Sia: ascoltare "This is acting" e non capire niente
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Musica

Sia: ascoltare "This is acting" e non capire niente

Recensione del nuovo album dell'artista australiana. Magari fosse solo musica

Di solito si prendeva un cd, si metteva dentro un lettore e si schiacciava il tasto play. Oggi, molto più di frequente si schiaccia il tasto play e ci si fa un'idea rapida (molto rapida) con lo streaming. Fine. Con "This is acting", che sia in formato fisico o digitale, scaricato o in vinile, la faccenda non è mai così semplice. Sembra di giocare al cubo di Rubik. Guardi una situazione strana e complessa: è un quadrato, certo, ma non sai da dove cominciare.

Dal 29 gennaio l'artista australiana Sia pubblica un album molto atteso, lanciato dal singolo "Alive" (scritto con Adele), brano che non ha avuto l'accoglienza il successo che meritava ma nell'era in cui sei pop star solo quando sei capillare, epica, multi-sfaccettata e molto iconica, ogni risultato, anche piccolo di Sia, vale almeno 10 volte tanto.

In questo album, non vorremmo annoiarvi ripetendolo, ha pubblicato solo canzoni che sono state rifiutate da altri artisti: che sia Rihanna o Beyoncé, che sia la stessa Adele o Shakira, Sia Furler ha dato in mano a queste pop star (o chi per loro) un messaggio e loro non hanno fatto da amplificatore.

Sono per questo canzoni "sfigate", "di serie B"? È questa la domanda che ti poni mentre ascolti "This is acting". Continui a chiederti se sia pattumiera o qualcosa di bellissimo che (per fortuna) non è finito nelle mani sbagliate. Ebbene, questo album trasuda in modo oggettivo entrambe le cose.

La hit-maker si divide tra testi stupendi come "Bird Set Free" e "Broken Glass" e disimpegnatissime "Move your body" e "Cheap Thrills". Ascolti questo album tanto concettuale quanto l'esatto contrario del concettuale e non capisci se Sia ti sta prendendo in giro, se ti sta insegnando qualcosa o se devi smettere semplicemente di porti delle domande.

Ascoltare questo album significa rituffarsi (in gran parte, ma non del tutto) nello stile piuttosto a fuoco di "1000 Forms of Fear", album dal quale riprende stile, accenti, mood. È come se volesse sopperire all'assenza di identificazione estetica in qualcosa di musicalmente inconfondibile. Usa il sound e il suo modo di appoggiarsi sulle canzoni come una popstar "normale" si appoggia a un certo taglio di capelli. Ma lo fa con canzoni scritte per altri e non per se stessa, talvolta stravolgendosi.

Il risultato per noi ascoltatori è un gigante punto interrogativo sulla testa.

Ascoltandolo e riascoltandolo con attenzione ci sento del buono e del bruttino, dell'appassionante (la sua voce rende magico anche un lamento) e del noioso. Mi sembra di guardare un'opera di arte contemporanea che non ha nessuna intenzione di mettere nero su bianco le sue intenzioni. Se mai ci fossero delle intenzioni.

Sbagli se lo ascolti così com'è, altrimenti non ti piacerà. Devi percepirlo, dei provare a comprenderlo. Devi imparare che Sia oggi è quotata non solo perché ha scritto delle canzoni simbolo nel pop come "Chandeliers" o "Diamonds", ma perché ne può scrivere una nuova al minuto, perché sa riconoscere ciò che funziona da quello che non va da nessuna parte.

E sono convinto, più che convinto, che Sia in "This is acting" abbia messo solo canzoni che scalciavano tantissimo perché volevano uscire allo scoperto. Non pattume, ma possibili risorse. Fidiamoci, magari ha ragione lei anche stavolta.

In un periodo un po' strano per la discografia pop, dove alcuni album non arrivano al pubblico perché irrilevanti e alcuni altri virano verso altri generi per trovare una loro identità, Sia propone un album inconfondibilmente pop che nel suo non avere niente di ambizioso o altisonante, si arrende a quello che è, una selezione di brani scartati che a lei piacevano un sacco, anche se non li ha pensati per se stessa. Per questo, proprio per questo, "This is acting" diventa un prodotto interessante.

Abbassa le aspettative e ascoltalo come un album pensato per stare e restare fuori dal coro. Non lo renderà un capolavoro, ti sembrerà più che altro un esercizio di stile, ma ti piacerà. Non smetterai di ascoltarlo, io non ci sono ancora riuscito.

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Alessandro Alicandri