6 personaggi in cerca d'elettore
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6 personaggi in cerca d'elettore

Elezioni 2013, una lettura di stile dagli esperti di comunicazione politica di APCO Worldwide

Un tripudio di cani e gatti (e leopardi), bambole gonfiabili e tsunami, la birra che non ti aspetti, doodle fatti in casa, qualche supereroe e persino i blues brothers tricolore. Sembrano ingredienti di un film dei Vanzina e invece sono pezzi sparsi, schegge di colore, della campagna elettorale 2013.

Siamo, infatti, all’ultimo giro di boa della campagna elettorale e in questo primo scorcio di nuovo anno i leader politici della penisola si sono dati battaglia senza esclusione di colpi. Ognuno con il proprio stile e con i propri mantra. Lanciando temi, suggestioni, e parole d’ordine che hanno unito o diviso, talvolta intrigato e altre volte lasciato un po’ perplessi… Dopo l’esercizio di paziente ascolto delle ultime settimane, gli italiani saranno chiamati tra poco alle urne, per decidere a chi affidare la propria fiducia. Da parte nostra, come consulenti specializzati in politica e comunicazione, vorremmo darvi la nostra opinione, un po’ seria e un po’ scherzosa, sullo stile e la comunicazione dei principali leader politici in campo.

Silvio Berlusconi:

E’ noto che la comunicazione, soprattutto quella televisiva, sia il suo forte. Non diciamo nulla di nuovo. Prima di Natale si era ritirato dalla guida del PDL - farò “il padre nobile” aveva detto - ma poi torna in campo, scompagina tutte le carte sul tavolo e torna a fare il “one-man show” del centro-destra italiano. L’ospitata TV da Santoro avrebbe potuto costargli molto e invece ne esce rafforzato (almeno stando ai sondaggi) e da quel momento non si ferma più. Appare e concede interviste a più non posso, lancia proposte che parlano alla pancia della gente, restituzione dell’IMU e condono in primis. A colpi di battute e promesse elettorali, si dice sicuro di poter superare il PD, l’avversario da raggiungere e battere in queste elezioni. Berlusconi racconta agli italiani quello stesso sogno di successo e prosperità che ha sempre dato forza al suo progetto politico, sin dalla discesa in campo degli anni ’90. Resta da capire se gli italiani credono ancora a quel sogno.

Pierluigi Bersani:

Maniche di camicia e cravatta rossa d’ordinanza. Il segretario del PD vuole dire due cose: 1) lui è uno che non ha paura di sporcarsi le mani e 2) il suo PD ha alle spalle una storia e una tradizione politica che non è affatto dimenticata. Bersani fa leva su parole d’ordine come “esperienza” e “Italia giusta”. Promette riforme e miglioramenti, ma mai miracoli, perché il PD “deve vincere senza raccontare favole”. Insomma una realpolitik in salsa democratica, necessaria per affrontare lo scenario internazionale. E per farlo Bersani punta molto sui giovani, sulla piazza (il PD è ormai l’ultimo grande partito di massa in Italia) e soprattutto su Matteo Renzi, nemico-amico alle primarie e ora soldato scelto del segretario nazionale. Tanto che il PD stesso li ha paragonati – forse in modo un po’ avventuroso - a un’altra coppia storica dell’immaginario collettivo, gli indimenticabili blues brothers. Peccato che Aykroyd e Belushi fossero due simpatiche canaglie, non esattamente due modelli di virtù…

Mario Monti:

