Tiziano Ferro: tutte le dichiarazioni del documentario (per il quinto disco di platino)
Kika Press
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Tiziano Ferro: tutte le dichiarazioni del documentario (per il quinto disco di platino)

"L'amore è una cosa semplice" è in cima alle classifiche italiane. Missione compiuta con quattro singoli di successo, un tour che ha convinto pure gli scettici. Abbiamo trascritto i 54 minuti della video intervista per festeggiare le 320 mila copie vendute

Tiziano Ferro ha fatto il botto, avevate dubbi? Con il suo "L'amore è una cosa semplice" ha appena raggiunto il traguardo del quinto disco di platino, che equivale più o meno a 320 mila copie distribuite o vendute (su questo c'è una grande questione, ma non approfondiremo). Di fatto è dal 28 novembre, quindi in appena 8 mesi, arriva a un obiettivo che ha dell'incredibile, oggi.

Dopo il lancio di "La differenza tra me e te", "L'ultima notte al mondo", l'inizio del tour quasi in contemporanea con "Hai delle isole negli occhi" e il singolo estivo "Per dirti ciao", dopo 35 settimane è in cima alla classifica degli album più venduti in Italia, secondo solo a Biagio Antonacci, nei negozi da sole 15 settimane.

Insomma, quale miglior modo per festeggiare se non con un documentario che racconta in modo molto completo questo suo quinto album ufficiale, il primo da trentenne? Abbiamo ripreso tutte le dichiarazioni incluse nel video di 54 minuti che riassumono e raccontano la fase preparatoria di questa pubblicazione di successo. Troverete molti aspetti interessanti, a partire dal titolo dell'album.

Il titolo dell'album

"Mi è stato ispirato da una ragazza in un bar una sera. Ne parlava applicando questa teoria applicandola ad altre piccole teorie, che non ho colto. Però mi è piaciuto sviluppare questo concetto in maniera più universale. Perché penso che la semplicità dell'amore sia un piccolo bisogno quotidiano, come quello della fame, del dormire, del sonno. È ciò che definisce l'uomo in quanto essere umano speciale, diverso da tanti altri esseri viventi al mondo.

La voglia, il bisogno di amare, questa ricerca interiore che produciamo ogni giorno verso noi stessi per capire qual è la persona che vogliamo accanto. Non è spesso semplice. Questo disco, secondo me, parla di amore fine a trovare la felicità tramite l'amore. L'amore ha condizionato fortemente tutta la mia vita e quindi mi sembrava giusto dedicargli onestamente un disco che è poi la cosa che mi piace più fare in vita mia".

Sul decennio di carriera

"Sono stati dieci anni molto importanti. Lo sarebbero stati comunque, perché la vita di una persona tra i venti e i trenta è, un periodo di grande formazione umana. Mi sento cambiato, mi sento migliorato, mi sento divertito da quello che mi è successo. Musicalmente, devo dire la verità, la cosa più bella è stata avere avuto la libertà di poter fare sempre quello che mi piaceva, quindi scrivere le canzoni che mi piacciono, e riuscire a produrre nella maniera in cui mi sembrava più consona. In questo mi ritengo molto fortunato.

Personalmente, credo che uno a vent'anni in realtà nonostante sia maggiorenne, sia ancora un adolescente. Quindi, adesso quello che umanamente mi colpisce di più del periodo che sto vivendo è che mi sento sempre molto giovane di spirito però molto più consapevole, molto più divertito, molto più nella facoltà di sentirmi controllore della mia realtà".

La filosofia del disco

"Il titolo del disco io lo scelgo sempre in base alla filosofia delle canzoni, cioè scelgo il titolo che meglio riassume l'idea e lo spirito delle canzoni, anche se non è un album di concetto. 'L'amore è una cosa semplice', perché credo che l'amore debba semplificare la vita di chi lo vive. Perché questo è un disco solare, un disco che è nato dalla voglia di condividere la mia vita, la mia idea di sentimento con le persone che ho intorno, e perchè è un disco del ritorno a casa, alla mia terra, a quello che mi piace, a quello che sono.

Soprattutto all'interruzione di questa sorta di isolamento che ho praticato negli ultimi anni. Quindi, mi piaceva l'idea di lanciare questo messaggio alle persone che a volte non se ne rendono conto. L'amore è importante, l'amore deve semplificare la vita, e per me l'amore è stato decisamente un grande e importante motore, per questo gli ho dedicato questo disco con un sorriso sul viso, fin già dalla copertina".

Sul suo produttore

"Michele Canova è una garanzia. Perché sarebbe banale e riduttivo raccontare di lui come di un amico perché è molto più di quello. Chi produce un disco con te, prende in mano le tue canzoni da quando ce le hai semplicemente appuntate su un diario. Poi ti aiuta a tirarle fuori, a condividerle con qualcuno, è la prima persona con la quale ti confronti, quindi riuscire dopo 10 anni ad avere un linguaggio comune, fatto di empatia, il fatto anche di comunicazione non verbale così spontanea, così bella, così naturale, per me è un privilegio.

