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Anm-Monti e il sogno di una magistratura imparziale, rapida, efficiente. E che non fa politica

Il PM Ingroia ancora in Tv e ancora contro il premier Monti: "Ingeneroso". A quando un CSM che abbia a cuore la credibilità delle toghe?

I have a dream. Il mio sogno è una magistratura davvero indipendente, al di sopra delle parti, riservata e coscienziosa. Una magistratura efficiente, che esercita il suo compito senza guardare in faccia nessuno, non soltanto perché coraggiosa e non soggetta ad alcun potere censorio o intimidatorio, ma perché il suo faro, il suo unico obiettivo, è fare giustizia; non usare la toga per sostenere un’ideologia, colpire un avversario, riscrivere la storia, dimostrare teoremi, ottenere popolarità o prepararsi una carriera politica e un futuro diverso da quello del giudice.

Sogno magistrati che lavorino in silenzio.

E invece, ancora polemiche tra toghe e politica. Il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, nell’ennesima intervista (stavolta a Sky Tg24) dà dell’“ingeneroso” al presidente del Consiglio, Mario Monti, che già ieri era stato criticato dal Consiglio superiore della Magistratura per aver detto che ci sono stati “abusi nel campo delle intercettazioni” e “passaggi gravi” nell’inchiesta di Palermo in cui il presidente Napolitano è stato intercettato indirettamente (e le intercettazioni non sono state poi distrutte).

Per Ingroia la colpa delle invasioni di campo è tutta della politica. Ma abbiamo letto anche il parere di segno opposto dell’ex procuratore capo antimafia, Piero Luigi Vigna, presidente onorario di Magistratura Indipendente, per il quale “non c’è dubbio che vi siano stati abusi” nel pubblicare le intercettazioni e l’inchiesta Musotto a Palermo è uno dei “casi emblematici in cui sono stati perseguiti alcuni politici senza che poi ci fosse alcun esito processuale definitivo nei loro confronti”.

Che dire?

Sogno magistrati che possano alla fine della carriera guardare indietro alla propria vita con la serenità non di essere stati infallibili (nessuno lo è: dai medici ai piloti, dai giudici agli ingegneri), ma di aver sempre cercato di fare onestamente il proprio dovere in quello che è il compito più alto (e il più delicato) per un servitore dello Stato (e dei cittadini).

Sogno un ordine giudiziario che sia egualmente coscienzioso nel perseguire la verità nelle piccole come nelle grandi cause, indipendentemente dalla notorietà o dalle idee politiche delle persone coinvolte, e che non usi discrezionalmente il proprio immenso potere per fini diversi da quelli d’ufficio.

Sogno una magistratura che rispetti e abbia a cuore il proprio ruolo e le proprie prerogative, e le amministri con senso della misura, delicatezza e fermezza; con scrupolo e umanità. Che non perda tempo a farsi intervistare da quotidiani, radio, settimanali, tv, siti web. Che sia un ordine davvero separato dagli altri “poteri”, dalla politica come dai media.

Sogno giudici che non diano il “tu” a ministri, segretari di partito e giornalisti. Che siano indipendenti e lo sembrino anche, perché apparire (ed essere) al di sopra delle parti è per i cittadini una garanzia della loro imparzialità e onestà, materiale e intellettuale.

Sogno magistrati che sappiano perseguire con la stessa determinazione tutti i colpevoli, inclusi i funzionari e dirigenti che illegalmente diffondano intercettazioni, selezionandole per la distribuzione ai giornalisti “amici” con criteri di interesse o visibilità personale e/o per denigrare chi sia indagato o anche no (e che lo sia o no per il contenuto di quelle intercettazioni). Sogno una giustizia rapida, per tutti.

Sogno un CSM, un organo di autogoverno dei magistrati così responsabile, autorevole, zelante nel difendere lo status delle toghe, da essere inflessibile verso qualsiasi grave errore o comportamento di singoli giudici, e che non abusi come gli avvocati di cavilli giuridici o come i politici di acrobazie di linguaggio per dare sempre e comunque protezione ai propri “soci”.

Sogno un CSM senza correnti, che accetti il principio della responsabilità diretta dei magistrati per dolo o per grave negligenza. Che non entri a gamba tesa nell’agone politico criticando le legittime opinioni (e iniziative legislative) di politici, esponenti di governo e cariche istituzionali, e non si limiti a dichiarare “inopportuna”, archiviando la pratica, l’arringa di un magistrato (tanto più se di prima linea) che a un’adunata di partito provocatoriamente dichiara: “Confesso che non mi sento del tutto imparziale”.

Sogno una magistratura che non creda di dover difendere la Costituzione appoggiandosi a un podio con il logo della Falce e Martello (o di qualsiasi altro simbolo di partito), ma silenziosamente applichi la legge ogni giorno nelle aule di tribunale.

Sogno una magistratura che garantisca l’accusa come la difesa. E che non dia alibi con i propri comportamenti a chi in Parlamento cercherà sempre di renderne complicato il lavoro. Se processi e intercettazioni diventano strumento di lotta politica, i politici che ne sono il bersaglio avranno tutti i motivi (o pretesti) per limitarne l’abuso, e di conseguenza l’uso. Per dirla con Francisco de Quevedo: “Fanno meno danno cento delinquenti che un cattivo giudice”.

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Marco Ventura

Inviato di guerra e cronista parlamentare de Il Giornale, poi  collaboratore de La Stampa, Epoca, Il Secolo XIX, Radio Radicale, Mediaset e La7, responsabile di uffici stampa istituzionali e autore di  una decina fra saggi e romanzi. L’ultimo  "Hina, questa è la mia vita".  Da "Il Campione e il Bandito" è stata tratta la miniserie con Beppe Fiorello per la Rai vincitrice dell’Oscar Tv 2010 per la migliore  fiction televisiva. Ora è autore di "Virus", trasmissione di Rai 2

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