature fasciste e, fatta eccezione per Cina, Corea e Cuba, neppure comuniste. Al contrario, esistono numerose dittature islamiche, ma si fa finta di non vederle. Proprio come con l’antisemitismo che l’Europa sta importando.

© riproduzione riservata

I più letti

avatar-icon

Maurizio Belpietro