Stylophonic: "Torno all'house, che c'è di strano?"
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Stylophonic: "Torno all'house, che c'è di strano?"

È appena uscito Jam the House, il nuovo cd del celebre dj e produttore milanese. "Nel disco precedente ho “aperto” ad altre forme musicali, ma stavolta sono tornato al primo amore: la dance"

Si chiama Stefano Fontana, ma per gli amanti della house music è semplicemente Stylophonic, il nome d'arte con cui si è imposto come uno dei più noti e apprezzati dj e produttori. Ogni suo disco è un evento, e il nuovissimo Jam The House, uscito il 10 giugno per Carosello Records, non fa eccezione: una gioia per chi segue la dance, che riporta l'autore al suo primo amore dopo le divagazioni pop del precedente lavoro, Boom!, nel quale aveva collaborato tra gli altri con Giuliano Sangiorgi, Irene Grandi, Saturnino, Caparezza ed Emis Killa.

Stefano, verrebbe da dire che il primo amore, la House, non si scorda mai...

"Mi fa un po' ridere che qualcuno si sorprenda perché questo è un disco house: è quello che ho sempre fatto, la mia più grande passione. Capisco che il mio precedente lavoro abbia rappresentato una parentesi più o meno inattesa, ma che c'è di strano? Chi fa questo lavoro secondo me ha quasi il dovere di sperimentare nuove forme espressive, senza però mai rinnegare il suo cammino".

Tutto sommato certe discussioni sfiorano il ridicolo...

"È proprio quello che penso: se non cambi, dicono che sai fare solo la solita zuppa, se cambi non va bene. Mah... È come quando tu accusano di essere troppo commerciale: ma sei fai il mio mestiere e non ti compra nessuno, sarà meglio che ti fai delle domande... (ride..). Comunque a parte gli scherzi, il mio desiderio è arrivare a tutti senza pregiudizi"

È vero che da ragazzo hai studiato ingegneria del suono?

"Sì, la trovavo una materia davvero interessante. Non posso dire che mi sia servita per fare questo lavoro, ma sono felice di averla studiata. D'altronde più leggi e studi e meglio è: io la penso così"

Che rapporto si crea tra un dj e il pubblico che viene ad ascoltarlo ogni settimana?

"È un mix di fiducia e simbiosi. La musica elettronica presenta continue evoluzioni, e sta a te trovare le più interessanti e proporle al pubblico. A me ovviamente piace far ascoltare la mia musica, ma anche far conoscere quella degli altri artisti".

In Jam the House hai potuto usare la voce di una leggenda del jazz come Nina Simone.

"Ne sono veramente fiero e, modestamente, la vera figata è stato averci pensato. Io del resto ho sempre adorato il jazz, ma nel caso di Nina temevo che fosse impossibile ottenere i diritti. Ci ha pensato la casa discografica, grazie a loro!".

Hai composto musica anche per la pubblicità.

"È stato interessante, ho potuto conoscere un media stimolante e personaggi di primo livello come Hype Williams, regista di video per nomi enormi come Justin Timberlake, Jay Z, Pharrell Williams. Forte!".

Ultima domanda: sei uno dei giurati del programma televisivo Top Dj, dedicato ai tuoi aspiranti colleghi. Che consigli ti senti di dare a chi sogna di seguire le tue orme?

"Servono tre cose: passione vera, autodisciplina, curiosità. Bisogna darsi degli obbiettivi e lavorare duro per raggiungerli, resistendo alle critiche e ai momenti no. Ma più di tutto serve l'amore per la musica: se fai questo lavoro per guadagnare e conquistare le ragazze non duri neanche un quarto d'ora".

 

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Alberto Rivaroli