Gli antagonisti e il diritto di manifestare a sbafo
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Gli antagonisti e il diritto di manifestare a sbafo

La richiesta di biglietti a prezzi politici dei no-tav che intendono manifestare a Roma: la rivoluzione non vale un biglietto di seconda classe?

 

La rivoluzione a spese mie, no. Va bene che i movimenti per la casa e i no-Tav  si preparano a inscenare a Roma il 18 e il 19 ottobre cortei con più di 20mila persone. Va bene che i cortei saranno preceduti nei prossimi giorni da iniziative che si annunciano come reati belli e buoni (che altro sarebbe l’“occupazione, appropriazione e riappropriazione contro sfratti, sgomberi e pignoramenti”). Va bene che la kermesse principale si concluderà il 18 ottobre in Piazza San Giovanni dove i manifestanti si “accamperanno” (testuale) per rimanere tutti insieme fino al giorno dopo “quando alle 14 partirà la grande giornata della sollevazione generale e dell’assedio”. Va bene. Tanto a Roma siamo rotti a tutto, ne abbiamo viste di tutte, compresi i cortei che davano fuoco ai fantocci dei soldati italiani o alle bandiere di Israele, compreso il centro in balìa di orde scalmanate di urlatori violenti fra incendi, vetrine infrante e bancomat forzati. Ma mi dovete spiegare, cari movimenti, perché la rivoluzione la dovrei pure finanziare io e se non lo faccio non verrebbe garantito il vostro “diritto di manifestare”.

Che altro significa chiedere a Trenitalia di concedere lo sconto di un terzo alle famiglie che scenderanno o saliranno a Roma, 15-20 euro invece di 50 per un biglietto, con la scusa che altrimenti la capitale non potrebbe essere raggiunta da gente che occupando una casa si ritiene non abbia pecunia. La rivoluzione non vale un biglietto di seconda classe? Per farla occorre che ministero dell’Interno e Trenitalia s’impegnino a darvi un passaggio gratis e vi consentano di “accamparvi” a San Giovanni per mettere sotto assedio noi? Gradite pure un cornetto caldo e un cappuccino la mattina del 19 e poi calatevi pure il casco?   

Io il vostro biglietto per la rivoluzione e l’occupazione delle case e il no alla Tav non lo voglio pagare né per intero né per metà né per un terzo. A maggior ragione non lo voglio pagare a una pacifica famiglia che occupa o vuole occupare o vuole riappropriarsi di una casa non sua. Che magari è mia, mentre io pago l’affitto da qualche altra parte. A Napoli il Consiglio comunale ha votato la sanatoria per chi abita case abusive del Comune. La camorra ha applaudito, io no. Si tagliano le pensioni e voi pretendete di non sborsare il prezzo del viaggio. La beffa che precede il danno.

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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