Devo dire che lui a oggi è la persona che riesce più di tutte a capire cosa scrivo, prima di tutti, senza che io debba spiegarmi troppo. E questo è molto importante in quella fase di realizzazione delle canzoni, perché sei ancora molto timido, sei ancora molto geloso delle tue canzoni nuove, perché non le hai ancora mai tirate fuori. Quindi Michele per me è questo, è anche un grande impulso a credere in quello che ho scritto".

La registrazione negli Stati Uniti

"In realtà non avrei mai pensato di registrare un disco in America. Mi piace la musica americana, però la scrittura e la produzione le ho sempre pensate come qualcosa di molto intimo e di molto legato alla terra in cui vivi. Perché le canzoni sono il racconto della mia vita o comunque il racconto di una vita della quale sono testimone, anche quando non è la mia, delle persone attorno a me.

Allontanarmi così tanto all'inizio è un'idea che mi spaventava, un po'. Mi sono fidato appunto di Michele Canova, che ha avuto questa intuizione ascoltando le canzoni e lui ha pensato di registrarle quasi dal vivo. Perché è un disco molto istintivo e con dei suoni molto solari. L'idea era quindi anche quella di abbandonare un po' la tecnologia, l'elettronica, per affidarci alla maniera più classica di registrazione dei dischi, che è poi quella del mondo del blues americano.

È stata una bella sorpresa perché comunque sono riuscito innanzitutto a concentrarmi molto di più sulle canzoni e meno sul controllo della produzione come sempre faccio. Sentirmi libero di cantare e avere la possibilità di incontrare dei musicisti importanti per me. Perché sono state delle persone stupende che mi hanno aiutato a rileggere le mie canzoni con un punto di vista nuovo, bellissimo. E devo dire che si è rivelata un'esperienza molto importante soprattutto per chi, partendo dalla tecnologia, forse come me aveva bisogno di tornare un po' alle radici della musica, quindi in una versione più suonata e acustica".

La scrittura

Sono dieci anni che scrivo canzoni. Le scrivo anche da prima e ogni volta che mi si chiede come si scrive una canzone, non so dare una risposta. L'unica cosa che so è che la composizione canzone è sempre frutto di una sorta di urgenza o di esigenza che si traduce poi nei quattro minuti di quello che si ascolta in un disco. Mi piace il linguaggio sintetico della canzone perché mi aiuta a concentrarmi e a risolvere un'idea. A raccontare una storia senza esagerare, senza rovinarla e lasciando anche tantissimo spazio alla fantasia degli altri.

Questo è un disco nato dal bisogno di tirare fuori l'entusiasmo verso la vita, è un disco entusiasta verso quello che mi circonda. Sicuramente è una celebrazione all'amore, all'amore felice e all'amore ricambiato, all'amore che si riceve in cambio ma soprattutto anche al bisogno di tornare alla condivisione con le persone che si amano. Sicuramente il mio ritorno, il mio avvicinamento di nuovo all'Italia, in questo ha aiutato molto. In linea di massima direi che comunque a comandare rimane l'istinto nella scrittura delle canzoni.

I singoli

"L'ultima notte al mondo", il disco è iniziata da qui. È una canzone che parla di neve e che ho scritto quando ho deciso di lasciare l'Inghilterra per tornare alle mie origini. E quindi è una canzone molto importante, è la prima che ho scritto.

"Hai delle isole negli occhi" è una canzone che tira fuori l'amore per la old school R'n'B, e siccome è stato quello il punto da cui sono partito, volevo che aprisse il disco. Ed è una dichiarazione d'amore. Profonda e molto diretta.

John Legend

"Quando penso alla musica, intesa proprio come arte in sè, la prima parola che mi viene in mente è proprio condivisione. Mi piace l'idea di fare qualcosa con qualcuno, di rubargli un'ispirazione, di condividere e di stimolarsi. In dieci anni ho fatto sempre tantissimi duetti in Italia, all'estero, in Latino America. Mi piace scrivere per altri artisti, mi piace l'idea di contaminarsi e aiutarsi ad aprire nuovi punti di vista attraverso la conoscenza. Nel disco è successa una cosa particolare, ho realizzato un sogno.

Perché John Legend è uno di quegli artisti che ha fortemente condizionato la mia visione del canto e della voce. E penso che dopo di lui, tante cose siano cambiate, per quanto mi riguarda nei confronti dell'avvicinamento alle canzoni e alla loro interpretazione. Quindi quando ho avuto la possibilità di cantare con lui e ammetto che questa volta, forse, un po' di sano nervosismo c'è stato. Però è stato un nervosismo da fan. È terminato nel momento in cui ho scoperto che è una persona assolutamente semplice che si è resa disponibile a realizzare un progetto con la massima spontaneità e con tantissima modestia. È un ragazzo della mia età, quindi abbiamo un po' le stesse esperienze, nonostante siamo nati in Paesi così lontani.

