Al Viminale la firma del Patto nazionale per un Islam italiano
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Al Viminale la firma del Patto nazionale per un Islam italiano

Il ministro Minniti: "Uno straordinario investimento sul futuro del nostro Paese"

"Il patto nazionale per un Islam italiano è uno straordinario investimento sul futuro del nostro Paese che produrrà vantaggi anche materiali. Si tratta di un atto particolarmente importante che parte dal presupposto che si possono avere religioni differenti e tuttavia siamo tutti quanti italiani".

Così il ministro dell'Interno, Marco Minniti, dopo la sigla al Viminale del patto con gli esponenti di associazioni che rappresentano circa il 70% dei musulmani in Italia. "E' - ha spiegato Minniti - un patto che allude in prospettiva a un'intesa. L'hanno firmato associazioni che hanno storie e sensibilità differenti e che in altri momenti non avrebbero sottoscritto un documento comune. Tutti i firmatari si sono impegnati a rifiutare qualunque forma di guerra e di terrorismo".

Il ministro ha anche sottolineato che il documento prevede un impegno per la formazione dei leader religiosi e che alla fine "dobbiamo arrivare a un albo degli imam".

"La prima parte del Patto - ha proseguito Minniti - richiama i valori della Costituzione italiana, che sono i valori dei firmatari, valori che tutti insieme ci impegniamo a difendere. Il cuore del documento - ha aggiunto - è il giusto equilibrio tra diritti e doveri".

I dieci punti

Il Patto contiene dieci impegni da parte delle associazioni islamiche chiamate a far parte del Tavolo di confronto presso il ministro dell'Interno ed altrettanti da parte del ministero.

Si sottolinea, ha rilevato il ministro, "che la libertà di culto e' una delle libertà inalienabili e che lo Stato non dà regole alle religioni, ma puo' fare intese. E' l'incontro di libere volontà, non la supremazia di una volonta'".

Il titolare del Viminale ha poi definito "un grave errore l'equazione tra immigrazione e terrorismo, ma è un errore anche dire che non c'è rapporto tra mancata integrazione e terrorismo. L'attentato di Charlie Hebdo ha dimostrato che livelli di integrazione non adeguati formano un brodo cultura per i terroristi".

Minniti ha quindi messo in guardia dagli imam fai da te, definiti "un grande pericolo" e ha illustrato altri punti del documento: il contrasto al radicalismo religioso, l'impegno a garantire che i luoghi di preghiera siano accessibili a visitatori non musulmani e che il sermone del venerdi' sia "svolto o tradotto in italiano", la massima trasparenza sui finanziamenti ricevuti per la costruzione e le gestione di moschee e luoghi di culto.

"Non sono - ha concluso il ministro - standard che uno decide e gli altri devono accettare, sono standard condivisi ed ho visto una straordinaria volontà dei firmatari di impegnarsi nella realizzazione di questo percorso. Sarà promossa una serie di incontri con le comunità musulmane, si organizzerà un tour per i giovani musulmani di seconda generazione e faremo poi una grande assemblea"

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Redazione