Un nome che unisce: Gino Paoli presidente
Il cantautore è stato nominato presidente della Siae, scatenando la rivolta degli autori "più poveri". Si può rimediare facendo un favore anche al Parlamento
Ieri, mentre tutti si rompevano la testa sull'elezione del presidente della Repubblica, il Consiglio dei ministri ha fatto un'altra nomina di prestigio: il maestro Gino Paoli sarà presidente della Siae. Di fatto è la ratifica della decisione del Consiglio di Sorveglianza della Siae di inizio marzo, che aveva incoronato l'autore di Sapore di sale.
Un'elezione per acclamazione? Tutt'altro, il voto sarà ricordato tra i più contestati: c'è chi ha parlato di "esproprio della Siae", chi di "golpe dei ricchi". Perché è vero quello che cantavano Elio e le storie tese: «Gino Paoli, sulla tristezza, ci ha costruito un impero». Non avrà diritto a 1 milione e 100 mila euro di diritti d'autore all'anno come Zucchero, ma si fissa comunque all'onorevole quota di 450 mila euro annui.
Nell'era delle etichette indipendenti fa male vedere Gino Paoli e Franco Micalizzi (quello della colonna sonora di Lo chiamavano Trinità) prendersi i posti che contano, lasciando i più piccoli a bocca asciutta. Per amore della musica e della coesione del paese, perciò, lanciamo una proposta che rimedierà al danno. Non c'è accordo per il Quirinale? Ecco un nome che unisce: Gino Paoli, cantautore ed ex parlamentare. E vedrete come cambierà la musica.