È anche una persona molto modesta, si è dimostrato molto aperto di mente nei confronti di un mondo musicale come quello italiano al quale non si era mai avvicinato. Quindi lo ringrazio ancora di più, io non sbaglio di mai quando vedo delle persone che mi colpiscono, mi piacciono e sento che sono delle persone forti. Difficilmente sbaglio e con John Legend avevo ragione un'altra volta".

Il tour

"È inutile, è innegabile, magari anche un pochino ridondante sempre tornare a dire che il tour è la parte più divertente, più importante di un disco. Lo dicono tutti perché è vero. È la parte in cui si rivela il lavoro in cui ti sei affaticato, divertito, hai pianto, riso per giorni, mesi, in studio, in camera tua a scrivere e cantare. Arrivi a un punto in cui arrivi a condividerlo con gli altri. È il motivo per cui uno scrive e per cui uno si dedica. Sono divertito perché la scaletta sarà molto intensa.

Chiaramente adesso inizierà un tour che da aprile toccherà tutta l'Italia e andremo anche in altre parti d'Europa e spero che si possa sviluppare anche in altri Paesi del mondo. Sicuramente la cosa che mi auguro è divertirmi. Dopo tanto tempo, la scaletta del mio concerto sarà folta di tante canzoni che per me sono state importanti. E quindi me lo immagino uno show divertente e senza moltissimi momenti di pausa, ecco. Uno show pregno, molto intenso. L'idea per ora, anche se è molto presto per parlare di un concetto di tour, è proprio questa. Quella del divertimento, della condivisione e della compartecipazione tra persone, band e me. E il 2012 in questo sarà un anno molto intenso".

Irene Grandi e Nesli

"Irene Grandi e Nesli sono stati una grandissima occasione per questo disco. Perché rappresentano per la prima volta e la seconda volta, a seconda di quale ordine si voglia seguire, in cui ho cantato cose non mie. Quindi mi sono messo di fronte a un'esperienza molto complicata, perché penso che quella dell'interprete sia una missione assolutamente ardua. Perché devi prenderti innanzitutto la responsabilità di dire qualcosa che non hai scritto tu e poi devi trovare un mondo emotivo nel quale inserire quelle parole che qualcun altro ha scritto per te.

Nel caso di Nesli, addirittura questa canzone era stata già pubblicata. Avevo anche dei riferimenti, che alle volte non è per forza un aiuto o una traccia che possa rendere più semplici le cose. Nel caso di Irene Grandi, invece è stato ancora più stimolante, perché avevo campo libero su una canzone che aveva scritto come autrice per la prima volta, e quindi ci mettevamo per la prima volta in gioco tutti e due. Il che ha reso ancora più stimolante questa sorta di sfida. Credo che lo rifarei, anche se devo dire che fare l'interprete è stato uno dei mestieri più complicati al quale avvicinarmi in questi ultimi anni. Io credo che il mio rispetto, l'amore e la stima nei confronti di chi lo fa normalmente per mestiere siano cresciuti n maniera esponenziale dopo aver cantato come interprete qualcosa".

Conclusioni

"Dopo un periodo nero, nasce sempre qualcosa di glorioso. E quello che rappresenta questo disco per me è qualcosa di glorioso. L'amore, per me, è una cosa semplice. È una cosa semplice che deve semplificarti la vita, è una cosa che mi ha semplificato l'esistenza durante un periodo di grande difficoltà, durante un periodo di obbligo verso me stesso ad affrontare degli spettri.

L'amore dev'essere per forza una cosa semplice, non posso credere al contrario. Quando l'amore c'è, esiste ed è vero, migliora la vita delle persone e penso che sia anche una bella cartina di tornasole per capire che l'amore non è reale proprio quando non ti semplifica la vita, proprio quando non è semplice. Vedo questo disco come il frutto di un percorso personale all'interno di me stesso, che ho affrontato all'inizio da solo e poi piano piano mi ha visto forse anche obbligato ad aprirmi ad altre persone.

Ai miei amici, alla mia famiglia e che mi hanno aiutato a capire che poi tutti i percorsi complicati se accettati, se affrontati con dignità e con onestà nei confronti anche di se stessi, portano sicuramente a un miglioramento, portano a quello che ti avvicina alla felicità. Sicuramente in questo il messaggio del disco è chiaro. Questo disco è una dichiarazione d'amore all'amore. È un grido di gioia verso la vita. È la mia testimonianza che nei confronti del fatto che l'amore esiste e ti salva la vita".

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Alessandro Alicandri