Mauro: l'Italia in Afghanistan un esempio per tutti
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Mauro: l'Italia in Afghanistan un esempio per tutti

Il ministro della Difesa in visita a Herat alla vigilia di Natale: "Scusateci se non sempre siamo all'altezza di quello che fate"

Prezzo e valore. I giovani di oggi conoscono il prezzo di tante cose, ma non ne conoscono il valore. E' il concetto intorno al quale il ministro della Difesa, Mario Mauro, ha costruito il messaggio di augurio ai militari italiani impegnati nella missone Isaf in Afghanistan, che ha visitato oggi nella base di Herat. Mauro, accompagnato dal capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, ha più volte paragonato la difficile situazione politico-economica che sta affrontando l'Italia con il lavoro dei nostri soldati.

"L'Italia che voi testimoniate qui in Afghanistan è un'Italia che ha coraggio e che mostra fiducia" ha detto Mauro. "Un'intera generazione rischia di conoscere il prezzo di tutte le cose e di ignorarne il valore" ha aggiunto elencando i nomi dei 53 caduti italiani durante la missione. Secondo il ministro, l'Italia sta vivendo un paradosso, rappresentato dalla difficoltà di trovare in casa quelle motivazioni che, invece, i soldati in Afghanistan dimostrano ogni giorno, tanto da essere apprezzati in tutto il mondo.

Oggi in Afghanistan sono presenti oltre 4 mila soldati italiani, buona parte dei quali rientrerà alla fine dell'anno quando ufficialmente terminerà la missione Isaf, mentre ancora non si conoscono le modalità e i numeri dell'aiuto che la comunità internazionale fornirà al govero di Kabul dal prossimo anno. "I risultati sono per alcuni versi impeccabili" ha continuato il ministro della Difesa. "Milioni di ragazzi sono tornati a scuola e, pur con mille difficoltà, l'economia afghana si sta riprendendo. Ma restano molti problemi e possono esserci ancora momenti terribili".

Ecco, quindi, che i valori che i militari italiani fanno propri da sempre e che trasmettono quotidianamente nel loro difficile lavoro diventano fondamentali per la migliore riuscita della missione, facendo così applaudire l'Italia dagli afghani e dagli altri paesi impegnati. Tanto che Mauro, concludendo il messaggio di augurio davanti ai reparti schierati, ha chiesto scusa a nome della classe politica: "Grazie, scusandoci e chiedendo perdono se non sempre siamo all'altezza di quello che fate e di ciò che siete". Chissà se l'eco giungerà anche sulle tavole imbandite degli altri leader politici.

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Stefano Vespa