The Beatles: “Rubber Soul” compie 53 anni – Le 5 cose da sapere
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The Beatles: “Rubber Soul” compie 53 anni – Le 5 cose da sapere

L’album, influenzato dal folk e dal soul, è considerato il primo del nuovo corso dei Fab Four

In "Norvegian Wood" compare per la prima volta il sitar

È impossibile immaginare il rock, il pop, il beat, la psichedelia e buona parte della musica che ascoltiamo oggi senza i Beatles. I Fab Four hanno inciso 211 brani, di cui 186 originali, la maggior parte firmati dalla coppia Lennon-McCartney. A 48 anni dal loro scioglimento, ogni uscita discografica è ancora oggi un evento, come conferma il successo della riedizione del White Album.

Oggi si festeggiano i 53 anni di Rubber Soul, pubblicato il 3 dicembre 1965, considerato dalla critica musicale come il primo capitolo del nuovo corso dei Beatles,più maturo e sperimentale, che da lì a poco avrebbe dato a vita a capolavori epocali come Revolver, Sgt.Peppers e Abbey Road.

Vediamo insieme le 5 curiosità da sapere su questo album storico. [Clicca sopra le frecce laterali]

1) Il titolo

Il nome Rubber Soul, secondo un’intervista rilasciata da Paul McCartney, fu ispirato dalla definizione di un musicista di colore, non meglio identificato, che definì “Plastic Soul”(“Soul di plastica”) il modo di cantare di Mick Jagger, frontman degli amici/rivali Rolling Stones. Le loro incursioni nella musica dell’anima, invece , sono autodefinite scherzosamente “Rubber soul”(“Soul di gomma”). Rubber Soul è il primo disco dei Beatles a non riportare il nome del gruppo sulla copertina.

2) La foto di copertina

La foto della cover è tratta da uno scatto effettuato nel giardino di Kenwood da Robert Freeman, il fotografo che aveva già lavorato per le illustrazioni di quasi tutti gli album precedenti del gruppo. L'idea dell'immagine distorta nacque per caso, quando Freeman cominciò a proiettare delle diapositive su un cartone bianco del formato di una copertina di long playing per studiare l'immagine giusta da scegliere. Il cartone si inclinò leggermente all'indietro e l'effetto stirato piacque così tanto ai Beatles, che in quel periodo assumevano un discreto quantitativo di sostante stupefacenti, da decidere di stampare l'immagine nonostante l'evidente distorsione.

3) Il sitar

Uno dei brani più belli di Rubber Soul è indubbiamente Norvegian wood, pezzo insolitamente strutturato in tempo composto, che fu abbozzato da John mentre si trovava in vacanza in Svizzera. E’ passato alla storia anche perché è stato il primo brano a utilizzare sonorità indiane, con l’affascinante riverbero del sitar, in un album pop occidentale. Durante la lavorazione del film Help! i Beatles girarono una scena nella quale alcuni musicisti indiani suonavano i loro strumenti tipici. George Harrison, affascinato dalle sonorità esotiche del sitar, aveva iniziato a strimpellarlo e ne aveva imparato le basi sotto la guida di Ayana Deva Angadi. La registrazione del sitar causò notevoli problemi di distorsione in studio, a quell’epoca difficilmente risolvibili in assenza di un’adeguata tecnologia.

4) Michelle

Liverpool, fine anni Cinquanta. Paul McCartney e John Lennon erano studenti di una scuola d’arte di cui frequentavano le feste, in un periodo in cui era di moda l’esistenzialismo francese, incarnato dalla musa Juliette Greco. Una sera i due notarono uno studente con pizzetto e maglia a strisce che strimpellava una canzone francese. Poco dopo quel burlone di Paul, per far divertire gli amici, improvvisò alla chitarra una canzone in grammelot. Anni dopo John gli chiese: “Ti ricordi quel brano in finto francese? Dovremmo lavorarci sopra”. La melodia era ancora chiara, le parole "Michelle ma belle" furono suggerite da Jan Vaughn, moglie del suo ex compagno di scuola Ivan, che insegnava francese. L’idea di aggiungere “I love you” fu invece di John.

5) La rivalità con i Beach Boys

La fine dell’estate, intesa come metafora della gioventù ormai prossima a sfiorire, è il fulcro del capolavoro Pet Sounds del 1966, considerato uno dei migliori album pop-rock di sempre. Un disco rivoluzionario e ambizioso, ideato, composto e arrangiato da un Brian Wilson in stato di grazia, che conteneva una perla come God only knows, considerata da Paul McCartney come “la più bella canzone d’amore mai scritta”. Quell’album fu ispirato proprio dall’ascolto ossessivo di Rubber Soul: “Quel disco era davvero un tutt’uno -ha dichiarato Wilson- Rubber soul era una collezione di canzoni folk che stavano insieme come nessun album aveva mai fatto prima, fui molto colpito. Dovevo andare anch’io in quella direzione e sperimentare con i suoni”.

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Gabriele Antonucci