Il loden sale in politica e lo fa con autorevolezza e qualche scricchiolio. Il Presidente del Consiglio uscente appare sempre sicuro dei propri mezzi, mescolando capacità d’analisi, pause strategiche e un certo aplomb più britannico che latino. In TV se la cava, anche se non è certo un affabulatore. Il Professore è stimato, soprattutto in Europa e da alcune fasce della popolazione italiana, ma soffre l’accusa di essere spesso percepito come “freddo” e “distante”. Insomma un riformatore più attento ai numeri che alle persone. Da qui l’operazione “simpatia” guidata dallo staff dell’ex premier. Prima l’apertura ai social network (con qualche difficoltà), poi il video virale con il meglio del suo humor britannico, poi ancora uno spaccato sul suo ruolo di nonno in famiglia e infine l’adozione del cagnetto Empatia (un caso?), subito ribattezzato con il nomignolo “Empy”. Insomma Monti cerca di coniugare i fatti con le emozioni, il rigore di bilancio all’attenzione per gli umori dell’elettorato. Un equilibrio instabile, specie in campagna elettorale, specie per un tecnico poco abituato all’arena politica e alle dinamiche del consenso popolare. Vedremo cosa ne penseranno gli elettori.

Beppe Grillo:

Il comico che vuol far piangere la Casta. E stando agli ultimi sondaggi disponibili (fermi per legge all’8 febbraio), il suo Movimento 5 Stelle sarà sicuramente una forza politica con cui il nuovo governo, di qualsiasi colore, dovrà fare i conti. Grillo è un uomo politico-mediatico tra i più analizzati degli ultimi anni, un vero fenomeno partito da internet e arrivato nel mondo reale. Il comico genovese mescola nuove tecnologie (primarie solo online), ai vecchi cavalli di battaglia della politica tradizionale (il tour d’Italia in camper, con i comizi in piazza). In televisione non ci vuole andare, nessuna rete sembra piacergli, ma alla fin fine sembra che Sky sia riuscito a sedurlo. Sempre informale, difficile se non impossibile vederlo in cravatta, Grillo nuota per fini elettorali attraverso lo Stretto di Messina (scatenando paragoni poco rassicuranti) e parla all’uomo della strada, usando sempre temi controversi e toni al limite, talvolta senza limiti. La domanda è come evolverà la sua comunicazione una volta che i suoi saranno in Parlamento: il leader del Movimento 5 Stelle  si normalizzerà, oppure alzerà ancora l’asticella del confronto politico?

Antonio Ingroia:

Magistrato e leader di Rivoluzione Civile, e con Oscar Giannino, leader di Fare per Fermare il Declino.
Ingroia, un po’ come fu ai suoi tempi per Di Pietro, è un uomo di legge prestato alla politica e quindi poco avvezzo all’arena partitica ed elettorale. Campione della “questione morale”, con barba sempre a metà strada e non troppo disinvolto davanti alle telecamere, Ingroia è molto noto sia per lo scottante fascicolo della presunta trattativa Stato-Mafia, di cui è stato titolare, sia più prosaicamente per l’imitazione che ne ha fatto il comico genovese Crozza. Imitazione che “non mi somiglia per niente”, come ha dichiarato lo stesso Ingroia, ma che gli è comunque valsa una certa popolarità, soprattutto tra i più giovani e tra gli utenti di internet.

Oscar Giannino:

Oscar invece, è il leader più flamboyant, almeno per quel che riguarda il suo abbigliamento. Cravattino, barba fantasiosa, tuba e ghette: un vero e proprio dandy alla Oscar Wilde, ma con una spiccata propensione per il liberismo economico. Giornalista di lungo corso, Giannino è un economista più a suo agio davanti a una telecamera o dietro una tastiera, ma meno in un comizio di piazza. “Snobbato da Monti” e uscito dal porto del PDL, Giannino cerca ora di convincere gli italiani della bontà del suo programma politico, senza farsi distrarre dalla sua esuberanza cromatica.

Berlusconi, Bersani, Monti, Grillo, Ingroia e Giannino: il 26 mattina sapremo chi sarà il vincitore. Nel frattempo non resta che aspettare, mettersi comodi, e attendere gli ultimi fuochi di questa campagna. Come ogni spettacolo, il bello arriva sempre alla fine.

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