Agrama, Berlusconi e un dubbio
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Agrama, Berlusconi e un dubbio

Più che il diritto, nelle motivazioni della sentenza della Cassazione , è la logica a difettare

 

Le motivazioni della Cassazione per la condanna definitiva di Silvio Berlusconi nel processo per i diritti tv Mediaset  hanno acceso l’ultima polemica in punta di diritto. Ma più che il diritto, è la logica a difettare, in molte delle tante pagine della sentenza, irritualmente firmata da tutti e cinque i giudici sella sezione feriale della Suprema corte.

L’occhio (con la logica) cade proprio su quello che pare il cuore della condanna: il punto che riguarda i rapporti tra Mediaset e Frank Agrama, l’imprenditore che era riuscito a trasformarsi in tramite obbligatorio per la compravendita di film prodotti dalle major statunitensi. I giudici scrivono che Agrama era «socio di fatto» di Mediaset, quindi di Berlusconi. Ma dagli atti risulta che Agrama pagasse sistematicamente i dirigenti del settore acquisto diritti di Mediaset. Una domanda sorge spontanea: se Berlusconi fosse davvero stato il socio occulto di Agrama, perché mai avrebbe dovuto consentire che questi pagasse i dirigenti della sua azienda, visto che sarebbe stato sufficiente ordinare loro di acquistare i diritti proprio da Agrama?

La logica pare indicare che la strada fosse diversa: Agrama pagava alcuni dipendenti infedeli del gruppo Mediaset proprio per indurli ad acquistare i film da lui, a un prezzo maggiorato. Ma evidentemente una cosa è la logica. Un’altra (in certi casi) la giustizia della cassazione.

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Maurizio Tortorella

Maurizio Tortorella è vicedirettore del settimanale Panorama. Da inviato speciale, a partire dai primi anni Novanta ha seguito tutte le grandi inchieste di Mani pulite e i principali processi che ne sono derivati. Ha iniziato nel 1981 al Sole 24 Ore. È stato anche caporedattore centrale del settimanale Mondo Economico e del mensile Fortune Italia, nonché condirettore del settimanale Panorama Economy. Ha pubblicato L’ultimo dei Gucci, con Angelo Pergolini (Marco Tropea Editore, 1997, Mondadori, 2005), Rapita dalla Giustizia, con Angela Lucanto e Caterina Guarneri (Rizzoli, 2009), e La Gogna: come i processi mediatici hanno ucciso il garantismo in Italia (Boroli editore, 2011). Il suo accounto twitter è @mautortorella

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