Dan Auerbach: “Potevamo esserci noi al posto degli EODM a Parigi”
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Musica

Dan Auerbach: “Potevamo esserci noi al posto degli EODM a Parigi”

Il leader dei Black Keys e The Arcs ha suonato nella capitale francese la stessa sera della strage, a pochi passi dal Bataclan

Il side project dei Black Keys

Dan Auerbach non si dà pace per quello che è successo a Parigi. L’altra sera il cantante, chitarrista e produttore dei Black Keys si trovava in concerto a Parigi con il suo ultimo progetto, The Arcs, nello storico Le Trianon, a meno di 4 quattro chilometri dal Bataclan, teatro dell'assurda carneficina da parte dei terroristi mentre si stavano esibendo gli Eagles of Death Metal. “E' orribile-ha dichiarato a Rolling Stone Usa- Suonavamo in un club quasi identico a quello in cui erano gli Eagles of Death Metal: un teatro da 1.500 posti, con 150 anni di storia, a poco più di un chilometro di distanza da loro. E' assurdo”. Ieri sera, nonostante lo choc, la band formata da Dan Auerbach, Leon Michels, Richard Swift, Homer Steinweiss e Nick Movshon si è esibita all’Alcatraz di Milano, proprio per lanciare un messaggio di speranza, senza fermare la musica. I The Arcs hanno pubblicato l’album d’esordio Yours, Dreamily il 4 Settembre per Nonesuch Records, una curiosa e godibile commistione di blues,funk, soul, psichedelia e sonorità mariachi, da cui sono stati estratti i singoli Outta My Mind, Stay in My Corner e Put a Flower in Your Pocket.

Vediamo insieme alcune delle dichiarazioni più interessanti rilasciate da Dan Auerbach.[Cliccare su Avanti]

Bataclan

“I Black Keys hanno suonato al Bataclan cinque anni fa. Conosco alcune persone che erano là dentro, l'altra notte. Conosco persone che si sono chieste: ‘Cosa faccio stasera,vado a vedere gli Arcs o gli Eagles of Death Metal?’. E mi sono svegliato con una forte sensazione di disagio. Come si chiama? Il rimorso del sopravvissuto? Perché è successo là e non dove suonavamo noi? Sono distrutto per tutte quelle persone”.

Canzone preferita di "Yours, Dreamily"

“La canzone che rappresenta meglio l’album è Put A Flower In Your pocket, è probabilmente la mia preferita”

La nascita dell'album

"L’album è nato quasi per gioco. Ogni volta che ritornavo a casa dopo un tour con i Black Keys ci chiudevamo in studio e registravamo, solo per divertimento e per amore della musica. Alla fine avevamo oltre ottanta pezzi nel computer e ho capito che forse era meglio provare a fare qualcosa di nuovo”

Grateful Dead

“All’interno del disco sono presenti diversi artisti, i miei preferiti, tra cui  Kenny Vaughan e Mariachi Flor de Toloache. Volevo semplicemente fare le mie cose con un piglio più strano, ma fluido e coeso. Molte canzoni finiscono una dentro l’altra, un po’ come nei dischi dei Grateful Dead che preferisco. Ho un sacco di brani collegati tra loro. E’ praticamente tutto ciò che amo, raccolto in un unico album”.

Formazione

“Da novembre siamo in giro con il nostro gruppo. Una formazione completamente nuova, in cui siamo in cinque: due batterie, chitarre, bass -organ e il gruppo di ragazze Mariachi che hanno cantato in larga parte del disco”

Progetti con i Black Keys

“Al momento non ci sono progetti con i Black Keys. Patrick Carney(il batterista della band n.d.r.) si è infortunato ai Caraibi lo scorso gennaio mentre faceva surf e io non volevo rimanere con le mani in mano. Per ora sono felice di suonare con gli Arcs, quando avrò terminato questa avventura con loro, penserò al futuro”.

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Gabriele Antonucci