Springsteen, il trionfo della seconda serata a San Siro - La scaletta
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Springsteen, il trionfo della seconda serata a San Siro - La scaletta

La recensione del concerto (con gli occhi di chi non lo aveva mai visto dal vivo)

Sono le 20,24 quando il pubblico che riempie lo stadio di San Siro per la seconda data milanese di Springsteen viene invaso dalle note di Meet Me In The City. Il cielo è ancora chiaro, ma sui maxischermi si vede bene il suo sguardo: commozione pura. Springsteen è a Milano per la settima volta, in quello che ormai è diventato il suo stadio, pronto a regalargli una notte decisamente magica. Di sicuro per me, che dal vivo non lo avevo mai visto. Subito dopo attacca Prove It All Night, Roulette e The Ties That Bind: so che per i veterani è consuetudine ma quel One, Two, Three, Four che introduce il nuovo brano ancora sull'ultimo accordo del precedente, ha il potere di stregare il pubblico e farlo volare sul pianeta Springsteen (con l'unico desiderio di avere un biglietto di sola andata): una potenza paurosa.

La voce è bellissima, il suono pure e la E Street Band dà il meglio di sé accanto a Bruce, che prosegue nella sua maratona: Sherry Darling seguita dalla domanda: "Can you feel the spirit?" che introduce la meravigliosa Spirit in the Night, quindi Rosalita, Fire e Something in the Night... È un crescendo e io, ormai travolta da quell'onda di meraviglia musicale, mi chiedo fino a quale livello potrebbe salire, preoccupata solo di trovarmi davanti a qualcosa di (troppo) vicino alla perfezione.

Il palco è nudo, non ci sono coreografie particolari, come a voler sottolineare che stasera si fa musica, punto e basta. Un regalo bellissimo per il suo pubblico, che va a trovare a più riprese, scendendo dal palco per guardare da vicino i tantissimi cartelli (tra cui un modellino dello stadio e uno che recitava: "Posso avere la tua armonica?") e dedicarsi a chi lo segue da sempre ed è immancabilmente nelle prime file. È vero, è generoso Bruce, e il suo show colpisce dritto al cuore.

Hungry Heart, Out in the Street, Mary's Place(richiesta dal pubblico con un cartello enorme), Death to My Hometown. Il pubblico canta e Bruce alterna la sua voce a quella di uno stadio intero, poi arriva il turno di The River. Magia pura. Sarà che quel pezzo è così malinconico, dolce e rock insieme, sarà che le luci rendono l'atmosfera più intima, ma l'emozione è travolgente... segue Racing in the Street con una lunga coda strumentale con il piano di Roy Bittan: da lacrime.

Siamo a metà concerto, 15esimo brano su 33, bis inclusi. E lui, Springsteen, rilancia subito: Cadillac Ranch, The Promised Land, I'm a Rocker. Beh, sì, caro Bruce, sei indiscutibilmente un rocker. E nessuno più riesce a rimanere fermo, lo stadio, al completo, balla. Si arriva dopo altri due brani (Lonesome Day e Darlington County) a The Price You Pay, altro caposaldo dell'album The River, seguito da Because The Night, travolgente, per arrivare a Streets of Fire: non l'aveva ancora suonata in questo tour e lo fa con delle strade infuocate fatte di sei corde. Le chitarre sono potentissime e la sua voce pure. The Rising e Badlands chiudono la scaletta.

Poi è la volta dei bis. Si parte con Backstreets e Springsteen azzittisce il pubblico nell'inciso... un altro momento di incantato di questa fiaba in salsa rock. Non possono mancare Born To Run, Dancing in The Dark, Seven Nights to Rock durante la quale salogno sul palco una ragazza che si mette a ballare, una quasi sposa che dà l'addio al nubilato legando la sua coccarda bianca al polso di Bruce, una giovane batterista e un ragazzino giovanissimo che si porterà nel cuore tutta la vita l'emozione di una schitarrata a San Siro, accanto al Boss.

Sulle note di Shout, 31esimo brano della serata, Bruce inscena un finto malore e vengono a prenderlo due barellieri che fanno per portarlo via mentre continua a suonare da sdraiato. Gag nella gag: uno dei due barellieri è il suo promoter di sempre, Claudio Trotta. Gran finale con Bobby Jean, ma poi Springsteen esce di nuovo. Chitarra e armonica, solo sul palco, ci lascia con This Hard Land. Una conclusione semplicemente spettacolare.


La scaletta

"Meet me in the city"
"Prove it all night"
"Roulette"
"The ties that bind"
"Sherry darling"
"Spirits in the night"
"Rosalita"
"Fire"
"Something in the night"
"Hungry heart"
"Out in the street"
"Mary's place"
"Death to my hometown"
"The river"
"Racing in the street"
"Cadillac ranch"
"The promised land"
"I'm a rocker"
"Lonesome day"
"Darlington country"
"The price you pay"
"Because the night"
"Streets of fire"
"The rising"
"Badlands"

BIS:
"Backstreets"
"Born to run"
"Seven nights to rock"
"Dancing in the dark"
"Tenth Avenue freeze-out"
"Shout"
"Bobby Jean"

BIS 2:
"This hard land"


Ansa
Bruce Springsteen e la E Street Band Bruce Springsteen e la E Street Band sul palco di San Siro, a MIlano

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Micol De Pas